;)
Dai pappagalli verdi ai piccioni, passando per nutrie e ibis sacri: nel nuovo emendamento al disegno di legge Maran sulla caccia, la Lega propone di allargare la lista delle specie animali che potranno essere abbattute per "ragioni di contenimento". Una proposta che riaccende il dibattito sulla caccia e sulla gestione della fauna selvatica in Italia, in particolare quella non autoctona e invasiva.
A confermare l'intenzione del partito è Francesco Bruzzone, responsabile del Dipartimento sulla fauna selvatica della Lega, che in un'intervista a Open ha spiegato le motivazioni alla base della proposta. L'obiettivo, sostiene Bruzzone, è quello di intervenire su specie che causano danni all'agricoltura e agli ecosistemi. Tra queste, anche animali ormai familiari nei contesti urbani, come i piccioni o i parrocchetti, che hanno ormai colonizzato numerose aree verdi in città come Roma, Genova e Milano.
Quali sono le nuove specie proposte nel ddl caccia

Secondo Bruzzone, gli abbattimenti serviranno a ridurre i danni che questi animali causerebbero nei campi e, oltre ai pappagalli e ai comunissimi piccioni, nel mirino c'è anche l'ibis sacro, un uccello di origine africana la cui diffusione in Italia è iniziata a partire da fughe da zoo o liberazioni volontarie. La specie è oggi presente stabilmente in diverse zone del Centro-Nord ed è in forte espansione anche verso Sud.
Per la Lega l'ibis rappresenta una minaccia per numerose specie acquatiche autoctone. Stesso discorso per le nutrie, roditori di origine sudamericana ormai ben radicati in molte aree del paese. Il disegno di legge Maran, firmato da tutti i capigruppo della maggioranza al Senato, punta a riformare la legge 157 del 1992, che regola la tutela della fauna selvatica e l'attività venatoria. La discussione è in fase preliminare, con gli emendamenti da presentare entro il 4 agosto.
Ma come verrebbero effettuati questi abbattimenti? Sempre secondo Open, sarebbero le autorità competenti – come le polizie provinciali, i corpi forestali o altri operatori autorizzati – a occuparsene. I metodi previsti includono sia la cattura con trappole e reti, sia, se ritenuto necessario, l'uso di armi da fuoco. Secondo Bruzzone non sarebbe un tema legato alla caccia sportiva, ma solo un intervento per la gestione e il contenimento delle specie invasive.
Gli abbattimenti aiuteranno a contenere le specie aliene?

Rimangono, tuttavia, molti dubbi sull'efficacia degli abbattimenti per la riduzione dei danni causati da questi animali. Le specie aliene invasive sono effettivamente un problema serio, per la biodiversità, per gli ecosistemi e anche per l'economia agricola. Ma la comunità scientifica, a partire da ISPRA e dalla stessa Commissione Europea, ribadisce da tempo che il controllo di queste specie richiede strategie complesse e multilivello.
Non bastano gli abbattimenti, ma servono monitoraggi accurati, piani di gestione integrati, interventi preventivi e una riflessione seria sulle cause della diffusione di queste specie, spesso legate alle attività umane come il commercio di animali esotici e la perdita di habitat naturali. In assenza di dati sugli impatti e di una visione scientifica e di lungo periodo, il rischio è quello di affrontare un problema reale con soluzioni estemporanee, che non risolvono e anzi alimentano solo nuove tensioni e conflitti.
Non si fermano le critiche al Ddl caccia

Il Ddl caccia, assegnato alle Commissioni Ambiente e Agricoltura del Senato, è stato fortemente voluto e annunciato dal ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida e ha ricevuto forti critiche sia dalle associazioni ambientaliste che da ricercatori ed esperti di settore. Secondo gli ambientalisti, pur di favorire la caccia a ogni costo, non si esita a ignorare, manomettere, violentare il sistema delle regole, legittimando di fatto un attacco alla natura e alla biodiversità in violazione della Direttiva Uccelli e della Costituzione italiana.
La legge è ritenuta dagli ambientalisti un "regalo ai cacciatori" e una privatizzazione della natura, come hanno spiegano numerose associazioni in un lettera aperta: "gli italiani non sono padroni a casa loro, perché non potranno più godere della natura in libertà e sicurezza. La loro campagna, le aree protette, i boschi e le colline rischiano di diventare terreni di caccia per chiunque, anche per gli stranieri, attratti da un’Italia trasformata in un luna park venatorio dove poter massacrare la fauna selvatica senza rischiare conseguenze".