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29 Settembre 2025
15:08

Brumazione: cos’è e come funziona il “letargo” dei rettili

La brumazione è il “letargo” dei rettili, ovvero un periodo di attività ridotta in cui rallentano il metabolismo per sopravvivere al freddo. I rettili sono infatti fortemente influenzati dalla temperatura esterna e hanno bisogno di calore per riscaldarsi, muoversi e "accendere" il proprio corpo.

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La brumazione è il letargo dei rettili e serve ad affrontare e superare le rigidità dell’inverno

Con l'arrivo dell'autunno molti animali si apprestano ad affrontare il periodo più difficile e povero di risorse dell'anno. Alcuni lo fanno per esempio andando in letargo e più o meno tutti abbiamo in mente l'immagine dell'orso che si addormenta nella sua tana in attesa che finisca l'inverno. Tuttavia, in natura esistono tanti modi differenti per affrontare i periodi freddi e senza cibo.

I mammiferi come appunto gli orsi, ma anche ricci e ghiri entrano in ibernazione o in letargo vero e proprio, rallentando al massimo le loro funzioni vitali e vivendo a lungo grazie alle riserve di grasso accumulate. I rettili, invece, non vanno in un vero e proprio stato di letargo, ma in brumazione, un processo a dire il vero molto simile per finalità, ma piuttosto differente per le modalità e i meccanismi con cui avviene.

Questa strategia è infatti tipica degli animali "a sangue freddo", come appunto tartarughe, serpenti e lucertole, che non potendo regolare attivamente la propria temperatura corporea devono sincronizzare il proprio metabolismo con quello dell'ambiente esterno. La brumazione non è quindi un "sonno profondo" come nel caso di alcuni mammiferi, ma piuttosto uno stato di ridotta attività, un compromesso che permette ai rettili di sopravvivere quando il freddo limita i loro movimenti e rende molto difficile trovare da mangiare.

Come funziona la brumazione dei rettili

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I rettili "funzionano" grazie al calore calore dell’ambiente, per questo in inverno sono costretti a fermarsi e ad andare "in pausa"

Nei rettili la brumazione è strettamente legata alla loro natura di animali ectotermi. A differenza dei mammiferi, che possono mantenere una temperatura corporea costante, i rettili dipendono infatti dal calore esterno per riscaldarsi, muoversi e "accendere" il proprio corpo. Con l'arrivo del freddo e con la riduzione delle ore di luce, il loro metabolismo quindi rallenta, la digestione diventa difficile e i movimenti più faticosi. In questa condizione restare attivi sarebbe inefficiente e consumerebbero più energia di quanta riuscirebbero ad accumulare.

Durante la brumazione i rettili non "dormono" davvero, ma restano per lo più immobili per lunghi periodi, pronti però a muoversi, cambiare posizione, bere piccole e riattivarsi se la temperatura esterna lo permette. Alcuni scelgono buche nelle terreno, cavità naturali o luoghi riparati come le rocce, dove la temperatura resta relativamente più stabile. È una sorta di riposo vigile, in cui l’attività è ridotta al minimo indispensabile per superare la stagione fredda ed è innescato più dall'ambiente esterno che dalla fisiologia, come nei mammiferi.

Quando inizia e quanto dura la brumazione dei rettili

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La durata della brumazione di solito coincide con l’autunno e l’inverno, ma dipende sia dalle specie che dalle temeperature stagionali

La brumazione dei rettili inizia generalmente con l'abbassarsi delle temperature e la riduzione delle ore di luce. Nelle zone temperate dell'emisfero boreale questo periodo coincide generalmente con l'autunno e si protrae poi per tutto l'inverno, fino ai primi segnali di primavera. La durata di questa fase varia naturalmente sia in base alle specie che all'ambiente. Le testuggini, le cosiddette tartarughe di terra, possono per esempio restare in brumazione anche per 3 o 4 mesi, mentre serpenti e lucertole di solito molto meno.

Può infatti capitare, soprattutto in caso di inverni particolarmente miti e giornate assolate, di vedere lucertole o serpenti uscire fuori dai loro rifugi e godersi il sole o andare in cerca di cibo. Molto, quindi, dipende appunto dall'ambiente e dalle caratteristiche delle specie. Per fare alcuni esempi più concreti, una testuggine di Herman in Italia può entrare in brumazione tra ottobre e novembre e restarci fino a marzo o aprile. Una lucertola campestre o un biacco, possono restare inattivi anche solo per un paio di mesi, se l'inverno non è particolarmente rigido.

Quali specie di rettili attuano la brumazione

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Le testuggini, di solito, entrano in brumazione tra ottobre e novembre e ci restano fino a marzo o aprile

Non tutti i rettili "brumano" quindi allo stesso modo e a dire il vero alcuni non lo fanno affatto, ma la maggior parte di quelli che vivono in ambienti temperati, freddi e con una forte alternanza di stagioni, . La brumazione, inoltre, riguarda anche gli animali tenuti in cattività o allevati dagli appassionati, come appunto tartarughe, testuggini, serpenti, drago barbuto, gechi e altri sauri. Per alcuni di questi animali, in casa la brumazione deve talvolta essere "indotta", per via delle temperature domestiche più miti e regolari.

Far "saltare" la brumazione ad alcuni rettili, infatti, può essere molto rischio per certe specie e alterare i loro cicli naturali o riproduttivi, soprattutto in caso di giornate o periodi improvvisamente più freddi. Al contrario, come nel caso del letargo dei mammiferi, i rettili che vivono in climi tropicali, tra cui alcuni gechi o iguane, non vanno in brumazione, perché nei loro habitat le temperature rimangono costanti durante l'anno. In questi casi, imporre un periodo di inattività sarebbe dannoso o pericoloso per la loro biologia.

La brumazione è quindi una strategia fondamentale per molte specie di rettili, che permette loro di sincronizzarsi con il ritmo delle stagioni, i cicli naturali e di resistere così ai mesi più duri e poveri di risorse e calore. Ha lo stesso scopo dell'ibernazione o del letargo dei mammiferi, ma avviene con tempi e modalità più "rettiliane", ovvero fortemente influenzate dall'ambiente e dalla temperatura esterna e gestita attraverso soprattutto il comportamento, piuttosto che con meccanismi biologici o fisiologici interni.

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