UN PROGETTO DI

Cucciolo di delfino intrappolato in una rete da pesca in Sicilia. I volontari: “È un giorno molto triste”

Un cucciolo di delfino è stato avvistato al largo di Salina, nell'arcipelago delle Eolie, intrappolato in una cima di nylon. I tentativi di salvataggio da parte dei volontari sono falliti e ora lui e la madre, una femmina monitorata da anni, sono scomparsi. Si teme il peggio.

18 Maggio 2025
11:29
Immagine

Un cucciolo di delfino è stato avvistato con una lunga cima di nylon attorcigliata intorno al corpo. Il piccolo era con la sua mamma ai primi di maggio al largo dell'isola di Salina, nell'arcipelago siciliano delle Eolie. Per giorni gli attivisti del Filicudi Wildlife Conservation hanno provato a recuperare il piccolo delfino per liberarlo dalla rete ma non ci sono riusciti.

Ora sono entrambi spariti e i volontari temono il peggio.

I volontari: "Tentativi disperati per liberare il giovane delfino"

Il 10 maggio i volontari del Filicudi Wildlife Conservation, associazione che gestisce un pronto soccorso per tartarughe e altri animali marini, hanno cercato di liberare un giovane delfino intrappolato in una lunga cima di nylon attorcigliata intorno al corpo.

Lo stesso delfino era stato segnalato pochi giorni prima tra Lingua e Rinella, a Salina dal tour Filicudi Experience. Nonostante i numerosi tentativi di agganciarlo e liberarlo dal pericolo della rete non è stato possibile, come raccontano i volontari stessi: "La madre era molto protettiva e aggressiva quando ci si avvicinava al piccolo e la coppia era in grado di compiere apnee lunghe e profonde che, nonostante i molteplici tentativi, non ci hanno permesso di afferrare la cima e avvicinare il piccolo". Ogni volta che i volontari si avvicinavano i due delfini andavano sotto anche di 10 metri. Dopo diverse ore il vento forte ha fatto perdere le loro tracce e i due sembrano spariti dall'are di Filicudi.

Salvare questo cucciolo è particolarmente importante perché figlio di una delfina ben nota, catalogata come Andrea PHD02, una delle femmine riproduttive che i volontari seguono da più anni: "Questa femmina è stata vista in associazione con piccoli solo 3 volte dal 2005 quando in un periodo di studio così lungo ne avrebbe potuti partorire mediamente uno ogni 3 anni. Difficile capire se questo sia dovuto ad una elevata mortalità dei piccoli entro i primi mesi di età o ad altro (fertilità della femmina per esempio)".

Il rischio, reso ancora più concreto dopo l'avvistamento, è che l'essere umano possa avere una parte nella scarsa capacità della femmina di crescere i suoi piccoli. I volontari temono il peggio, ma non perdono la speranza: "La Guardia Costiera è avvisata e si è resa disponibile a prestare soccorso qualora l'esemplare sia avvistato nuovamente. Dopo aver visto il tipo di intrappolamento ora sappiamo bene come attrezzarci per prestare i soccorsi in modo adeguato. Abbiamo fatto tutto il possibile ma non è stato sufficiente".

Cosa sono le reti fantasma e perché fanno tanti danni alla fauna marina

Le reti fantasma sono attrezzature da pesca abbandonate, perse o scartate che continuano a intrappolare e uccidere la fauna marina, causando gravi danni agli ecosistemi. Ogni anno, secondo le stime della Fao, vengono disperse negli oceani tra le 640.000 e le 800.000 tonnellate di attrezzi da pesca, rappresentando circa il 10% dei rifiuti plastici marini.

Queste reti, realizzate principalmente in materiali plastici resistenti, possono impiegare centinaia di anni per degradarsi. Durante questo periodo, continuano a “pescare” passivamente, intrappolando pesci, tartarughe, mammiferi marini e uccelli. Questi animali, non potendosi più muovere, muoiono di fame oppure a causa delle lacerazioni prodotte dagli attrezzi stessi.

Nel caso dei delfini il rischio è che la rete si impigli, impedendo al mammifero marino di risalire in superficie per respirare e provocando così la morte per soffocamento. Solo nel Mediterraneo, si stima che oltre 40 diverse specie di organismi marini rimangano intrappolati nelle reti abbandonati. E l'Italia non è esente dal fenomeno, come dimostrano le recenti operazioni dei "ghostbuster dei mari". Durante l'ultimo intervento condotto dall'Ispra lungo la costa siciliana sono state recuperate oltre 30 reti fantasma lunghe fino a 260 metri, pari a un grattacielo di 100 piani.

Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views