
Nelle foreste umide di Panama vive un pipistrello grande quanto un topo, ma che caccia utilizzando le stesse tecniche di un leone. Si chiama Trachops cirrhosus, fa parte del gruppo dei "pipistrelli dal naso a foglia", ma è conosciuto in inglese anche come "pipistrello dalle labbra frangiate", e secondo un nuovo studio pubblicato su Current Biology è uno dei predatori più efficienti del regno animale. Piccolo, paziente e molto preciso, riesce a catturare prede più grandi di quanto la sua taglia lasci immaginare, con una strategia di caccia che ribalta molte delle regole dell'ecologia.
Per capire come questi minuscoli carnivori si muovono nel loro ambiente, un gruppo di ricercatori ha dotato venti pipistrelli di minuscoli zainetti elettronici. Questi dispositivi, chiamati biologger, registrano suoni e movimenti in tempo reale, permettendo di seguire gli animali durante le loro cacce notturne. Le registrazioni hanno svelato che i pipistrelli non inseguono solo insetti come la maggior parte degli altri chirotteri (a parte la nottola gigante, che mangia uccelli in volo), ma si concentrano su lucertole e altri piccoli vertebrati, in particolare anfibi.
Piccoli predatori, ma con le tecniche di caccia dei "grandi"

Lo fanno restando appesi e immobili per ore, aspettando il momento giusto per attaccare. Quando poi percepiscono un suono – come il gracidio di una raganella o un fruscio tra le foglie – localizzano la fonte con estrema precisione e si lanciano in un attacco rapido e silenzioso. In natura, le dimensioni di un predatore influenzano molto il suo modo di cacciare: i grandi carnivori, come i leoni o gli orsi polari, possono infatti permettersi di affrontare prede molto grandi, perché hanno riserve energetiche che compensano i fallimenti.
I piccoli predatori, invece, devono cacciare più spesso e concentrarsi di solito su prede facili e abbondanti. Questo pipistrello diffuso in Centro e Sud America "rompe" completamente questa regola e nonostante pesi appena 30 grammi, riesce a cacciare anche animali molto grandi e difficili da catturare. E lo fa con un'efficienza sorprendente: secondo i dati raccolti dai ricercatori, riesce a portare a termine con successo circa la metà dei suoi attacchi, un risultato che fa impallidire i leoni (con il 14% di successo) o gli orsi polari (appena il 2%).
Un pipistrello che caccia nel buio come un grande felino

Il segreto di una tale efficacia sta soprattutto nella pazienza e nella precisione. I pipistrelli trascorrono quasi il 90% del tempo completamente fermi, risparmiando energia, e volano solo per brevi intervalli, spesso inferiori ai dieci secondi. Quando poi colpiscono, lo fanno con una combinazione di sensi molto raffinati che sfruttano la vista, l'ecolocalizzazione e soprattutto l'udito, in grado di percepire anche i suoni a bassa frequenza, come quelli emessi dalle rane durante il corteggiamento.
È così che riescono a "spiare" le loro prede, sfruttando i richiami amorosi degli anfibi come segnali per individuare e attaccare, catturando anche raganelle grandi quasi quanto loro e che possono pesare fino a 20 grammi. I predatori d'agguato, come appunto leoni, tigri e tanti altri, utilizzano una strategia di caccia chiamata anche "sit-and-wait", ovvero restare fermi ("seduti") e aspettare nascosti il momento giusto per attaccare.
Predatori minuscoli, ma quasi perfetti

La tecnica di caccia usata da T. cirrhosus è molto simile, ma invece di stare "seduti" questi pipistrelli rimangono "appesi", per questo è stata chiamata "hang-and-wait". Inoltre, gli individui più anziani e quindi più esperti si sono dimostrati i più abili, segno che l'esperienza gioca un ruolo importante nell'utilizzo di questa tecnica. Questi specifici pipistrelli, infatti, hanno una memoria eccellente e imparano col tempo a riconoscere le vocalizzazioni delle prede più "sicure" da catturare, evitando le specie tossiche.
Possono anche apprendere nuove tecniche di caccia osservando i loro simili, un comportamento che ricorda l'apprendimento sociale tipico di animali considerati più "intelligenti", come per esempio orche e delfini. Il "pipistrello dalle labbra frangiate" è un grande predatore intrappolato nel corpo di un piccolo chirottero. Un cacciatore straordinariamente efficiente che dimostra che le dimensioni, in fondo, non sono tutto e che si può essere uno dei cacciatori più letali del pianeta anche senza zanne e artigli enormi.