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Sono piccoli, neri e assomigliano moltissimo a formiche, ma hanno una caratteristica che li rende un po' meno simpatici: possono pungere e la loro puntura è parecchio dolorosa. Stiamo parlando di un insetto davvero molto particolare, a volte presente nelle case antiche o tra vecchi mobili in legno, un imenottero appartenente alla famiglia dei betillidi e chiamato scleroderma (Sclerodermus domesticus). C'è però un altro nome comune con cui è conosciuto e che è piuttosto curioso: l'amico degli antiquari.
Questo soprannome, unito al fatto che frequenta soprattutto case piene di legno vecchio, tradisce una delle caratteristiche più peculiari della biologia questa specie: le larve si nutrono di insetti xilofagi come il tarlo del legno e per questo sono spesso presenti laddove il tarlo prolifera. Ma sebbene abbiano un ruolo ecologico e un ciclo vitale molto interessante come parassitoidi, questi piccoli insetti possono diventare un fastidio anche per l'essere umano, soprattutto se arrivano a pungere.
Come riconoscere lo scleroderma

A prima vista potrebbe sembrare una piccola formica scura, lunga appena 2-4 millimetri. Ma osservandolo più da vicino si notano anche altre caratteristiche tipiche degli imenotteri, l'ordine che comprende anche api e vespe. Il corpo delle femmine – le vere protagoniste di questa storia – è più allungato, con antenne ben visibili e un addome sottile che termina con un aculeo, usato non per difendersi da predatori, ma per paralizzare le prede. Guardando meglio, forse sembra più una vespa senza ali, che una formica.
L'amico degli antiquari, proprio come tante specie di vespe, è un insetto parassitoide. La femmina depone le uova all'interno delle larve dei tarli e di altri coleotteri, dopo averle immobilizzate con la sua puntura. Le larve dei tarli, paralizzate, ma vive, diventano così il pasto delle giovani larve dello scleroderma, che si sviluppano a loro spese. Un ciclo spietato, ma molto efficace. A differenza delle formiche, non forma colonie né ha una struttura sociale complessa. Vive da sola e compare solo dove ci sono tarli attivi all'interno del legno.
Da dove arrivano questi piccoli parassiti simili a formiche e come eliminarli dalle case
Sclerodermus domesticus non è un insetto particolarmente diffuso, e difficilmente lo si incontra per caso. La sua presenza è chiaramente strettamente legata a quella dei tarli del legno, che rappresentano la sua unica vera fonte di sostentamento e l'unico modo che è per riprodursi. Dove non ci sono tarli, lo scleroderma non ha motivo per insediarsi e – se vi entra accidentalmente – non riesce a proliferare. Inoltre, solo i maschi (piccoli, senza pungiglione e con vita breve) hanno le ali.
Le femmine sono completamente attere (senza ali) e per questo la specie non ha grandi capacità di disperdersi e diffondersi in nuovi ambienti. È per questo che, più che eliminare lo scleroderma in sé, la soluzione sta nel rimuovere i tarli. Trattamenti antitarlo professionali, come la fumigazione o il riscaldamento del legno a temperature letali per le larve, rappresentano i metodi più efficaci. Una volta che i tarli vengono eliminati, anche l'amico degli antiquari scompare, non avendo più fonti di cibo.
Puntura dello scleroderma: è pericolosa per l'uomo e gli animali domestici?

La puntura di scleroderma è una delle ragioni principali per cui questo minuscolo insetto viene notato. Solo le femmine pungono, e lo fanno non per difesa, ma per paralizzare le larve di tarlo. Tuttavia, può capitare che pungano in risposta a un contatto involontario (se per esempio ne tocchiamo o calpestiamo accidentalmente uno). La puntura è però molto dolorosa e viene descritta come molto simile a quella di una vespa, ma più persistente.
Può provocare rossore, gonfiore, prurito e, nei casi più sensibili, reazioni allergiche locali con formazione di vesciche o piccoli noduli. La buona notizia è che non è troppo pericolosa né per gli esseri umani né per gli animali domestici, a meno che – come per gli altri imenotteri come api e vespe – non si è soggetti particolarmente sensibili o fragili. In caso di reazioni anomale o di più punture ripetute (come le vespe possono pungere più volte), è comunque sempre consigliabile rivolgersi al proprio medico.