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Un 80enne una mattina è uscito di casa con il suo cane, lo ha portato in campagna e gli ha sparato con l'intento di sopprimerlo. L'episodio, risalente al marzo 2023, sarebbe passato sotto silenzio se non fossero state ferite anche delle persone. Ora per l'uomo residente in provincia di Firenze è stata disposta la citazione a giudizio: andrà a processo per rispondere di porto abusivo d'armi, omessa custodia d'armi, e uccisione di animali.
A presentare denuncia e permettere così l'avvio dell'iter giudiziario è stato l'avvocato Cristiano Ceriello, presidente del Partito Animalista Italiano, che spiega: "Per una certa cultura malata gli animali sono solo oggetti e, pertanto, quando non servono più possono essere abbattuti. Ci opporremo a tutto questo".
Perché un uomo ha sparato al cane anziano
Il 24 marzo 2023 un uomo di 80 anni ha portato il proprio cane nelle campagne fiorentine, non lontano dalla sua abitazione, per abbatterlo. L'animale era considerato ormai troppo anziano, e l'uomo invece di rivolgersi al veterinario ha preferito imbracciare il suo fucile monocanna, per il quale non aveva la necessaria licenza rilasciata dall'autorità di pubblica sicurezza, per sopprimerlo con le sue mani.
Una volta arrivato in un luogo isolato però ha incontrato un altro uomo che ha provato a dissuaderlo dall'insano gesto. Il risultato è che anche questo si è ritrovato ferito alla coscia da una scarica di pallini. Il conseguente arrivo del personale del 118 ha permesso di portare all'emersione dell'episodio e avviare le indagini a seguito delle denunce del Partito Animalista e della Lav.
Secondo chi ha condotto le indagini, il cane pur essendo anziano sarebbe stato ucciso "per crudeltà o senza necessità", come previsto dall'articolo 544 bis del Codice Penale. Da qui il rinvio a giudizio con l'accusa di uccisione di animali.
Animalisti Italiani:
Tra le persone che hanno denunciato l'uomo, oggi 87enne, figura anche l'avvocato Cristiano Ceriello, presidente del Partito Animalista Italiano, che spiega: "Un caso di violenza del genere nei confronti di un animale anziano ci lascia senza parole, un delitto commesso da un ottantenne che dimostra come per una certa ‘cultura' gli animali siano ancora visti solo degli oggetti e, pertanto, quando non servono più possono essere abbattuti, addirittura sparati".
Il timore è che anche a seguito della riforma per inasprire le pene per chi maltratta gli animali recentemente approvata poco cambi. "Un caso del genere dimostra, ancora di più, che la legge riconosca gli animali come portatori di diritti – sottolinea Ceriello – Anche con le norme attuali, l'anziano che ha sparato al suo cane rischia quasi la stessa pena di prima della riforma: reclusione sino a 18 mesi, ma per aver portato fuori dalla propria abitazione un fucile con porto d'armi scaduto, un reato giudicato ben più grave in termini di pena rispetto all'uccisione di un essere senziente".