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19 Novembre 2025
11:10

A Lecce un cane abbandonato sul balcone cade e muore, ma il suo umano non è stato condannato per uccisione

A Lecce un cane è morto dopo l'abbandono sul balcone, ma il suo umano non è stato condannato per uccisione. A Fanpage.it l'avvocata Giada Bernardi spiega perché.

Intervista a Giada Bernardi
Avvocata specializzata in tutela animali
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A Lecce un cane è morto dopo essere caduto dal balcone su cui era stato abbandonato

Il Tribunale di Lecce ha condannato un uomo al pagamento di una sanzione di 5 mila euro per il reato di abbandono di animale. Il cane era stato lasciato sul piccolo balcone di casa legato a una corda e da lì è caduto e morto.

Nonostante il decesso dell'animale, l'uomo non dovrà rispondere di uccisione di animale, reato recentemente riformato dalla legge Brambilla, il perché lo spiega a Fanpage.it l'avvocata Giada Bernardi: "Le motivazioni della sentenza devono ancora essere diffuse, tuttavia anche se non ha perpetrato direttamente direttamente la morte, è stata la conseguenza di una condotta omissiva. Come capo di imputazione si sarebbe quindi potuto integrare almeno il maltrattamento".

Perché chi lascia il cane sul balcone può essere denunciato per abbandono

Con sentenza emessa il 28 ottobre, di cui si attendono ancora le motivazioni, un uomo è stato condannato per aver abbandonato il proprio cane sul piccolo balcone di casa. Da quell'atto è conseguita poi la morte dell'animale che dopo essersi arrampicato su una panca a ridosso della ringhiera è caduto nel vuoto.

A livello nazionale non esiste alcuna norma che vieti di lasciare il cane sul balcone, e farlo non rientra per forza nel reato punito dall'articolo 727 del Codice penale. A fare la differenza sono le modalità di detenzione del cane: se lo spazio è troppo ristretto, manca un riparo adeguato, oppure non ha a disposizione cibo e acqua, ecco che può scattare la denuncia per abbandono, anche se formalmente l'animale è ancora nel perimetro di casa.

Non è stato invece riconosciuto il reato di uccisione, benché dall'abbandono sia derivata la morte, e così il maltrattamento. Circostanze che avrebbero reso ben più pesante la sanzione di 5 mila euro comminata alla persona che ha lasciato il cane sul balcone.

A seguito dell'inasprimento delle pene per i reati contro gli animali, l'uccisione viene punita un massimo di 4 anni di carcere e 60.000 euro di multa. Tuttavia, come si legge nell'articolo 544 bis del Codice Penale perché il reato sussista è necessario che venga compiuto "per crudeltà o senza necessità". Il maltrattamento a sua volta viene punito con la reclusione fino a 2 anni e 30.000 euro di multa.

L'avvocata: "Isolare il cane sul balcone è maltrattamento"

Secondo l'avvocata specializzata in tutela animale, Giada Bernardi,"Lasciare un cane sul balcone in una condizione di isolamento sociale, di per sé integra maltrattamento. In queste condizioni il cane è privo dell'affetto, esposto alle intemperie, con modalità tali da devastarlo psicologicamente e fisicamente. A queste condizioni non si tratta solo di abbandono".

Per l'avvocata, che tra gli altri casi si è occupata della sconvolgente vicenda del cane Giacomo ucciso a colpi d'ascia, il maltrattamento e l'uccisione in questo caso sarebbero legati a doppio filo: "Dal maltrattamento, quindi dalla condotta dell'agente, deriva anche l'uccisione di animale. È vero che l'uccisione non è stata perpetrata direttamente, ma è stata la conseguenza di una chiara condotta omissiva".

E aggiunge: "Il maltrattamento è un reato a forma libera, cioè può essere perpetrato nei modi e nelle forme più disparate, fra cui appunto l'isolamento sociale perenne del cane sul balcone. Resta quindi da capire perché non sia stato denunciato e condannato per questo reato evidente".

Sulla sentenza sottolinea i passi che la giustizia in Italia deve ancora compiere per dimostrare di tutelare davvero i suoi animali: "Si tratta di un piccolo passo su lungo il percorso. È vero che c'è una condanna, ma è altrettanto vero che non c'è stato il riconoscimento di tutti i reati commessi".

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