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Una “casa” piena di orsi polari: i video dei plantigradi che vivono in una stazione di ricerca abbandonata in Russia

Le immagini riprese con un drone del video e foto reporter Vadim Makhorov mostrano degli orsi polari che vivono all'interno di una struttura abbandonata dall'epoca dell'Unione Sovietica. Un comportamento raro, considerando che questi super predatori hanno un indole riservata e solitaria.

11 Ottobre 2025
10:31
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Dalla porta di "casa" appare un orso bianco che guarda verso la telecamera del drone con un misto di curiosità e preoccupazione. Poi il campo si allarga e all'interno e intorno una struttura abbandonata sono tanti i plantigradi che hanno scelto come "tana" quella che un tempo era una stazione di ricerca meteo di epoca sovietica.

Le immagini spettacolari arrivano dall'isola di di Kolyuchin, nel Mare dei Ciukci, nell'estremo nord-est della Russia e sono state girate, appunto con l'ausilio dei droni, da Vadim Makhorov, un fotografo specializzato nel riprendere la vita degli animali selvatici.

Gli orsi che abitano la base abbandonata: le immagini, le polemiche e la verità

Questa volta Makhorov ha distribuito sui suoi canali social il video realizzato attraverso l'osservazione ravvicinata degli orsi bianchi, restituendo delle immagini uniche al mondo che consentono di scoprire come vivono questi animali in regioni dove la presenza umana è decisamente scarsa.

Le riprese sono avvenute alla fine di settembre, in un avamposto dimenticato dagli uomini dove nelle vicinanze, come spiega lo stesso fotografo nel post che accompagna il video, "le balene stanno nuotando".

Non a caso il videomaker ha scritto nel post su Instagram che il video mostra "un giorno nella vita degli orsi polari sull'isola di Kolyuchin. Avete contato quanti orsi vivono nella stazione? Gli orsi non sono estranei alla sensazione di conforto e accoglienza e percepiscono la casa come nascondiglio. Un luogo comodo in cui non soffia il vento e non piove. E con il tempo soleggiato, puoi sdraiarti sulla pancia in cortile".

Che il branco ripreso da Makhorov viva una vita serena è abbastanza evidente dalle immagini: gli animali entrano ed escono dalla stazione, giocano, si stiracchiano e marcano il territorio e interagiscono anche con i droni scacciandoli quando si avvicinano troppo.

Sulle immagini, però, è nato un caso perché diverse persone hanno commentato il video suggerendo o, meglio, accusando il videoreporter di aver prodotto le immagini con l'intelligenza artificiale. Il motivo principale di questa interpretazione deriva dall'aver eccepito che gli orsi polari sono animali solitari che non si riuniscono in branco. Altra accusa mossa nei confronti del videomaker naturalista è stata quella di recare comunque disturbo agli animali.

Il fotografo è così ritornato sull'argomento, pubblicando un secondo video in cui spiega che le immagini sono originali, qual è l'interpretazione etologica da dare a questo tipo di comportamento "sociale" da parte degli orsi bianchi e perché il drone non genera fastidio dal suo punto di vista.

"Questa è la seconda parte del video sugli orsi Chukot. … gli orsi polari preferiscono sicuramente stare da soli  – spiega l'autore nel lungo post di accompagnamento alle nuove immagini – ma quando non c'è abbastanza ghiaccio, si riuniscono sulla terraferma e cercano cibo … Gli orsi polari non sono aggressivi l'uno verso l'altro e possono confinarsi insieme in case abbandonate, percependo questi posti come nascondigli. Ma quando il ghiaccio si calmerà, andranno ognuno per la sua strada in cerca di sostentamento".

Il fotografo ha poi voluto rispondere chiaramente alle accuse di ricorrere all'intelligenza artificiale: "No, non uso IA nelle mie foto di viaggio. Non credo sarebbe giusto. Queste immagini sono state girate da un drone. Cerco di non infastidire gli animali. Se vedo che un orso ha paura di un drone, non lo inseguo e allontano il drone. Ma questo succede raramente, perché effettuo voli molto lenti, permettendo agli animali di abituarsi ad un ospite insolito. Il più delle volte, gli orsi stessi sono interessati al drone e lo seguono. Pertanto, nessun orso è stato maltrattato nel filmato precedente. Sono più spaventati dalle navi e dalle barche, dal rumore e dall'odore dei motori a benzina, dalle voci della gente. Il drone è solo un insolito ‘canticchiatore' per loro".

Per quanto riguarda invece l'uso dei droni e gli eventuali fastidi agli orsi procurati per riprenderli, Makhorov non ha dubbi e anzi solleva la questione relativamente all'uso di queste apparecchiature per la caccia e, in generale, a quali sono secondo lui le vere fonti di disagio create dagli esseri umani: "Generalmente, per alcune persone, sparare con droni agli animali è come uno straccio rosso per un toro. Pensano che un drone possa ferire gli animali in qualche modo. Condivido, ma se sono mani inesperte. Ma le persone direttamente o indirettamente fanno molto più male alle loro attività anche senza droni, a volte basta la presenza".

Il precedente: non è la prima volta che gli orsi polari che vivono insieme vengono fotografati

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"House of bears" di Dmitry Kokh

L'unica cosa che però il videomaker non ha detto ai suoi follower è che non è stato lui il primo a immortalare gli orsi polari che vivono nella base sull'isola di di Kolyuchin. 

Sempre nella stessa stagione, ovvero a settembre, ma nel 2021 il primo a scoprire quella strana famiglia di animali che aveva scelto di convivere nonostante l'etologia della specie non prevede un tale avvicinamento sociale intraspecifico, era stato il fotografo russo Dmitry Kokh.

Il fotoreporter all'epoca era in viaggio con il suo team nella penisola di Chukotka ed era arrivato a Kolyuchin durante una tempesta che li aveva obbligati a fermarsi in un luogo sicuro prima di riprendere la navigazione. Il risultato di quella scelta è stato quello di fare appunto una scoperta sorprendente e di essere il primo a immortalare gli esemplari che vivono nella base meteo abbandonata. "Abbiamo notato del movimento sull'isola, abbiamo tirato fuori il binocolo e abbiamo visto degli orsi polari aggirarsi lì intorno, molti, forse 15 o 20 – così raccontava Kokh ai media la sua scoperta  – Siamo rimasti molto sorpresi perché non ci saremmo mai aspettati di incontrare orsi polari così a sud. In questo periodo dell'anno, dovrebbero già essere sul ghiaccio marino, e normalmente sull'isola di Wrangel".

Anche Kokh ha utilizzato un drone per fotografare gli animali e una delle foto che ha scattato, intitolata  "House of Bears" , gli ha fatto vincere il "Wildlife Photographer of the Year", assegnato ogni anno dal Natural History Museum di Londra.

Chi sono gli orsi polari

Gli orsi polari, Ursus maritimus, sono mammiferi carnivori della famiglia Ursidae. Il loro aerale è negli ambienti polari dell'emisfero settentrionale e, insieme agli orsi kodiak (Ursus arctos middendorffi), sono i più grandi carnivori della terraferma.

Li chiamiamo comunemente "orsi bianchi" ma in realtà il loro manto tende al color crema ed è formato da peli trasparenti, capaci di catturare i raggi solari e scaldare la cute. Secondo uno degli ultimi report del WWF, che da anni si impegna in progetti di tutela della specie,  è uno degli animali più minacciati dagli impatti del cambiamento climatico a causa dello scioglimento dei ghiacci.

Gli orsi polari sono effettivamente animali solitari, che si incontrano con un individuo dell'altro sesso solamente in un breve periodo, durante la stagione degli accoppiamenti, che va generalmente dalla fine dell'inverno all'inizio della primavera (marzo/giugno). Tra ottobre e novembre scavano poi una tana invernale dove trascorrere i mesi invernali. Gli esseri umani sono gli unici predatori dell'orso polare, che è di fatto un super predatore e si trova in cima alla catena alimentare del suo habitat. La sua presenza all'interno di un determinato territorio artico è infatti estremamente importante, perché funge da indicatore dello stato di salute dell'intero ecosistema.

Video credits: cc_ Vadim Makhorov @makhorov

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