
Animali mischiati insieme ai peluche nei distributori automatici: non è una scena tratta dalla nuova stagione di Black Mirror ma la realtà in alcune località della Cina. Qui i cani vengono rinchiusi nelle teche delle claw machine e dati in premio a chiunque riesca a vincerli pescandoli. Il fenomeno è stato denunciato da Action Project Animal, organizzazione internazionale specializzata in indagini sotto copertura nel mondo dello sfruttamento animale.
In vista dell'imminente Festival della carne di cane di Yulin gli attivisti hanno puntato il loro sguardo sull'Asia portando all'attenzione pubblica la pratica di dei distributori automatici con animali vivi all'interno, soprattutto cani di piccola taglia e gatti. Ne abbiamo parlato con il fondatore dell'organizzazione, Davide Acito.
Avete denunciato il fenomeno degli animali nei distributori automatici, quanto è esteso questo fenomeno in Cina?
Questi distributori, non clandestini come siamo portati a pensare, si trovano nelle città più grandi e nei centri commerciali. I cuccioli spesso vengono lasciati nel plexiglass esposti a ogni tipo di temperatura, e se si trovano in strada al sole vengono inserite delle bottiglie d'acqua ghiacciate per evitare che i cani muoiano per il caldo. Ma questo non ci stupisce, parliamo di un paese in cui i diritti degli animali sono totalmente assenti, quindi chiunque è libero di fare ciò che vuole con loro. Notiamo maggiormente questi distributori quando contengono cani e gatti, ma vengono venduti anche portachiavi con all'interno piccole tartarughe o pesciolini. Queste sono vere e proprie crudeltà a cui il cittadino medio è solitamente avvezzo.
Quindi vengono considerati come se fossero giocattoli a tutti gli effetti?
Sì, il classico pupazzo che puoi vincere al parchi giochi, solo che invece di pescare un peluche si pesca un cucciolo. E questo la dice lunga sul futuro che li aspetta una volta che arrivano a casa. Molto spesso vengono trattati veramente come degli oggetti e quando crescono o si comportano male vengono lasciati in strada, come un gioco che non si usa più. Questo è sconvolgente, ancora di più se pensiamo che mancano le leggi e le basi del diritto animale.
Per questo con la tua organizzazione siete così attivi in Asia e in Cina?
Sì, fino a quando qui non verranno riconosciuti i diritti degli animali vedremo sempre cani mangiati e torturati: usati come portachiavi o esposti sotto al sole cocente come le altre merci in vendita. Continueremo a vedere tutto questo. Vogliamo cambiare il futuro degli animali lì in Cina, e in generale in tutta l'Asia, per sempre.
In che modo state cercando di cambiare questa situazione?
Facciamo delle missioni sul posto. Ogni anno noi ci dedichiamo a documentare i maltrattamenti che vediamo e poi usiamo tutto il materiale per fare pressione sulle istituzioni, come ad esempio il Parlamento europeo. Il cambiamento più importante però avviene attraverso le persone del posto: negli anni abbiamo creato un network che ci permette di fare delle missioni di salvare degli animali. Prima lo facevamo da soli, oggi abbiamo l'aiuto di moltissimi cittadini locali, questo vuol dire tanto perché il cambiamento deve avvenire in loco. Non vogliamo puntare il dito ma creare un cambiamento insieme.
Quando si parla di maltrattamento animale e Cina viene in mente subito il consumo di carne di cane e soprattutto il Festival di Yulin, che si tiene ogni anno nella Regione Autonoma di Guangxi Zhuang. Cosa hai visto quando ci sei stato?
Viene definito dog meat festival, ma in realtà storicamente nasce per celebrare la giornata più lunga dell'anno, il solstizio d'estate. Col tempo però per ragioni commerciali si è iniziato a puntare tutto sulla carne di cane che viene preparata in ogni modo. Oggi esiste turismo interno che attrae milioni di persone incuriosite da questa pratica dato che al contrario di quello che si pensa comunemente il cane non si mangia in tutta la Cina, e per molti cinesi è una curiosità, un'esperienza da provare almeno una volta.
Si fa presto però a dire Cina: è un paese enorme composto da moltissime popolazioni profondamente diverse tra loro per usi e costumi, e alcune consumano carne di cane. Anche in Occidente però mangiamo animali domestici come mucca, maiale e galline. Non è un controsenso criticare qualcun altro solo perché mangia animali diversi dai nostri?
Ogni luogo ha la propria cultura, ma quello che accade ai cani destinati al consumo alimentare è intollerabile. È inaccettabile che cani, gatti o qualsiasi altro animale possa essere ucciso in questo modo: i macelli, dove io sono stato, sono un vero inferno. Quei cani non vengono allevati per a scopo alimentare ma vengono raccattati per strada oppure rubati alle loro famiglie. Sono cani che prima dormivano su un divano, e poi si sono ritrovati in un macello. Sappiamo che molti vengono rubati perché spesso hanno il collare e la targhetta. Quello che noi vogliamo è quindi dare loro una seconda chance. Capisco la cultura alimentare, ma questa non lo è.