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Si rifiuta di prendere a pugni un coetaneo: 12enne accerchiato da 30 bulli e picchiato a sangue

Colby-Lea Saunders, 12enne di Stockton-on-Tees che soffre anche di una forma di autismo, si è rifiutato di combattere con un suo coetaneo, ma è stato a quel punto che un gruppo di 30 ragazzi lo ha accerchiato, spintonato e insultato: “È stato un trauma, ora ha paura anche di uscire di casa”.
A cura di I. A.
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Colby-Lea Saunders, 12 anni (Evening Gazette).
Colby-Lea Saunders, 12 anni (Evening Gazette).

Volevano costringerlo a fare a pugni con un suo coetaneo, ma quando si è rifiutato, Colby-Lea Saunders, 12enne di Stockton-on-Tees, nel Regno Unito, è stato accerchiato da una baby gang composta da 30 ragazzini, che lo hanno spintonato e picchiato a sangue. Colby, come ha raccontato la mamma alla stampa locale, stava tornando a casa da scuola quando è stato raggiunto da un gruppo di compagni, che frequentano il suo stesso istituto e che gli hanno ordinato di combattere contro un altro giovane. "Quando hanno capito che mio figlio non intendeva reagire alle loro provocazioni hanno cominciato a spintonarlo e a insultarlo, dicendo che era un debole", ha continuato la donna.

Colby, che per altro soffre di un disturbo dell'elaborazione sensoriale associata all'autismo, ha cercato con tutte le sue forze di fuggire, ma il gruppo era troppo più forte di lui. "Ha tirato fuori dalla tasca del cappotto il suo cellulare, perché voleva chiamare suo padre, ma gli altri gliel'hanno strappato da mano e gettato a terra, ora è completamente distrutto", ha detto ancora la mamma del 12enne. È stato proprio il papà a trovare Colby per strada, da solo e con parte del corpo ancora dolorante per quanto successo. "Per lui è stato un trauma – ha continuato la donna -. Ora ha paura persino di uscire di casa". La signora Saunders ha anche avvisato la scuola del brutto episodio di bullismo subito dal figlio. "Non sono soddisfatta della risposta dei suoi insegnanti. Dovrebbero fare di più. Non capisco cosa abbia fatto di male per meritarsi tutto questo. Mi spaventa pensare che un gruppo di ragazzini possa fare tutto questo e umiliare così un loro coetaneo".

Intanto, dopo aver denunciato l'episodio alle autorità, anche la polizia indaga su quanto successo a Colby-Lea Saunders. Dal canto suo, la scuola frequentata dal giovane e dai suoi aggressori ha fatto sapere di dare la massima disponibilità a collaborare con gli agenti affinché non si verifichino più episodi di violenza del genere: "Manteniamo uno stretto contatto con gli studenti e i loro genitori – ha detto il portavoce del dirigente -. Faremo il possibile per evitare che accada anche ad altri".

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