;)
Quando scegliamo il cibo per il nostro gatto non stiamo semplicemente acquistando una scatoletta o un sacco di crocchette. Ciò che mangia ogni giorno il micio micio, infatti, influenza in maniera decisiva il suo benessere e il suo stato di salute. Tuttavia, scegliere il cibo giusto può non essere semplice e le etichette sugli alimenti per animali sono spesso piene di diciture tecniche, termini vaghi o indicazioni che possono sembrare rassicuranti, ma che in realtà richiedono molta attenzione e un po' di spirito critico.
Partiamo però dalle basi: il gatto è un carnivoro stretto, per questo ha bisogno di un elevato contenuto proteico per mantenersi in buona salute. La sua dieta deve prevedere circa il 30-40% di proteine (di origine animale, la sua fonte primaria di energia), una quota di grassi compresa tra il 15 e il 20% e fibre in quantità limitata, utili per la digestione, ma non paragonabili a quelle richieste da un onnivoro, come il cane. Fondamentali sono poi alcuni micronutrienti specifici, come la taurina e la vitamina A, che il micio non è in grado di sintetizzare da solo.
Gli ingredienti principali del cibo per gatti: l'elenco delle materie prime in ordine decrescente
Per legge, la lista degli ingredienti riportata sulle confezioni è in ordine decrescente di peso. Ciò significa che l'ingrediente presente in maggiore quantità compare per primo. Un alimento di buona qualità dovrebbe quindi avere una fonte proteica animale chiara e ben specificata nelle prime posizioni della lista. Attenzione però ad alcuni dettagli, come la dicitura "carne fresca", che può facilmente trarre in inganno, poiché contiene circa l'80% di acqua e il suo peso "gonfia" la posizione in etichetta.
Un alimento che per esempio dichiara "pollo fresco" al primo posto potrebbe, una volta disidratato, risultare meno abbondante rispetto a cereali o altri ingredienti che seguono in elenco. Meglio quindi privilegiare indicazioni come "carne disidratata di pollo" o "farina di tacchino", che ci danno una misura reale del contenuto proteico. Da osservare con attenzione anche la presenza di ingredienti come legumi, soia o mais, che contribuiscono al tenore proteico totale, ma si tratta di proteine vegetali di basso valore nutrizionale per il gatto.
Quali sono le fonti proteiche e dove trovarle sull'etichetta

Come detto, il gatto è un carnivoro stretto (ma non deve mangaire solo carne) e le sue proteine devono arrivare principalmente da carne, pesce o altri sottoprodotti animali di qualità. Le etichette migliori indicano con chiarezza "pollo", "tacchino", "manzo", "salmone" o altre specie animali in maniera specifica. Al contrario, diciture generiche come "carni e derivati" o "proteine animali trasformate" lasciano un ampio margine di incertezza sulla reale provenienza e qualità del prodotto. È importante anche distinguere tra proteine animali nobili e sottoprodotti.
Le prime comprendono carne muscolare e pesce intero, mentre nei secondi possono rientrare anche ossa, piume o scarti industriali. Non sono di per sé nocivi, ma apportano nutrienti qualitativamente inferiori e meno assimilabili. Un buon esercizio è confrontare il valore di "proteine gregge" indicato nel cartellino nutrizionale con l'elenco ingredienti: se per esempio il cibo riporta il 35% di proteine, ma tra gli ingredienti spiccano ceci o lenticchie, allora parte di quel valore non proviene da fonti ideali per il nostro micio.
Quanto cibo dare al gatto: bisogna seguire le dosi consigliate riportate sulla confezione?
Le tabelle nutrizionali e le dosi consigliate presenti sulle confezioni sono utili come riferimento, ma non sono una regola assoluta. Un gattino in crescita, una gatta gravida o un gatto anziano hanno fabbisogni diversi, così come un micio sedentario rispetto a uno che vive all'aperto. Per i gatti adulti e in buona salute, seguire le dosi consigliate è sicuramente un buon punto di partenza, ma va sempre adattato al peso reale, all'età, al livello di attività, ad eventuali patologie o se è sterilizzato o meno.
Un gatto obeso, per esempio, avrà bisogno di un piano alimentare specifico e calibrato da un veterinario, meglio se esperto in nutrizione. Anche in caso di insufficienza renale, diabete o altre malattie croniche, è fondamentale che le quantità e i nutrienti vengano decisi sempre con il supporto del proprio veterinario di fiducia. Ogni individuo, del resto, ha una storia e delle esigenze specifiche che le etichette, inevitabilmente, non possono prevedere.
A quali diciture prestare attenzione e quali evitare quando si sceglie il cibo per gatti

Un'altra cosa a cui prestare attenzione sono i termini vaghi o le frasi accattivanti, ma poco trasparenti. La dicitura "carni e derivati", per esempio, indica la presenza di parti animali non meglio specificate. È perciò preferibile sempre optare per etichette che dichiarano chiaramente la specie o le parti dell'animale utilizzate. Anche la frase "con aromi naturali" quasi sempre non è sinonimo di maggiore qualità o dell'utilizzo di ingredienti "naturali" e non processati.
Attenzione anche alla dicitura "cibo complementare", che non va confusa con "cibo completo". Il primo non contiene tutti i nutrienti essenziali e deve essere somministrato solo come integrazione o premio. In ogni caso, se qualcosa sembra oscuro o poco chiaro, meglio sempre chiedere prima al nostro medico veterinario e, se qualcosa ancora non quadra, in confezione deve essere indicato anche un numero di servizio clienti in grado di fornire chiarimenti sugli ingredienti utilizzati.