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Ultime notizie sullo stupro di gruppo a Palermo

Chi cerca il video dello stupro di Palermo, trova solo truffe: come funziona lo schema di Telegram

Creare gruppi Telegram sull’onda di un’attenzione morbosa legata a un fatto di cronaca è uno dei sistemi più facili per raccogliere i dati personali degli utenti. Negli ultimi giorni questo schema è stato ripetuto parecchie volte.
A cura di Valerio Berra
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I gruppi si sono moltiplicati. Quando ha cominciato a diffondersi la notizia che la violenza di gruppo di cui è stata vittima una ragazza di Palermo era registrata in un video, in molti hanno provato a trovare quelle immagini. E non solo. Hanno cercato l’identità della ragazza, a cui nelle cronache di questi giorni i giornali hanno sempre attribuito un nome di fantasia. Tendenze che non si sono ancora fermate, visto che su Telegram continuano a nascere gruppi e che i profili social della vittima continuano ad essere frequentati dai turisti della cronaca nera.

Anche il Garante è intervenuto. Cercare e diffondere i dati personali della vittima o il video della violenza possono portare a sanzioni o conseguenze di tipo penale. La Polizia Postale ha spiegato a Fanpage.it che spesso su Telegram chi cerca questo tipo di materiali incontra solo truffe. Sta succedendo adesso, è successo in passato e succederà anche per i prossimi casi di cronaca. Tutte le volte che ci sarà un qualsiasi tipo di materiale sensibile che le persone sanno di non poter trovare su Google.

Come funziona lo schema delle truffe su Telegram

Questa piattaforma di messaggistica è stata lanciata nel 2013 dai fratelli Nikolai e Pavel Durov. Doveva essere un sistema di messaggistica per proteggere i dati degli utenti, basato su quella crittografia end-to-end che allora non era ancora stata adottata dalle altre app. L’assenza di una moderazione, lo spostamento della sede legale a Dubai e la ritrosia a lavorare con i governi degli altri Paesi l’hanno trasformata in un’app dentro cui si può trovare praticamente ogni tipo di materiale. Ed è per questo che gli utenti cercano qui i video, le informazioni o le immagini che sulle altre piattaforme verrebbero seccate dai team di moderazione.

Alcuni dei gruppi nati per diffondere il video della violenza di Palermo sono stati chiusi. L’attenzione mediatica e gli avvertimenti del Garante possono aver scoraggiato gli utenti che hanno provato a racimolare qualche iscritto sull’onda di questo interesse. Altri invece sono rimasti attivi e continuano ad attirare pubblico.

Chi arriva qui trova un sistema già usato da tempo su Telegram. Il primo gruppo, quello visibile al pubblico, è una scatola vuota. Non contiene niente, se non un'immagine che chiede di cliccare sul link contenuto nel profilo. La scusa ufficiale è la necessità di verificare il profilo ma con questa operazione spesso vengono salvati il numero e i dati personali degli utenti. Utili sempre per costruire dataset da vendere al primo interessato.

Altre volte invece questi link rimandano a canali bot. C’è un messaggio automatico che chiede di confermare la propria identità attraverso una serie di comandi. Visto da fuori sembra un ottimo modo per mettere insieme un po’ di dati e raccogliergli automaticamente su un file più ordinato.

La rete di canali Telegram

Il più delle volte però i link che si trovano in questi gruppi portano l’utente dentro una rete di gruppi Telegram. Nello specifico si tratta di canali broadcast, dove possono pubblicare contenuti solo gli amministratori mentre gli utenti si limitano a scrivere commenti o reaction. Da cui si trova di tutto.

Ci sono canali che promettono di accedere a profili OnlyFans senza pagare, altri che garantiscono di trovare materiale pornografico amatoriale, altri dove si annuncia la condivisione di foto e video di ragazze minorenni. Ovviamente in questo articolo non troverete nomi, anche per decenza. Spesso queste sono solo scatole vuote che rimandano ancora a profili bot, altre volte raccolgono clip prese dai portali di pornografia più noti.

In mezzo a tutti questi contenuti pornografici però c’è anche altro. Spesso la pornografia o i video morbosi che arrivano dai casi di cronaca sono solo il primo passaggio per attirare gli utenti verso gruppi in cui si promettono guadagni enormi con il trading online, l’attività di acquisto e vendita di azioni attraverso piattaforme virtuali. E questa volta per partecipare alle attività dei gruppi non bastano un paio di click: si cominciano a chiedere soldi.

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