
Alla Camera dei Deputati è stata presentata la proposta di legge a prima firma dell'onorevole Eleonora Evi, insieme alle cofirmatarie Patrizia Prestipino e Debora Serracchiani, perché si riconosca il cavallo come animale d'affezione e si interrompa, soprattutto, una pratica poca nota ma molto diffusa: l'importazione di PSMG.
Si tratta dell'estrazione di un ormone dal sangue dalle giumente gravide, che vengono quasi dissanguate per questo scopo, e che serve a "migliorare la produzione" negli allevamenti intensivi di cavalli che ci sono in Europa ed in Italia.
La presentazione della Pdl è stata accompagnata da immagini raccolte da Animal Equality in cui sono state mostrate le condizioni degli animali in un macello dell'Emilia Romagna. I cavalli sono sottoposti a continui maltrattamenti attraverso anche pratiche di stordimento continuative. Abbiamo chiesto a Eleonora Evi di spiegarci il contenuto della Proposta di Legge e cosa accade sistematicamente negli allevamenti.
Onorevole, perché questa proposta di legge e qual è la situazione in Italia e in Europa?
La Grecia ha già preso questa decisione, dimostrando che si tratta di un risultato raggiungibile se c'è volontà politica. Il consumo di carne di cavallo nel nostro paese, sebbene sia tra i più alti in Europa, è in continuo calo e, secondo recenti sondaggi, la stragrande maggioranza degli italiani non mangia questo animale e ne vorrebbe una maggiore tutela equiparandoli a cani e gatti. Dunque perché attendere? In un momento storico in cui le sfide, quella climatica, ambientale ma anche sanitaria e sociale, impongono di ripensare i sistemi alimentari, io credo che sia il momento di porre con urgenza la discussione anche sulla riconversione degli allevamenti, in questo caso partendo proprio da quelli di cavalli, ma, più in generale, tutti quelli intensivi, verso produzioni etiche e sostenibili.
Quali sono le alternative e quali le motivazioni principali di chi non è d'accordo?
Produzioni 100% vegetali di cui abbiamo grande necessità per liberare terreni agricoli oggi usati soprattutto per coltivare mangimi così da usare meglio le risorse, inquinare meno ed emettere meno Co2, oltre che evitare sofferenza a moltissimi animali. Inoltre, a chi oggi lamenta di perdere tradizioni culinarie del nostro paese rispondo che davanti a tradizioni o usanze ingiuste la società ha cercato di evolversi. Abbiamo abolito la schiavitù, vietato di impiegare bambini nelle fabbriche, conquistato il diritto di voto per le donne e molte altre ingiustizie sono state superate. Macellare cavalli per mangiarne la loro carne può essere una di quelle cose che possiamo decidere di lasciare senza rimorsi nel passato.
Queste proposte di legge, accompagnate poi da documentazioni foto e video che dimostrano chiaramente la sofferenza degli animali, che tipo di attenzione hanno poi da parte dei parlamentari?
Difficile dirlo con precisione. Personalmente ritengo importante mostrare certe immagini e certi video all'interno della Camera dei Deputati proprio per lasciare traccia di queste inequivocabili violazioni delle norme, della portata dei maltrattamenti e della violenza perpetrata sugli animali all'interno dei macelli, in questo caso di cavalli, e stimolare una risposta politica. L'auspicio dunque è che la proposta di legge possa essere incardinata nelle commissioni di merito per essere discussa, organizzando audizioni per ascoltare le posizioni dei diversi soggetti interessati e arrivare presto all'adozione della legge.
Tante proposte di legge rimangono poi ferme o bloccate per lunghissimo tempo. Poi cambiano le legislature e nulla cambia nella realtà dei fatti. Questa che probabilità ha di diventare legge secondo lei?
E' vero, la stragrande maggioranza delle proposte di legge rimane nei cassetti, anche perchè il Parlamento è spesso ingolfato dalla decretazione di urgenza, dai provvedimenti del Governo, condizione che lascia meno spazio all'attività legislativa parlamentare. Personalmente però, su questo tema, ovvero sul definire i cavalli e gli equidi come animali d'affezione e fermarne la loro macellazione, nutro la speranza che si possa muovere qualcosa. Lo dico perché in passato e in questa legislatura, diverse proposte di legge sul tema sono state presentate sia da parte di forze di opposizione che, sopratutto, da esponenti della attuale maggioranza. Sulla base di queste sensibilità condivise si dovrebbe cercare di insistere per costruire un percorso che porti all'approvazione di questa legge.