
Nelle parole della sua persona di riferimento, in accompagnamento al video che mostra lo choccante "incontro" tra un Barboncino e un coyote, c'è tutta la paura accumulata per quello che è accaduto. A raccontare come il suo Bowser, un cane anziano di 12 anni, è sopravvissuto all'incontro con l'animale selvatico entrato nel giardino di casa è stata Eve Langlais su TikTok, una donna di Toronto, in Canada, che al risveglio ha trovato il suo cane con alcuni segni di aggressione sul corpo ma per fortuna vivo e vegeto, nonostante l'età avanzata e quello che gli era accaduto la notte precedente. Il Barboncino era uscito nel giardino di casa, come normalmente fanno i cani di famiglia, per fare la pipì quando è stato attaccato da un coyote che aveva superato le recinzioni.
"Sono ancora un po' scossa, perché ieri sera abbiamo quasi perso il nostro cane a causa di un coyote. È arrivato nel nostro cortile recintato dove era il nostro Barboncino. E' stato così coraggioso! Ha reagito e sta per lo più bene: ha qualche livido ma nessun morso. Un sacco di tremori, anche oggi. Sicuramente sta patendo uno stress post traumatico canino. In questo momento è incollato al mio fianco. La nostra telecamera esterna ha catturato il tutto. (Ho rimosso il suono però perché non riesco ad ascoltare i guati di spavento che stava emettendo). Sono 12 anni che facciamo uscire i nostri cani in cortile, è la prima volta che succede una cosa del genere. Ora ho una pala vicino alla porta sul retro e d'ora in poi sarò con loro a fare la guardia quando escono a fare pipì".
Nelle immagini conservate nella memoria della telecamera esterna si vede perfettamente che tipo di interazione c'è stata tra i due animali. Bowser sta appunto facendo il suo giretto solito e dopo aver fatto pipì scatta veloce verso il fondo del giardino da dove, probabilmente, sente un rumore insolito e la sua postura in quel momento cambia. Il cane si irrigidisce, comprende che c'è qualcosa che non va e un possibile pericolo in arrivo. E infatti dopo pochi attimi spunta il coyote, che parte direttamente in attacco su di lui. Il Barboncino riesce a fuggire rapidamente ma poi non si tira indietro rispetto allo scontro: risponde all'aggressione del coyote e riesce a metterlo in fuga.
Eve ha pubblicato anche un altro video, per rassicurare chi ha visto le immagini precedenti delle buone condizioni di Bowser che "ha anche smesso di tremare" ed ha ripreso possesso del suo cortile, insieme all'altra cagnolina di casa, pure lei di età avanzata. La donna precisa anche che il video in cui si vede lo scontro tra il cane e il coyote non è frutto dell'Intelligenza artificiale come alcuni commentatori hanno ipotizzato commentando i suoi post.
Ci si può meravigliare che un cane di piccola taglia sia riuscito a sopravvivere e a indurre un carnivoro selvatico a ritirarsi dallo scontro ma queste immagini ci insegnano una cosa fondamentale, soprattutto perché si tratta di una razza che spesso viene considerata semplicemente come "cani da compagnia". La storia di Bowser e l'epilogo positivo ci dimostrano invece che i cani in generale, compresi quelli che appunto spesso sono vissuti e rappresentati quasi come oggetti da esporre in una borsetta, sono individui dotati di grandi capacità che derivano da una storia come quella dei Barboni che sono nati come cani da caccia agili e coraggiosi e che venivano impiegati principalmente per il riporto di anatre in acqua.
I Barboni, di qualsiasi taglia, sono dotati di un'intelligenza versatile e spiccano tra i cani come i più collaborativi e legati all'essere umano di riferimento, tanto che tristemente da secoli sono ad esempio stati usati nei circhi proprio per la loro capacità di comprendere le richieste umane e essere particolarmente affiliativi. La multiforme capacità di adattamento del Barbone ha portato infatti nel corso della storia a renderlo protagonista in moltissime attività umane: come cane da compagnia, da caccia, da guerra e, la versione più piccola, fu anche impiegata nella ricerca del tartufo.
Non deve sorprendere, dunque, se il piccolo e grande (di età) Bowser si sappia saputo difendere e abbia anche protetto a suo modo la famiglia da una situazione complessa, arrivando a confrontarsi invece con un coyote che è un parente alla lontana per giunta del canis lupus familiaris. Si tratta però di un canide endemico del Nord America il cui nome scientifico è Canis latrans perché ha l'abitudine di ululare in maniera prolungata, emettendo un suono simile a un lamento. La differenza di stazza con un Barboncino è abbastanza evidente già nel video ma basta pensare che mediamente un coyote pesa tra i 15/20 chili mentre un esemplare come Bowser può arrivare al massimo ai 10 chili.
I coyote sono molto adattabili sia dal punto di vista dell'habitat, infatti "frequentano" come dimostra questo video anche le aree urbanizzate limitrofe ai loro areali, che dal punto di vista alimentare. Il 90% della loro dieta è costituita da mammiferi come i conigli, i silvilago e gli scoiattoli. Occasionalmente, però, mangiano anche uccelli, serpenti, grandi insetti e altri invertebrati. Prediligono la carne fresca, ma consumano anche grandi quantità di cadaveri. Nelle aree marginali delle città i coyote si nutrono anche di rifiuti e possono predare gli animali domestici.