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A Oristano un gruppo di zanzare è risultato positivo al virus West Nile, responsabile della febbre del Nilo occidentale (West Nile Fever). La comunicazione è arrivata dal Comune sardo dopo i controlli effettuati dall'Istituto Zooprofilattico di Teramo con il servizio di Sanità Animale della Asl 5.
Anche se si tratta di una malattia originaria della regione del Nilo Occidentale oggi è da considerarsi endemica anche in Italia a causa della presenza ormai stabile del suo vettore principale: la zanzara Culex.
Nonostante la diffusione della malattia sia monitorata in Europa e in Italia, ogni anno con l'inizio dell'estate si rincorrono le notizie delle prime infezioni. Facciamo chiarezza sui rischi e sulla reale diffusione del virus e della malattia che causa partendo proprio da Oristano.
Come si diffonde la malattia: la situazione a Oristano
Con la conferma della positività al virus West Nile di un gruppo di zanzare catturato nella zona di via Rockefeller, a Oristano, come da prassi sono state avviate tutte le procedure per evitare la diffusione nell’area circostante e in tutto il territorio comunale. Ora, "La situazione è sotto controllo", hanno sottolineato dalla direzione del servizio di Sanità Animale e del Dipartimento di Igiene e Prevenzione dell’azienda sanitaria oristanese.
Nelle scorse settimane già due cornacchie erano risultate positive al virus della febbre del Nilo, la prima ad Arborea, la seconda ad Oristano. I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare
Le zanzare si infettano proprio pungendo uccelli che hanno il virus nel sangue, questi ultimi infatti sono il serbatoio principale insieme agli insetti. Gli umani – e i mammiferi in generale – nel ciclo della malattia sono solo ospiti accidentali e a fondo cieco, privi di un ruolo nella trasmissione della malattia.
La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo, tuttavia circa il 20% dei contagiati mostra sintomi leggeri come febbre, mal di testa, nausea, e sfoghi cutanei. Meno dell'1% delle persone infette e solo in 1 caso su mille può andare incontro a un'encefalite letale.
La direttrice del Dipartimento di Igiene e Prevenzione dell’azienda sanitaria oristanese, Maria Valentina Marras, ha quindi ricordato alcune regole fondamentali per prevenire il contagio: "È importante che i cittadini, in particolare anziani e fragili, si proteggano adottando una serie di precauzioni. In primo luogo occorre evitare i ristagni d’acqua, dove proliferano le larve di zanzara. Per questo è necessario svuotare di frequente sottovasi di fiori, secchi, copertoni, barili; cambiare spesso l’acqua delle ciotole per animali; tenere le piscine per bambini vuote o coprirle quando non sono usate; trattare con prodotti larvicidi tombini e pozzetti di sgrondo delle acque piovane, zone di scolo e ristagno; verificare che le grondaie siano pulite e non ostruite; coprire le cisterne e i contenitori dove si raccoglie l’acqua piovana con coperchi ermetici, teli o zanzariere".
L'aspetto fondamentale è la prevenzione: "Per difendersi dalle punture è poi consigliato schermare porte e finestre con zanzariere, utilizzare repellenti cutanei per allontanare gli insetti, evitare di sostare in zone in cui sono presenti laghetti artificiali e ristagni d’acqua, come giardini e parchi, in particolare all’imbrunire e di notte, quando le zanzare sono più attive".
Quanto è diffuso il virus in Europa
La diffusione della malattia è monitorata in Europa dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), e in Italia dall‘Istituto Superiore di Sanità (Iss), attraverso screening periodici.
L'infezione da virus del Nilo occidentale nell'uomo è infatti una malattia soggetta a notifica a livello europeo e i casi sono segnalati a livello internazionale grazie a un portale di sorveglianza delle malattie infettive. Anche i focolai nelle popolazioni di uccelli vengono monitorati e sono disponibili nel rapporto mensile congiunto prodotto dall'ECDC e dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA).
Secondo l'ultimo report annuale, nel 2024 19 i paesi in Europa hanno segnalato complessivamente 1.436 casi umani di infezione da virus West Nile, e il paese con l'incidenza più alta è risultato essere proprio l'Italia con 455 casi, seguita sa Grecia (217), e Spagna (138), e a scendere tutti gli altri.
Anche se non c'è una vera emergenza legata al virus e alla diffusione della malattia, il numero di casi segnalati lo scorso anno è risultata superiore alla media mensile degli ultimi 10 anni. A dimostrazione che l'areale si sta espandendo, anche grazie ai cambiamenti climatici e agli eventi meteorologi estremi che stanno favorendo le zanzare Culex, come ha rilevato l'Iss.