
L'ostrica è un mollusco che rappresenta simbolicamente eleganza, bellezza e mistero, in quanto al suo interno si sviluppa una delle gemme più preziose: la perla. È interessante sapere, però, che questo "tesoro" nasce da un "fastidio": è il risultato di una reazione difensiva, un meccanismo che l'ostrica adotta per proteggersi da un elemento estraneo che non dovrebbe trovarsi nel suo guscio.
Come si formano le perle delle ostriche
Non tutte le ostriche sono in grado di produrre perle: quelle comuni che si trovano in pescheria, infatti, generalmente non contengono alcuna perla nel loro guscio. In alcuni rari casi potrebbero produrne, ma la qualità di queste sarebbe estremamente bassa. La vera formazione delle perle avviene esclusivamente in alcune specie, ovvero nelle ostriche perlifere.

Le ostriche sono molluschi bivalvi, il che significa che la loro conchiglia è suddivisa in due parti, chiamate valve, unite da una cerniera mobile. Al loro interno si trova il corpo carnoso del mollusco. Quando la conchiglia è aperta, può succedere che un corpo estraneo, come un parassita, penetri al suo interno. È proprio la presenza di questo intruso a causare il "fastidio" che induce l'ostrica a reagire. Incapace di espellere l'intruso, l'ostrica risponde tentando di immobilizzarlo, secernendo attorno ad esso una sostanza chiamata nacre o madreperla. Questa sostanza, composta principalmente da carbonato di calcio e da una proteina organica denominata conchiolina, viene depositata strato dopo strato, creando un involucro che avvolge l'intruso e dando origine alla perla. Il processo di formazione della perla è lungo e faticoso, e può durare anni, a seconda della specie di ostrica.
Le diverse specie di ostriche e i tipi di perle
È opportuno fare una distinzione tra le perle di acqua dolce e quelle di acqua salata: le perle di acqua dolce tendono a formarsi più rapidamente, il che comporta un costo inferiore rispetto a quelle di acqua salata.

Un esempio di ostrica perlifera è la Pinctada maxima, la più grande al mondo, che può raggiungere dimensioni tali da essere grande quanto un piatto e pesare fino a 6 chilogrammi. Questa specie vive nelle acque calde delle coste settentrionali dell'Australia, dell'Indonesia e delle Filippine, ed è in grado di produrre perle di grande valore.
Le ostriche che generano perle in modo naturale si trovano in diverse zone del mondo, principalmente in acque marine temperate e tropicali, ma anche nelle acque dolci di alcune regioni asiatiche. Le specie più rinomate per la produzione di perle sono l'ostrica Akoya e quella a labbra nere, la quale è celebre per la produzione delle perle di Tahiti.
Quanto è raro trovare una perla in un’ostrica?
Non tutte le perle sono naturali: quelle che si formano spontaneamente, senza alcun intervento umano, sono estremamente rare. Il processo di formazione di una perla naturale può infatti richiedere diversi anni. Infatti, le perle che troviamo comunemente in commercio sono perle di allevamento, o coltivate. Attraverso una tecnica accurata, viene innestato artificialmente un corpo estraneo nell’ostrica, avviando il processo di formazione della perla. Questo procedimento, che "forza" la naturale formazione, permette di soddisfare la domanda del mercato delle pietre preziose, a beneficio dell’uomo.

Anatomia e riproduzione dell’ostrica
All'interno del corpo carnoso dell’ostrica si trovano il cuore, che pompa sangue incolore, e le branchie. L’ostrica non possiede un cervello: il suo sistema nervoso è estremamente semplice e consente solo risposte a stimoli di base; pertanto, le azioni dell’ostrica non possono essere definite "volontarie". Ad esempio, l’ostrica si fissa al fondale o agli scogli e si sposta solo minimamente, spinta al massimo dalle correnti marine.
Per quanto riguarda la riproduzione, molte specie di ostriche sono ermafrodite, ovvero in grado di produrre sia uova che sperma. Tuttavia, durante la stagione riproduttiva, tendono generalmente a specializzarsi in uno dei due sessi. La fecondazione avviene in acqua, dove le uova fertilizzate si trasformano in piccole larve che, una volta sviluppate, si attaccano al fondale marino, dove continueranno a crescere fino a diventare adulte.

Come le ostriche filtrano l’acqua
Le ostriche svolgono un ruolo fondamentale nell’ecosistema marino. Esse agiscono infatti come "filtri naturali" o depuratori, contribuendo a migliorare la qualità dell’acqua. Una sola ostrica, infatti, è può depurare tra i 50 e i 100 litri di acqua al giorno, rimuovendo le sostanze inquinanti.
Il loro processo di filtraggio è strettamente legato alla loro alimentazione: si nutrono di particelle microscopiche, come plancton, alghe e batteri. Il processo avviene in questo modo: la conchiglia si apre per permettere all'acqua di entrare; durante questo passaggio le particelle vengono trattenute dalle branchie e successivamente l’acqua esce dalla conchiglia purificata, priva di inquinanti.
Questo processo ha un impatto significativo sulla rigenerazione delle acque marine e favorisce il ripopolamento delle stesse. Un esempio notevole di questa funzione è il "Billion Oyster Project", un'iniziativa che mira a ripulire le acque del porto di New York utilizzando un miliardo di ostriche entro il 2035. Fino ad oggi, sono state ripristinate oltre 150 milioni di ostriche, e le prospettive future sono molto promettenti.