
Tra le foreste di una delle regioni meno esplorate del pianeta, una nuova specie di uccello è riuscita a restare invisibile agli esseri umani fino a oggi. Non perché fosse davvero così rara, ma perché vive in un ambiente remoto difficile da esplorare, si muove a terra e ha un comportamento molto schivo. È così che, grazie alle fototrappole, un gruppo di ornitologi ha scoperto una nuova specie di garrulo splendente in Papua Nuova Guinea, in Oceania.
La sua descrizione è stata recentemente pubblicata sulla rivista Ibis ed è il risultato di oltre sette anni di monitoraggi in una zona di foresta montana nelle cosiddette Fold Mountains, una catena montuosa nel sud del paese. La nuova specie è stata battezzata Ptilorrhoa urrissia, che nella lingua locale Namo Me significa del "monte Urrissia", un riferimento alla località in cui è stata scoperta.
Chi sono i garruli splendenti

I garruli splendenti sono uccelli appartenenti al genere Ptilorrhoa e alla famiglia dei cinclosomatidi. Si tratta di piccoli passeriformi, cioè dello stesso grande gruppo di passeri, merli e cinciallegre, che vivono esclusivamente in Nuova Guinea e in poche isole vicine e sono quindi endemici di questa parte del mondo.
Sono uccelli che passano gran parte del loro tempo a terra, dove cercano insetti tra foglie e radici, che hanno un corpo tozzo, ali corte, un piumaggio spesso colorato di blu o marrone-castano e una caratteristica maschera scura sul volto con una macchia chiara sulla gola o sulle guance. Sono noti per essere molto "chiacchieroni", ma anche estremamente difficili da osservare: è quindi molto più facile sentirli che vederli.
Prima di questa scoperta, le specie conosciute erano appena quattro, distribuite a diverse altitudini: una nelle pianure, una in collina, una nelle foreste montane e una con una distribuzione più frammentata. La nuova specie si aggiunge ora a questo già ristretto e particolare gruppo.
Una scoperta fatta con pazienza (e fototrappole)

La storia di Ptilorrhoa urrissia inizia nel 2017, quando l'ornitologo dell'Australian Museum Iain Woxvold e il collega Leo Legra hanno avviato un progetto di uno studio biennale con fototrappole su Iagifu Ridge o monte Urrissia. Le fototrappole sono videocamere automatiche che si attivano al passaggio di un animale e vengono usate soprattutto per "catturare" e studiare specie elusive e difficili da osservare.
E così, dopo oltre 1.800 giorni di monitoraggio, le prime immagini hanno mostrato un garrulo splendente diverso da tutti quelli conosciuti. I ricercatori hanno anche provato a catturarlo temporaneamente con reti usate per lo studio degli uccelli, ma senza riuscirci. Nel frattempo, però, le fototrappole continuavano fortunatamente a lavorare e a scattare.
Tra il 2017 e il 2024 sono stati così raccolti 94 fotografie e sette brevi video, che documentano almeno tre o sei individui diversi in un'area di appena 16 ettari. Un confronto dettagliato con esemplari conservati nei musei e con tutte le specie già note ha poi confermato definitivamente che si trattava di qualcosa di nuovo e di mai visto prima: una nuova specie di garrulo splendente rimasta nascosta alla scienza fino a oggi.
Ptilorrhoa urrissia, una specie appena scoperta e già in pericolo

Questa nuova specie sembra essere presente solo a Iagifu Ridge. È stata infatti fotografata solo lì e per be dieci mesi consecutivi, anno dopo anno, ma i numeri di uccelli individuati sono spaventosamente bassi. In sette anni di studio, il numero totale di individui osservati è probabilmente inferiore a dieci. È una popolazione minuscola e probabilmente anche molto isolata, confinata su montagne che non ospitano altre specie simili a quote più alte.
Secondo gli autori, è quindi molto probabile che questa specie sia già seriamente minacciata di estinzione ed è stato quindi proposto di inserirla nella categoria "In pericolo" della Lista Rossa IUCNA. Tra le minacce, ci sono con tutta probabilità i gatti domestici e i cani randagi portati dagli esseri umani, fotografati più volte dalle fototrappole, che per un uccello che depone le uova a terra sono un rischio enorme, ma anche i cambiamenti climatici.
Gli uccelli tropicali di montagna sono tra i più vulnerabili al riscaldamento globale, soprattutto quando non possono più "salire di quota" per cercare ambienti più freschi e habitat adatti, banalmente perché a un certo punto la montagna "finisce". Ptilorrhoa urrissia vive infatti già al limite delle altitudini disponibili ed è probabilmente per via di queste minacce, e per le sua abitudini elusive, che rimasta nascosta fino a oggi.