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Sedicenne autistica picchiata dalle insegnanti, la denuncia: “Le hanno quasi spezzato la mascella”

Lyndsay aveva 16 anni quando nel 2014 è tornata a casa dopo la scuola con il corpo pieno di lividi. Dopo 4 anni di indagini, per il tribunale non c’erano prove sufficienti per denunciare le sue insegnanti. Così la mamma ha deciso di citare in giudizio la corte.
A cura di I. A.
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Maltrattata in classe dai suoi insegnanti. È questa la denuncia fatta dalla mamma di Lyndsay, ragazza autistica e oggi ventenne, che nel 2014 è stata vittima di un brutto episodio che le ha lasciato la mascella quasi spezzata. "Sembrava fosse stata travolta da un'auto per i lividi che aveva", ricorda Claire Nossiter, che è tornata a parlare del caso dopo aver preso la decisione di citare in giudizio il tribunale, e chiedere così che venga fatta giustizia per la figlia una volta per tutte. Dopo quattro anni di indagini sull'incidente alla Bothwellpark High nel North Lanarkshire, in Scozia, istituto dedicato a scolari con bisogni particolari, da parte della polizia, la corte ha infatti deciso lo scorso gennaio che la coppia di insegnanti non avrebbe affrontato ulteriori procedimenti per mancanza di prove, cosa che Claire non è riuscita ad accettare.

"Sono molto delusa dalla decisione del tribunale di non perseguire ulteriormente le due insegnanti", ha detto al quotidiano Daily Record, aggiungendo di "ricordare di aver ricevuto una telefonata dalla scuola di Lyndsay. Mi diceva che mia figlia era stata allontanata perché aveva dato un calcio a qualcuno e che aveva un piccolo livido sulla guancia, ma quando l'ho vista non potevo credere ai miei occhi. Aveva ecchimosi lungo tutto il corpo, sembrava fosse stata travolta da un'auto. Temevano che la sua mascella fosse stata spezzata". I fatti, dunque, si sono verificati a marzo del 2014. Nonostante le indagini delle forze dell'ordine, la corte del North Lanarkshire ha ritenuto, per mancanza di prove, che il personale docente abbia agito in quell'occasione in maniera appropriata. Ma Claire ha chiesto che venisse ordinata un'ulteriore inchiesta, che portasse a galla la verità.

"Come è possibile – ha dichiarato la legale della donna,  Alison Martin – che un'adolescente torni a casa con simili ferite, riconosciute anche dai medici dell'ospedale dove è stata ricoverata, e nessuno ne sia ritenuto il responsabile?". Dal canto suo, il tribunale ha fatto sapere che se "la posizione probatoria dovesse cambiare, ci riserveremo il diritto di avviare un nuovo procedimento".

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