
Tra le dune sabbiose della penisola di Culuccia, nel nord-est della Sardegna, è stata scoperta una specie di ape selvatica mai vista prima. L'insetto, rimasto fino a oggi sconosciuto alla scienza, è stato chiamato Andrena culucciae, un nome che omaggia Culuccia, oggi penisola, ma un tempo vera isola. A individuarla per primo è stato Matteo Annessi, un giovane entomologo, durante le sue ricerche in collaborazione con l'Università Roma Tre. Lo studio che la descrive ufficialmente, realizzato insieme ad Andrea Di Giulio e Alessandra Riccieri, è stato pubblicato sul Journal of Hymenoptera Research.
La scoperta, resa possibile grazie alla convenzione tra l'Università e l'Osservatorio Naturalistico dell'Isola di Culuccia, rappresenta molto più di un semplice contributo alla conoscenza della fauna sarda. È un esempio quasi unico in Italia di come un patrimonio naturale rimasto dimenticato per decenni possa trasformarsi in un'oasi per il turismo naturalistico, l'educazione ambientale, la ricerca scientifica e la conservazione della biodiversità.
Un'ape solitaria nera, nascosta tra le dune e le fioriture costiere, è diventata così il simbolo di quanto ancora resti da scoprire nei nostri ecosistemi apparentemente già noti. Ma soprattutto, è la protagonista di un racconto che parla di rinascita: quella dell'isola di Culuccia, risorta quando l'imprenditore torinese Marco Boglione e sua moglie Stella decisero di acquistarla.
La scoperta tra le dune: "Un'ape diversa da tutte le altre"

"Tutto è cominciato durante le ricerche sugli insetti impollinatori di Culuccia", racconta a Fanpage.it Matteo Annessi, oggi dottorando e primo autore dello studio che descrive questa nuova specie. "Studiando gli esemplari raccolti tramite retino entomologico e trappole per insetti volatori, uno ci ha colpiti subito: aveva caratteristiche morfologiche insolite. Le analisi al microscopio ottico ed elettronico, e poi quelle genetiche, hanno confermato che si trattava di una specie nuova per la scienza".
Quell’ape, lunga un centimetro e mezzo, appartiene al genere Andrena, che comprende centinaia di specie di imenotteri solitari fondamentali per l'impollinazione. Ma A. culucciae si distingue per alcuni dettagli unici. "Le femmine hanno una combinazione di setole bianche e marroni nelle zampe posteriori mai osservata prima", spiega il professor Andrea Di Giulio. "Anche la struttura degli organi genitali maschili e i margini traslucidi dei segmenti addominali la rendono inconfondibile". Il DNA barcoding ha poi confermato che è geneticamente distinta dalle specie affini".
"Quando morfologia e genetica sono concordi nell'indicare differenze significative tra gli individui in esame, come nel caso di Andrena culucciae, si è certi di essere di fronte a una nuova specie, ed è sempre un’emozionante scoperta", sottolinea invece la Dr.ssa Alessandra Riccieri.
Un'ape solitaria importante per la vegetazione costiera

Le osservazioni sul campo mostrano che quest’ape vola soprattutto tra maggio e giugno, spostandosi da un fiore all'altro di Armeria pungens, una pianta tipica della vegetazione costiera sarda nota anche come parsimonia spinosa. Ma non è fedele a un unico fiore: "È polilettica, cioè raccoglie polline da diverse piante", spiega ancora Di Giulio, "appartenenti a famiglie come Boraginaceae, Cistaceae e Brassicaceae".
Come le altre api selvatiche del suo genere, è una specie solitaria: ogni femmina scava nel terreno il proprio nido, dove depone le uova insieme a una riserva di polline e nettare che nutriranno le larve. I maschi emergono per primi all'inizio della primavera, seguiti dopo pochi giorni dalle femmine, che restano attive per due o tre settimane.
"Contrariamente a quanto si pensa, non esiste una sola specie di ape (quella che fa il miele): solo in Italia ce ne sono oltre 1.000″, sottolinea Annessi, "nella Penisola di Culuccia abbiamo trovato 77 specie, tra cui quella nuova".
Una scoperta che parla di biodiversità e conservazione

Descrivere una nuova specie, per quanto piccola, non è mai un fatto secondario. "Significa arricchire la nostra conoscenza sulla biodiversità del Mediterraneo", aggiunge Di Giulio, "e anche comprendere meglio lo stato di salute degli ecosistemi. Andrena culucciae vive in ambienti costieri dunali, tra i più vulnerabili al cambiamento climatico e all'impatto umano. Sapere che lì vive una specie endemica, forse presente solo in quell'area, ci dice quanto sia importante proteggere questi habitat".
Le dune di Culuccia sono infatti un raro esempio di ambiente costiero rimasto intatto, lontano dal turismo di massa e dalla cementificazione che altrove stanno mettendo in crisi la biodiversità delle spiagge, di cui il fratino è diventato negli ultimi anni la specie bandiera. "È probabile che Andrena culucciae sia una specie localizzata e poco comune", sottolinea il professore. "La sua sopravvivenza dipende dalla conservazione delle dune e della vegetazione spontanea".
L'isola di Culuccia, laboratorio di biodiversità

Questa scoperta è stata possibile anche grazie all'Osservatorio Naturalistico dell'Isola di Culuccia, diretto dalla naturalista Sabrina Rossi, oggi punto di riferimento per la ricerca e l'educazione ambientale in Sardegna. "La nostra missione è conoscere e proteggere gli ecosistemi dell'isola", racconta Rossi. "Collaboriamo con diverse università italiane e la scoperta di Andrena culucciae è nata proprio da una di queste collaborazioni con Roma Tre".
È la dimostrazione di come la ricerca scientifica, quando trova spazi di collaborazione e contesti protetti, possa ancora svelare meraviglie. L'Osservatorio, spiega Rossi, "non si limita alla ricerca, ma promuove anche divulgazione, educazione ambientale e visite guidate per far conoscere la straordinaria biodiversità dell'isola". Un territorio rinato e trasformato in un'oasi per la biodiversità e la sostenibilità.
La rinascita di un'isola dimenticata e risorta grazie alla famiglia Boglione

Per capire come sia stato possibile tutto questo, bisogna tornare indietro di qualche anno. Fino al 2017, l'isola di Culuccia era rimasta praticamente abbandonata per tre decenni, dopo la morte dell'ultimo proprietario. Fu allora che Stella e Marco Boglione decisero di acquistarla. "Non si trattava solo di un investimento immobiliare, ma di un impegno verso quello che chiamiamo Capitale Naturale. L'isola è un bene unico, un'opera d'arte naturale da proteggere e studiare. E per proteggerla bisogna prima conoscerla", racconta l'imprenditore torinese Marco Boglione, presidente del gruppo BasicNet che controlla marchi come Superga, K-Way, Robe di Kappa e Sebago.
Da questa visione è nata l'idea di fondare l'Osservatorio Naturalistico, affidandone poi la direzione a Sabrina Rossi. "Fin dall'inizio abbiamo voluto che l'isola diventasse un laboratorio a cielo aperto, in collaborazione con gli atenei italiani", racconta. "La convenzione con Roma Tre, firmata nel 2021 e rinnovata nel 2023, ha permesso di sviluppare studi fondamentali sulla fauna dell'isola".

Ed è stato proprio durante una di queste ricerche che Matteo Annessi ha trovato un'ape mai vista prima. "All'inizio era solo un sospetto", ricorda l'imprenditore, "ma le analisi hanno confermato che si trattava davvero di una specie nuova. Un momento straordinario, frutto di anni di lavoro silenzioso, di collaborazione e di fiducia nella ricerca".
Oggi Andrena culucciae non è solo un nuovo nome in latino nei cataloghi della biodiversità mediterranea, ma costituisce un'importante opportunità per conoscere e promuovere la conservazione e il ripristino degli habitat costieri, da cui dipende la sopravvivenza di tantissime altre specie. Un piccolo insetto rimasto invisibile per tanto tempo tra le dune di una penisola dimenticata diventa così la prova concreta di cosa significa scegliere di osservare invece che sfruttare, di custodire invece che consumare.