
Anche la Germania ha deciso di cambiare approccio nella gestione del lupo. Il governo federale ha infatti approvato una nuova legge che rende più semplice l'abbattimento degli individui considerati "problematici", cioè responsabili di attacchi ripetuti agli animali allevati, in particolare negli allevamenti ovini e caprini. Una scelta che si inserisce in una tendenza ormai sempre più diffusa in Europa, dove la presenza del predatore è tornata a crescere dopo decenni di assenza.
"Il ritorno del lupo in Germania e in Europa è un successo per la politica di protezione delle specie", ha dichiarato in una conferenza stampa a Berlino il portavoce del governo Stefan Kornelius. "Ma con la sua crescente espansione sono sorti anche conflitti con gli allevatori e con l’opinione pubblica". È proprio su questo equilibrio difficile, tra tutela della biodiversità e attività umane, che si inserisce la nuova normativa, facilitata dal recente e controverso declassamento europeo dello status di protezione della specie.
Cosa dice la nuova legge tedesca per l'abbattimento dei lupi
La legge è stata adottata dalla coalizione di governo tra conservatori e socialisti e permette ai singoli Länder – gli Stati federali tedeschi – di intervenire con maggiore flessibilità nelle aree dove la densità di lupi è più elevata. In pratica, se un lupo supera ripetutamente le misure di prevenzione, come recinzioni elettrificate o cani da guardiania, e continua a predare animali domestici d'allevamento, potrà essere abbattuto più rapidamente, senza lunghe procedure burocratiche.
Il lupo resta comunque una "specie protetta", ma con un livello di tutela meno rigido rispetto al passato. Questo è stato possibile dopo il recente declassamento deciso a livello di Unione Europea e della Convenzione di Berna, che ha spostato il lupo dall'elenco delle specie "rigorosamente protette" a una categoria che consente maggiori deroghe. Una direzione simile a quella intrapresa anche dall'Italia, dove nei giorni scorsi il voto della Camera ha ribadito un orientamento politico chiaro a favore degli abbattimenti.
Quanti lupi vivono in Germania e in quali regioni si trovano i branchi più numerosi

Secondo i dati del ministero dell’Agricoltura tedesco, nel paese vivono attualmente 209 branchi di lupi. La maggior parte è concentrata negli Stati orientali e settentrionali, in particolare nel Brandeburgo, in Sassonia e in Bassa Sassonia. Si tratta di un ritorno relativamente recente, considerando che il lupo era scomparso dalla Germania per oltre un secolo ed è tornato stabilmente solo a partire dagli anni 2000, grazie alle politiche di protezione adottate in tutta Europa.
Questo ritorno, però, ha portato anche a una crescita dei conflitti. Nel solo 2024, circa 4.300 animali d’allevamento – soprattutto pecore e capre – sono stati uccisi dai lupi, nonostante l'uso di recinzioni e cani da guardia. Numeri che alimentano il malcontento tra gli allevatori, soprattutto nelle aree rurali dove la pastorizia è ancora una risorsa economica e culturale importante. Tuttavia, la scelta di facilitare gli abbattimenti, secondo molti esperti e associazioni ambientalista, non ha nulla di scientifico e non aiuterà a ridurre i conflitti.
Un problema europeo che per gli esperti non si risolve uccidendo i lupi
Dal 1992, anno della direttiva europea che vietava l'uccisione del lupo, la popolazione è cresciuta fino a raggiungere circa 20.300 individui in tutta l'Unione Europea. Un dato spesso citato per dimostrare il successo delle politiche di conservazione, ma che oggi viene anche usato per giustificare una gestione più "attiva" della specie. Tuttavia, secondo molti biologi e ricercatori – tra cui Luigi Boitani, tra i massimi esperti europei di grandi carnivori – si tratta esclusivamente di una "decisione politica che non ha nulla di scientifico".
Numerosi studi, come uno recentemente condotto negli Stati Uniti, dimostrano che gli abbattimenti non aiutano a ridurre in maniera significativa gli attacchi. Per di più, secondo i dati recentemente diffusi da "Io non ho paura del lupo", in Italia vengono già uccisi ogni anno centinaia di lupi tra bracconaggio e investimenti stradali, eppure i conflitti restano. Il rischio, quindi, è che l'abbattimento diventi una scorciatoia poco utile, invece di investire davvero su misure prevenzione, indennizzi rapidi e convivenza.