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Il presidente Bundesbank bacchetta l’Italia: “Troppe violazioni del Patto di Stabilità”

Il numero uno della banca centrale tedesca, Jens Weidmann, critica le proposte del governo Renzi: “Condividere i rischi non è un incentivo a rispettare le regole di bilancio, serve una maggiore integrazione politica e più controlli per rendere più robusta l’unione monetaria”
A cura di Antonio Palma
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"Da quando esiste l'Unione monetaria le regole del patto di stabilità e crescita sono state violate da alcuni Stati, fra i quali anche l'Italia, più spesso di quanto siano state osservate", così il numero uno della Bundesbank, Jens Weidmann, critica apertamente le politiche economiche del nostro Paese mettendo in guardia il governo su un possibile ritorno della tempesta sul debito se no si prendono immediate misure. In un intervento all'ambasciata tedesca a Roma, il governatore della banca centrale tedesca pur ammettendo che "l'unione monetaria non può tornare indietro" ha sottolineato che "per rendere più robusta l'unione monetaria serve una maggiore integrazione politica". "Il rafforzamento del quadro esistente rimane l'unica alternativa" ha dichiarato Weidmann avvertendo però che per accettare la proposta di un eurobond formulata da Renzi e quindi di condivisone di alcuni debiti si dovrebbe mettere mano anche ad un controllo più stretto dell'Ue sul debito italiano.

"Matteo Renzi l’anno scorso, presentando il bilancio, ha dichiarato che la politica sui conti pubblici italiani viene fatta in Italia e che l’Italia non permette che essa venga dettata dai burocrati di Bruxelles", ha ricordato Weidmann, aggiungendo: "In un’unione di bilancio però ogni Stato membro dovrà adempire alle richieste di un’autorità fiscale europea". "Condividere le responsabilità di bilancio, senza forti meccanismi di controllo tra Paesi dell'area euro, non solo non incoraggia il rispetto delle regole, ma anzi all'opposto sarebbe un incentivo ad accumulare più debiti", ha spiegato ancora il presidente della Bundesbank ribadendo di non condividere alcune visioni ottimistiche del nostro ministro dell'economia Pier Carlo Padoan.

"La moneta unica è una decisione politica, non sono i banchieri centrali a dover intervenire. Certo non si immagina come essa possa funzionare quando un Paese continua a non rispettarne le regole. È a quel punto che la politica può decidere se eventualmente quel Paese debba uscire dall’unione monetaria" ha ricordato Weidmann, proponendo di creare una nuova Autorità di vigilanza sui bilanci, "perché attualmente il compito è ricoperto dalla commissione UE in maniera conflittuale scendendo continuamente a compromessi, a danno del rispetto delle regole".

"Con riforme come il Jobs Act che abbattono le barriere alle assunzioni  e il nuovo fondo di risoluzione creato per assorbire i crediti in sofferenza, l'Italia ha intrapreso la giusta strada, ma la possibilità di ridurre velocemente i deficit strutturali creata dalla politica monetaria molto accomodante della Bce non è stata sfruttata" ha ricordato ancora Weidmann, concludendo: "Ciò potrebbe diventare un problema per la sostenibilità del debito quando il consiglio della banca centrale dovesse intraprendere una politica monetaria più restrittiva".

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