
Il 6 giugno un uomo ha colpito un cavallo con un casco. È successo all’Ippodromo di Pontecagnano, in provincia di Salerno, poco prima di una competizione. Il cavallo si chiama Gandalf Grif, e dalle immagini diffuse dall'associazione IHP Italian Horse Protection non vuole mettersi in linea per la partenza della corsa. Uno dei presenti allora interviene colpendo l'animale e portandolo ai blocchi di partenza.
A seguito della diffusione delle immagini anche l'associazione Zampe che danno una mano Odv è intervenuta denunciando l'episodio al Tribunale di Salerno per il reato di maltrattamento.
Il video dell'uomo che picchia il cavallo durante la corsa
Il cavallo protagonista del video è contrassegnato con il numero 9 e si chiama Gandalf Grif. Si tratta di un individuo molto giovane di soli tre anni, definito come un puledro dagli attivisti per i diritti degli animali che hanno denunciato il fatto.
Nel video si vede il cavallo mentre si rifiuta di mettersi sulla linea di partenza al momento della corsa, e anzi si gira e va nella direzione opposta. Ad un tratto si vede arrivare un uomo arrivare un uomo che lo colpisce sul muso con un casco, per poi afferrarlo e tirarlo per l'imboccatura fino al nastro di partenza.
L'avvocata: "Crudeltà gratuita e immotivata"
L'avvocata Giada Bernardi, presidente dell'associazione Zampe che danno una mano ha spiegato che: "Picchiare brutalmente il cavallo, peraltro un puledro di soli 3 anni, sul muso con un casco e poi strattonarlo per l'imboccatura è una condotta esecrabile ed integrante il reato di maltrattamento di animale. Condotta che non trova giustificazione alcuna e che è connotata da crudeltà gratuita ed immotivata. Al puledro ha determinato dolore ed è stata sicuramente causa di trauma, essendo i cavalli animali estremamente sensibili e delicati".
Secondo l'avvocata i contorni del reato di maltrattamento, punito dall'articolo 544-ter del Codice penale sarebbero applicabili a questo caso: "La Cassazione ha definitivamente chiarito, e non da un giorno, che per integrare il reato di maltrattamento non è sempre necessaria l'insorgenza di una vera e propria ‘malattia' , ma è sufficiente che l'animale subisca sofferenze ingiustificate o una lesione dell'integrità psicofisica. Questo include anche stress, paura e traumi, che possono derivare da percosse. I cavalli sono forse tra gli animali più abusati e sfruttati, e troppo spesso i maltrattamenti di cui sono vittime rimangono nascosti tra le quattro pareti di un box o tra le mura di una scuderia. Ed è ora di buttarle giù quelle pareti, denunciando sempre ogni condotta maltrattante".