UN PROGETTO DI

Dalla prigionia alla libertà: quattro gorilla tornano in natura tra le montagne del parco dei Virunga, in Congo

Quattro gorilla femmine salvate dal commercio illegale di animali sono state reintrodotte con successo tra le montagne del Parco dei Virunga, in Congo. Dopo anni di riabilitazione, sono finalmente tornate in natura insieme agli ultimi gorilla di pianura orientale, una sottospecie ormai a un passo dall'estinzione.

29 Maggio 2025
16:39
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Mapendo, Ndjingala, Isangi e Lulingu, quattro femmine di gorilla salvate dal commercio illegale e reintrodotte con successo in natura. Foto di GRACE

C'è una montagna nella Repubblica Democratica del Congo che, per gli abitanti del luogo, è un posto speciale. Si chiama Tshiaberimu, che nella lingua del popolo Baswagha significa "la montagna degli spiriti", un nome che richiama antichi racconti su creature misteriose che abitano le sue foreste. Ed è proprio lì, tra le foreste avvolte dalla nebbia, che Mapendo, Ndjingala, Isangi e Lulingu, quattro femmine di gorilla, hanno fatto ritorno, salvate anni fa dal commercio illegale di animali e ora finalmente libere.

La loro storia richiama alla mente la lotta mai finita e pagata con la vita dalla zoologa Dian Fossey, ma anche un raro barlume di speranza per dei primati ancora oggi a un passo dall'estinzione. Catturate da piccole dai bracconieri, queste gorilla hanno trascorso anni nel centro di riabilitazione GRACE (Gorilla Rehabilitation and Conservation Education Center), all'interno di una foresta protetta. Lì hanno imparato di nuovo a essere gorilla: a costruire nidi, a cercare il cibo giusto, a riconoscere le piante, a vivere insieme.

Ma il vero obiettivo non era tenerle in un rifugio: era riportarle a casa. In natura.

Una seconda possibilità per quattro gorilla strappate alle loro madri

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Il trasporto in elicottero di una delle quattro gorilla. Foto di GRACE

Dopo una lunga fase di riabilitazione in ambiente protetto, le quattro gorilla sono state trasportate in elicottero fino a una zona recintata del monte Tshiaberimu, all'interno del Parco Nazionale di Virunga, uno degli ultimi rifugi per i gorilla di pianura orientale (Gorilla beringei graueri), una sottospecie considerata in pericolo critico di estinzione. La scelta non è stata casuale, poiché in quell’area viveva una popolazione ormai ridotta a soli otto individui.

Con l'arrivo delle quattro femmine, il numero sale quindi a dodici, un piccolo, ma significativo passo verso la sopravvivenza della specie. "Ci prendiamo cura di queste gorilla da quando erano cucciole", ha raccontato in un comunicato Jackson Kabuyaya Mbeke, direttore del GRACE. "Il nostro scopo è sempre stato aiutarle a superare i traumi del bracconaggio e restituirle alla natura. Sono individui forti, resilienti, e oggi sono pronte a contribuire alla conservazione della loro specie".

L'incontro con Mwasa, il "silverback" a capo del gruppo

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L’incontro tra le gorilla e il maschio Mwasa, il silverback del gruppo che le ha accolte. Foto di GRACE

A rendere ancora più emozionante questa storia è stato l'arrivo di un protagonista inatteso: Mwasa, un possente maschio che guida il gruppo rimasto in natura. I maschi adulti, tra i gorilla, sviluppano una pelliccia grigio-argentea sul dorso, motivo per cui sono anche conosciuti come silverback. Pochi giorni dopo il trasferimento sulla montagna, Mwasa ha iniziato a frequentare il recinto in cui erano temporaneamente ospitate le femmine. Gli incontri sono stati subito positivi, fatti di curiosità e interazioni tranquille.

È bastato poco e nel giro di tre settimane, le quattro gorilla hanno lasciato volontariamente il recinto e si sono avventurate nella foresta, seguendo Mwasa e integrandosi nella loro nuova famiglia. "Ci hanno sorpresi per quanto velocemente hanno scelto di uscire£, ha spiegato Benoit Ishaba, a capo del team che studia i gorilla sul Tshiaberimu. "Hanno subito seguito il maschio e in pochi giorni mangiavano già piante che non avevano mai visto prima. Oggi conoscono e consumano più specie vegetali di qualsiasi altro gorilla in zona, e sono in salute".

Un modello per la conservazione dei gorilla

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Le quattro gorilla si sono integrate con successo all’interno del gruppo che vive sul monte Tshiaberimu

Quella di Mapendo, Ndjingala, Isangi e Lulingu non è solo una storia a lieto fine. È anche una lezione preziosa per il futuro della conservazione di questi grandi primati. Il progetto di reintroduzione è il risultato di ben cinque anni di lavoro condotto da GRACE, il Parco di Virunga, le comunità locali, Gorilla Doctors e Re:wild. Più di 400 persone hanno contribuito al successo di questo ritorno in natura. E se tutto andrà bene, sarà un modello replicabile anche altrove, in un periodo storico davvero critico per i gorilla di pianura orientale.

La più grande tra tutte le sottospecie di gorilla ancora in vita, è anche una delle più minacciate a causa della deforestazione, del commercio illegale e dei conflitti armati che tormentano queste regioni. "Questo progetto dimostra che è possibile restituire alla natura gli animali strappati al loro mondo, a patto che le iniziative coinvolgano davvero le comunità locali e siano pensate con cura", ha sottolineato Dirck Byler, direttore della conservazione delle grandi scimmie per Re:wild.

E oggi, tra le foreste avvolte nella nebbia sulla montagna degli spiriti, si respira un po' di speranza in più. Mapendo, Ndjingala, Isangi e Lulingu sono finalmente tornate a casa.

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