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Nel cervello degli esploratori

C’è chi preferisce le strade sicure e chi ama intraprendere percorsi difficili, affrontando a viso aperto le incertezze. Ma quali sono i meccanismi che ci spingono in una direzione o nell’altra, quando dobbiamo prendere delle decisioni?
A cura di Nadia Vitali
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C è chi preferisce le strade sicure e chi ama intraprendere percorsi difficili, affrontando a viso aperto le incertezze. Ma quali sono i meccanismi che ci spingono in una direzione o nell altra, quando dobbiamo prendere delle decisioni

La curiosità che spinge a valutare nuove strade e soluzioni alternative può dare vita a veri e propri scatti improvvisi in termini di sviluppo: l'umanità, molto spesso, ha compiuto dei significativi passi avanti grazie proprio a quanti non hanno avuto il timore di sperimentare e conoscere, talvolta vere e proprie «menti diverse» in grado di guardare oltre i limiti ed i confini imposti dalla contingenza. Gli «esploratori», siano essi sempre pronti a partire per luoghi lontani ansiosi di conoscerne la gente e la cultura o, piuttosto, dediti all'indagare in profondità in tutto ciò che ancora non è noto o comprensibile del mondo ad essi circostante, svolgono un ruolo determinante nella società e, da sempre, hanno portato enormi contributi per il progresso della nostra specie.

Il segreto degli esploratori – Un gruppo di ricercatori della Brown University di Providence, negli Stati Uniti, ha recentemente eseguito uno studio, pubblicato dalla rivista  Neuron, confrontando i dati relativi a 15 volontari: sottoposti ad una sorta di gioco il cui obiettivo era riuscire ad accumulare il più alto punteggio possibile cercando le migliori strategie, circa la metà di questi sono risultati essere più propensi a favorire una strada «incerta» quando dovevano prendere delle decisioni. Il meccanismo alla base di tale tipo di atteggiamento celerebbe, in verità, un accurato calcolo e non sarebbe frutto, banalmente, di un approccio mancante di cautela: per gli «esploratori» che scelgono minore sicurezza, nella valutazione delle opzioni la ricerca della più alta gratificazione possibile sarebbe perseguibile solo attraverso la conoscenza di un nuovo elemento perché potrebbe, comunque, apportare benefici maggiori rispetto alle situazioni già conosciute, delle quali sono inevitabilmente già noti anche gli aspetti negativi.

Affrontare l'incertezza o rimandarla? – Inoltre, posto che l'incertezza costituisce uno svantaggio per l'essere umano e per la sua necessità di controllo sull'ambiente circostante, i ricercatori hanno sottolineato come nel tentativo di evitarla gli uomini possano presentare due opposte tipologie di comportamento: in un primo caso i rischi legati all'incertezza vengono scongiurati nel momento preciso in cui si prende la decisione contingente; gli «esploratori», invece, preferirebbero evitare l'incertezza nel lungo periodo e, per questa ragione, affrontare immediatamente strade nuove e poco note, quasi a combattere con forza ed immediatamente le paure che, inevitabilmente, ogni uomo porta con sé. Insomma, non si tratterebbe che di un'altra strategia utile a superare le difficoltà che, nella fattispecie, avrebbe riflessi sulla vita quotidiana di ciascun individuo, influenzando tutti gli aspetti dell'esistenza.

Il ruolo della corteccia prefrontale – Grazie allo strumento della risonanza magnetica gli studiosi guidati da David Badre, docente del dipartimento di Scienze Cognitive, Linguistiche e Psicologiche, hanno avuto modo di verificare come la corteccia prefrontale rostrolaterale dell'emisfero destro risulti essere fortemente coinvolta nel processo di analisi e valutazione delle incertezze all'interno del processo decisionale: si è infatti osservato, attraverso il monitoraggio dei cervelli dei volontari, che maggiore era l'indecisione, maggiore era l'attività di quell'area del cervello. Del resto, non è un mistero: la corteccia prefrontale è notoriamente la sede del cervello deputata all'integrazione delle informazioni e degli stimoli ricevuti attraverso i sensi e alla pianificazione e risoluzione dei problemi. Che si appartenga all'una o all'altra categoria, che si preferisca non osare nemmeno sul menu di un ristorante o che si ami lanciarsi con entusiasmo in esperienze nuove e di cui non si conosce poco o niente, secondo lo studio, il mistero sarebbe tutto racchiuso in un'area ben precisa del nostro cervello.

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