
La "coda incarcerata" è conosciuta anche come "coda incarnita" o "sindrome del sacco caudale", è una condizione che si manifesta principalmente nei cani di razze brachicefaliche, come il Bouledogue francese. Tipicamente la coda incarcerata si manifesta con un'infiammazione o, nei casi più gravi, un'infezione nella zona alla base della coda che provoca dolore e disagio nell'animale.
Cos'è e com'è fatta la coda incarcerata dei cani
Nei cani che soffrono di coda incarcerata la pelle che circonda la base della coda si infiamma fino a infettarsi e creare ferite e pustole, nei casi più gravi. Questo accade soprattutto quando umidità e sporco si accumulano nella piega cutanea situata proprio alla base della coda, creando un ambiente perfetto per la proliferazione batterica o fungina.
In questi casi la zona interessata, chiamata "sacco caudale", è particolarmente sensibile e può diventare dolorosa alla palpazione. Nei casi più gravi, si possono formare croste o ferite maleodoranti, i tipici segnali di un'infezione in corso.
Quali sono le razze più predisposte alla formazione della coda incarcerata
Le razze che più frequentemente sviluppano la coda incarcerata sono quelle brachicefaliche, note principalmente per il muso schiacciato, ma che hanno tra i tratti distintivi anche una coda particolarmente corta, privilegiata durante la selezione artificiale per rendere più compatto il corpo del cane.
La razza brachicefala più nota è quella del Bouledogue francese, ma anche altri possono sviluppare la coda incarcerata, come ad esempio il Bulldog inglese e il Boston Terrier. La conformazione della coda in queste razze, spesso già corta e ricurva, favorisce l'accumulo di umidità e detriti, aumentando il rischio di sviluppare problematiche.
Perché si forma la coda incarcerata
La coda incarcerata si forma a causa dell'accumulo di umidità e sporcizia nella piega cutanea alla base della coda. A causa della forma già naturalmente ritorta, questo ambiente crea una sorta di sacca in cui la crescita di batteri e funghi è molto frequente. Se non correttamente pulita si possono creare infiammazioni o infezioni.
Il processo di pulizia non è però sempre facile e immediato: la conformazione anatomica rende molto difficile mantenere l'igiene, soprattutto in presenza di altri fattori come l'obesità e la presenza di pieghe cutanee particolarmente profonde e marcate.
Sintomi e segnali della coda incarcerata nel cane: come riconoscerla
Il sintomo principale è la difficoltà di sedersi o di camminare normalmente, oltre all'odore particolarmente forte che viene dalle secrezioni infette. La causa principale risiede infatti nell'accumulo di umidità e sporcizia nella piega cutanea alla base della coda. Le prime manifestazioni infatti possono essere molto blande.
Come si cura la coda incarcerata: come intervenire e a chi rivolgersi
Il trattamento della coda incarcerata dipende dalla gravità della condizione, ma la prevenzione attraverso una pulizia accurata e regolare della zona è la via preferibile. Nei casi meno gravi, può essere sufficiente mantenere l'igiene quotidiana della zona con soluzioni disinfettanti, per rimuovere umidità e detriti. In presenza di infezioni conclamate, invece, è necessario l'intervento del veterinario, l'unico che può prescrivere antibiotici o antifungini per trattare l'infiammazione.
Nei casi più gravi, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico per rimuovere la parte di pelle infetta. Non c'è modo di correggere la coda incarcerata, né con rimedi casalinghi né attraverso interventi chirurgici dato che si tratta di una condizione a cui sono predisposti alcuni cani per la loro particolare morfologia. L'unico rimedio è evitare di arrivare all'infezione.