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Tim Friede non è uno scienziato, né un medico. È un uomo comune del Wisconsin, un ex meccanico grande appassionato di serpenti, soprattutto quelli velenosi. E per quasi 20 anni si è fatto mordere volontariamente da alcune delle specie più letali del pianeta. Un gesto folle, ma che ha appena permesso ad alcuni ricercatori di compiere un enorme passo avanti nella creazione di un super-antiveleno in grado di proteggere contro i morsi di serpenti come il mamba nero, il cobra reale e il taipan dell'interno. La storia emerge grazie a un nuovo studio pubblicato sulla rivista Cell, dove viene descritto questo nuovo composto sperimentale – sviluppato proprio grazie agli anticorpi di Friede – che potrebbe rivoluzionare il modo in cui trattiamo i morsi dei serpenti velenosi.
L'uomo che voleva diventare immune ai morsi dei serpenti velenosi

Tim Friede ha iniziato a iniettarsi piccole dosi di veleno nei primi anni 2000, spinto da un sogno quasi ossessivo: aiutare a creare un antiveleno universale contro i serpenti. Si è fatto poi mordere più di 200 volte da oltre 16 specie diverse velenose, tra cui cobra, mamba, krait e taipan, spesso documentando tutto con video postati online sul suo canale YouTube. In uno di questi si vede chiaramente il suo braccio gonfiarsi dopo il morso di un cobra sputatore. In un altro, racconta invece con apparente serenità di essere sopravvissuto al morso del taipan dell'interno, un serpente australiano – spesso considerato il più velenoso al mondo – che può uccidere un uomo adulto con un singolo morso in meno di un'ora.
Normalmente, un corpo umano sottoposto a un simile stress e sostanze tossiche sarebbe collassato. E invece, Friede è riuscito a sviluppare una sorta di "super-immunità", una risposta difensiva da parte del suo organismo in grado di reagire in modo efficace a diversi tipi di neurotossine presenti nei veleni dei serpenti. E quando i ricercatori della startup Centivax – dove Friede ricopre ora il ruolo di direttore in erpetologia – sono venuti a conoscenza della sua storia, hanno deciso di fare qualcosa che nessuno aveva mai provato a dare prima d'ora: ingaggiarlo, dargli un lavoro e trasformare il suo sangue in un siero antiveleno quasi universale. E a quanto pare ce l'hanno probabilmente fatta.
Un cocktail antiveleno contro i serpenti più letali del pianeta

Fino a oggi, il modo in cui vengono prodotti antiveleni e antidoti non è cambiato molto negli ultimi 100 anni. Si inietta una piccola dose di veleno in un cavallo o in una pecora, si attende che l'animale produca anticorpi e poi si estrae il plasma. Il limite è che ottenuti in questo modo funzionano solo con una specie di serpente per volta, possono causare anche gravi reazioni avverse nelle persone e rimangono comunque difficili da produrre e conservare, soprattutto nei paesi più poveri e dove le risorse sono limitata, che sono poi anche quelli dove i morsi di serpenti velenosi sono più frequenti e letali.
Ma l'approccio basato sul sangue di Friede è stato molto diverso. I ricercatori hanno selezionato 19 tra i serpenti elapidi più letali del pianeta (una famiglia che include cobra, mamba, serpenti corallo e tanti altri) e hanno identificato nel sangue di Friede due specifici anticorpi capaci di neutralizzare i loro veleni. Il primo anticorpo, chiamato LNX-D09, ha protetto i topi da sei veleni diversi. A questo è stato poi aggiunto un piccolo inibitore molecolare, il varespladib, già usato per altri antidoti e che ha esteso la protezione ad altri tre specie di serpenti. Infine, un secondo anticorpo, SNX-B03, ha completato il cocktail, rendendolo efficace contro 13 delle 19 specie testate, con una protezione parziale anche contro le restanti.
I prossimi passi per creare il super antiveleno per tutti

Il composto a tre componenti, semplice ma estremamente potente, potrebbe diventare il primo passo verso un antiveleno universale per trattare i morsi dei serpenti elapidi, non solo per proteggere gli esseri umani. I prossimi passi saranno infatti testare sul campo questo composto, partendo dai tanti cani che vengono morsi dai serpenti velenosi in Australia. Successivamente, si passerà poi ai test direttamente sugli esseri umani, ma non è finita qui. Gli stessi scienziati stanno anche lavorando in parallelo per creare un composto simile per contrastare i veleni delle vipere, l'altra grande famiglia di serpenti velenosi.
L’obiettivo finale è incredibilmente ambizioso: creare uno o due antiveleni universali, facilmente somministrabili e accessibili anche nei paesi più poveri del mondo, dove ogni anno migliaia di persone muoiono o rimangono gravemente mutilate a causa dei morsi dei serpenti. Tim Friede ha subito gravi danni fisici, ha rischiato la vita innumerevoli volte ed è stato spesso deriso o ignorato dalla comunità scientifica. Ma oggi, grazie a lui e alla sua "follia", potremmo essere a un passo dal salvare migliaia di vite. "Molte persone pensano che io sia pazzo e probabilmente hanno ragione – ha detto in un’intervista alcuni anni fa – ma io volevo solo aiutare". E alla fine, potrebbe aver avuto ragione lui.