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Ci sono molti modi in cui un gatto può essere avvelenato: può ingerire piante tossiche, leccare oggetti trattati con sostanze chimiche o ingerire cibi e medicine destinate agli umani che potrebbero essere dannosi per gli animali. C'è poi l'ingestione accidentale di esche per roditori o lumache e pesticidi, e quella dolosa di esche avvelenate. Insomma, l'avvelenamento è uno dei rischi a cui il gatto può andare incontro quando si avventura fuori casa, e a volte anche dentro.
Quando si tratta di salvare la vita di un gatto, quindi bisogna sapere essere in grado di individuare il problema e anche a chi rivolgersi nell'immediato.
9 sintomi di avvelenamento nei gatti
I sintomi di un potenziale avvelenamento possono variare a seconda della sostanza ingerita, del tempo trascorso e della quantità. I sintomi più lievi possono essere facilmente confusi con semplici disturbi intestinali. All'inizio il malessere è generale, il micio non si muove o non mangia come al suo solito. Seguono poi episodi di vomito, anche di schiuma bianca, o diarrea. In questi casi possono avere un un odore particolarmente sgradevole o contenere sangue.
I sintomi peggiorano e i sintomi diventano più evidenti col passare del tempo o a seguito dell'ingestione di una grande quantità di sostanze tossiche. Il gatto potrebbe iniziare a sbavare più del solito, e manifestare evidenti difficoltà nei movimenti a causa di tremori o spasmi muscolari.
Le pupille sono dilatate o, quando reattive, possono essere molto piccole. La respirazione può diventare irregolare o faticosa, il che può portare a convulsioni, incoscienza o, nei casi più estremi, anche il coma. Un'azione rapida potrebbe ancora evitare danni permanenti ma è bene sapere come agire tempestivamente.
Cosa fare se il gatto è stato avvelenato
Se si sospetta un avvelenamento, la cosa più importante è mantenere la calma e agire rapidamente. Anche se può essere il primo impulso è bene evitare di far vomitare il gatto senza prima chiamare un veterinario. Questo perché alcune sostanze particolarmente corrosive se risalgono il tratto gastrico possono creare danni anche alla bocca o all'esofago.
Senza istruzioni specifiche da parte di uno specialista non dovrebbero essere somministrati neanche farmaci o tantomeno rimedi casalinghi. Alcuni prodotti, come il carbone attivo, possono essere utili se somministrati entro pochi minuti dopo l'ingestione della sostanza tossica, ma è sempre meglio farlo solo su indicazione del veterinario.
La prima cosa da fare è quindi chiamare il veterinario descrivendogli tutti i sintomi e il contesto in cui si sono verificati. L'ideale sarebbe segnalare la sostanza che potrebbe essere stata ingerita, ma il professionista attraverso la descrizioni degli eventi può formulare delle ipotesi. Solo il veterinario è in grado di determinare il trattamento necessario, che può essere la somministrazione di fluidi per via endovenosa e antidoti specifici.
Il passo successivo è segnalare l'episodio al centro antiveleni dell'Istituto Zooprofilattico del proprio territorio, in modo che i professionisti possano valutare l'episodio. Un passaggio ancora più importante in caso di avvelenamento doloso.