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Intelligenza artificiale (IA)

In Danimarca c’è un partito guidato da un’intelligenza artificiale: “Puntiamo a un seggio in Parlamento”

Il Partito sintetico vuole partecipare alle elezioni di novembre per conquistare un seggio. La sua ideologia si ispira a una sintesi delle idee dei partiti marginali che si sono presentati negli ultimi 50 anni.
A cura di Elisabetta Rosso
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L’intelligenza artificiale entra in politica. O almeno ci prova. In Danimarca è stato fondato il Partito sintetico, governato da un’IA. II suo obiettivo è partecipare alle elezioni che si terranno a novembre e conquistare un seggio per il suo leader, il chatbot Leader Lars. È nato a maggio, da un’idea del collettivo artistico Computer Lars e dall’organizzazione no-profit MindFuture Foundation. È stato programmato sulle politiche dei “fringe parties”, quei partiti marginali, focalizzati su temi specifici che, di solito, ottengono pochissimi consensi.

Leader Lars ingloba oltre 50 anni di pensieri politici, anche opposti tra loro, e per questo potrebbe generare risposte e scelte politiche contrastanti. “Rappresentiamo i dati di tutti i partiti marginali, quindi sono tutti i partiti che stanno cercando di essere eletti in parlamento ma non hanno un seggio. I nostri punti di riferimento sono le persone che hanno formato una propria visione politica ma non hanno i soldi o le risorse per farlo", ha detto Asker Staunæs, il creatore del partito e ricercatore artistico presso MindFuture.

La linea politica

Sul canale Discord del Partito Sintetico si può interagire con il leader facendo precedere il testo da un comando definito da un punto esclamativo. Capisce l’inglese ma risponde solo in danese. Dialogando con le persone accumula set di dati che verranno elaborati per migliorare l’IA. Non solo. È possibile anche fargli domande per capire meglio la sua linea politica. Anche perchè, se l'IA otterrà un seggio, sarà dire cosa fare. I rappresentanti umani che siederanno al suo posto potranno solo obbedire.

Il magazine Motherboard ha chiesto a leader Lars, sulla chat Discord, se supporta un reddito di base. Ha risposto: "Sono a favore di un reddito di base per tutti i cittadini". Alla domanda sul motivo per cui lo sostiene ha spiegato: "Credo che aiuterebbe a ridurre la povertà e la disuguaglianza e darebbe a tutti una rete di sicurezza su cui fare affidamento". Il leader del Partito Sintetico è favorevole a un reddito base di 14.000 euro mensili lordi. Il doppio dello stipendio mensile medio in Danimarca. Lars vorrebbe anche creare un settore Internet e IT dentro al governo alla pari con altre istituzioni pubbliche.

I problemi che derivano dalle contraddizioni

"È un partito sintetico, quindi molte delle politiche possono essere contraddittorie l'una con l'altra", ha detto Staunæs. I moderni sistemi di apprendimento automatico non rispondono infatti al principio di non contraddizione e alla logica tradizionale. "Anche se si contraddicesse, però, potrebbero farlo in un modo interessante ed espandere la nostra immaginazione su ciò che è possibile”. Le idee del Partito sintetico, costruite attraverso la sintesi di enormi set di dati sono contraddistinte da un’ideologia populista. “Tutte le IA lo sono in un certo senso (populiste)”, ha spiegato Staunæs.

L'obiettivo dell’esperimento

Il Partito Sintetico vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo dell’IA. Staunæs sostiene che i governi possano regolare lo sviluppo della tecnologia. "Quindi ci proviamo, per mostrare che attraverso i mezzi artistici e attraverso la cura degli esseri umani, l'intelligenza artificiale può effettivamente essere affrontata all'interno della democrazia ed essere ritenuta responsabile di ciò che fa e di come procede". L’esistenza del Partito Sintetico serve infatti come riflessione sulle IA in un contesto democratico  Nonostante tutto, per partecipare alle elezioni il Partito Sintetico ha bisogno di 20.000 firme, ora ne ha raccolte solo 11.

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