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24 Maggio 2025
16:14

Come si comporta un gatto che si sente abbandonato: segnali da non sottovalutare

Miagolii, aggressività e isolamento possono indicare senso di abbandono o ansia da separazione nei gatti. L'esperta della relazione uomo-gatto, Sonia Campa, spiega che per aiutare il micio serve tempo, pazienza e un ambiente stimolante.

Intervista a Sonia Campa
Esperta della relazione uomo-gatto
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Miagolii immotivati, tendenza a nascondersi, esplosioni aggressive. Sono questi alcuni dei segnali che possono farci capire che il nostro gatto si sente abbandonato o sta sperimentando l'ansia da separazione. Ne parliamo con Sonia Campa, esperta nella relazione uomo-gatto.

Come si sente a livello emotivo e psicologico il gatto che sperimenta l'abbandono o l'ansia da separazione?

Un gatto che cambia in maniera drastica il luogo in cui vive e le persone a cui può fare riferimento, sicuramente va incontro a delle difficoltà di adattamento perché deve riorganizzare la propria esistenza, anche psicologicamente, nel nuovo ambiente e con i nuovi individui. Ciò gli costa uno sforzo che può far emergere alcuni sintomi di disagio.

Ricordiamo però che in realtà non sappiamo se gli animali provano davvero un senso di abbandono come lo intendiamo noi, oppure se sperimentano un semplice disadattamento dovuto a cambiamento nel loro gruppo sociale di riferimento.

Quali sono i comportamenti tipici di un gatto che si sente abbandonato?

Inquietudine, miagolii a vuoto, apatia, tendenza a nascondersi, oppure nervosismo e tendenza ad allontanare gli altri, anche attraverso espressioni aggressive. Il ventaglio di possibili reazioni è molto vario, e molto dipende dal temperamento del gatto e dalla sua storia. In generale però questi sono i principali segnali di una difficoltà del micio.

Come possiamo aiutare il gatto che si sente abbandonato?

Bisogna dargli tempo perché adattarsi a un nuovo contesto. Per adattarlo dobbiamo mettere in pratica tutte quelle strategie che possono favorire il suo benessere: una giusta collocazione delle risorse, come ciotole e lettiere; coinvolgerlo in attività fisiche e mentali che gli consentano di esprimere il proprio repertorio di specie. Altro aspetto importante è capire se ci sono degli elementi nell'ambiente che lo stressano, e cercare di limitarli. In questo modo possiamo lavorare sulla sua qualità della vita limitando il disagio. Il gatto nel frattempo avrà la possibilità di ricostruirsi delle reti sociali e mappare nuovamente il territorio. Troverà quindi poi una nuova forma di adattamento.

Quando è il caso di rivolgersi a un esperto, come un veterinario o un consulente?

Ci sono gatti che ci mettono davvero poco ad adattarsi a una situazione nuova, mentre altri magari ci mettono mesi, molto dipende dalla flessibilità del singolo individuo e dalla varietà di esperienze che ha potuto coltivare durante tutta la vita. Il fattore tempo è quindi molto variabile, inoltre non esiste una ricetta che vada bene per tutti. Per questo se l'insoddisfazione diventa troppa e si prolunga per un tempo tale da inficiare il benessere del micio è ora di rivolgersi a un esperto. Ci sono diverse figure che possono aiutare l'umano a capire su cosa intervenire per migliorare il benessere del gatto e ricostruire la relazione.

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