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9 Settembre 2025
17:04

Condannato l’uomo che uccise il cane Giacomo con 17 colpi d’ascia. La sua umana: “Finalmente un po’ di giustizia”

Confermata in via definitiva la condanna nei confronti dell’uomo che nel 2019 massacrò con 17 fendenti Giacomo, un cane anziano e malato. La Corte d’Appello di Sassari ha respinto la tesi di legittima difesa. La sua umana, Rossella Pintus, finalmente sente di avere ottenuto di “un po’ di giustizia”. Il cagnolino venne massacrato con un'ascia o una roncola.

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Il cane Giacomo, ucciso nel 2019 con 17 fendenti

È stato condannato in via definitiva l'uomo che nel 2019 uccise il cane Giacomo con 17 fendenti di ascia o roncola, secondo le ricostruzioni processuali. Dopo la condanna nel 2023 da parte del Tribunale di Tempio Pausania, adesso anche la Corte d'Appello di Cagliari ha confermato la colpevolezza, riconoscendo l'uomo colpevole di uccisione di animali.

L'umana di Giacomo, Rossella Pintus, in tutti questi anni non si è mai arresa, e oggi finalmente sente di avere ottenuto "almeno un po' di giustizia".

Cosa è successo al cane Giacomo: ucciso con 17 coltellate

Il 23 gennaio 2019 a Santa Teresa di Gallura, un uomo massacrò con 17 fendenti il povero Giacomo, un tenero meticcio ormai anziano, già cieco, sordo e con gravi problematiche di salute e difficoltà a deambulare. Secondo le ricostruzioni processuali, l'arma usata poteva essere stata un'ascia oppure una roncola.

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Una roncola, l’arma ipotizzata per l’uccisione durante il processo

Il Tribunale di Tempio Pausania nel 2023, dopo un lungo processo, condannò l'imputato per il reato di uccisione di animale. L'uomo però ha poi presentato appello dichiarando di avere agito per legittima difesa. Oggi però la Corte d' Appello Penale di Sassari ha confermato integralmente la sentenza di condanna.

L'avvocata Bernardi: "Si è accanito sul povero cagnolino con una ferocia inaudita"

"Un grande risultato Giacomo non tornerà in vita, ma un pochino di giustizia l'ha avuta", è il commento di Rossella Pintus, l'umana di Giacomo, parte civile nel processo assistita in primo e secondo grado dall'avvocata Giada Bernardi.

"La tesi  sostenuta dall'imputato, secondo cui aveva agito per legittima difesa era manifestamente inaccoglibile, soprattutto alla luce del risultato dell'esame autoptico che aveva rivelato come l'uomo si fosse accanito sulla povera bestiola con una ferocia inaudita. Integrando manifestamente una condotta animata da dolo e crudeltà", è il commento di Bernardi.

Secondo l'avvocata, fondatrice dello studio legale Giustizia Animale, si tratta di un gran risultato non solo per la memoria del povero Giacomo, ma per tutti i cani vittime di crimini cruenti: "La Procura Generale aveva chiesto l'assoluzione dell'imputato. Finalmente si comincia a comprendere che i processi per i reati in danno degli animali non sono da sottovalutarsi e meritano piena attenzione".

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