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15 Novembre 2025
12:22

Un pesce creduto estinto ricompare in un piccolo stagno sopravvissuto all’espansione agricola in Bolivia

Ritrovato in Bolivia il pesce Moema claudiae, una specie creduta estinta da oltre 20 anni. La riscoperta in un unico piccolo stagno sopravvissuto tra i campi coltivati, che negli ultimi 25 anni hanno già cancellato quasi 10 milioni di ettari di foreste.

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Un maschio adulto di Moema claudiae, un pesce che credevamo ormai estinto. Foto di Heinz Arno Drawert e Thomas Otto Litz

Per più di vent'anni un piccolo pesce d'acqua dolce chiamato Moema claudiae era rimasto soltanto un nome in latino all'interno di qualche vecchio articolo scientifico. Un ricordo ormai sbiadito di una specie colorata che viveva nelle pozze temporanee della Bolivia amazzonica, e che molti ricercatori ormai consideravano perduto per sempre.

L'ultimo avvistamento risaliva infatti agli inizi degli anni Duemila, quando la specie fu scoperta in un'area che nel frattempo era stata completamente trasformata in terreni agricoli. E nonostante spedizioni e monitoraggi condotti per cercarlo, nessuno era più riuscito a trovare anche solo un singolo individuo. Per la scienza, Moema claudiae era ormai "In pericolo critico" secondo la Lista Rossa dell'IUCN e, con ogni probabilità, oramai estinto.

Poi è successo qualcosa che nessuno si aspettava più: in un piccolo stagno temporaneo, nascosto in ciò che resta di una porzione di foresta circondata da campi e fattorie, un team di ricercatori è riuscito a ritrovarlo. E la sua "riscoperta", annunciata in uno studio pubblicato su Nature Conservation, ha dato una seconda possibilità a un'intera specie.

Un piccolo pesce colorato che "muore" e "rinasce" ogni anno

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Moema claudiae è una specie stagionale che vive in pozze temporanee soggette a prosciugamento. Quando l’acqua scompare, le uova resistono nel fango secco fino all’arrivo delle piogge. Foto di Heinz Arno Drawert e Thomas Otto Litz

A firmare la scoperta sono Heinz Arno Drawert e Thomas Otto Litz, che durante una recente spedizione hanno individuato una piccola popolazione di Moema claudiae in una pozza effimera. Sono ambienti che esistono solo per pochi mesi l'anno, raccogliendo l'acqua delle piogge e diventano vere e proprie "culle" per i cosiddetti pesci "stagionali", poi si prosciugano completamente "uccidendo" tutti gli adulti.

Questi pesci, per sopravvivere, hanno quindi sviluppato una strategia quasi incredibile: le loro uova sono in grado di resistere sepolte nel fango secco per mesi, in attesa del ritorno dell'acqua che le farà schiudere a darà il via a un nuovo ciclo stagionale. Questo ritrovamento non è però soltanto la prima conferma ufficiale dell'esistenza di questa specie dopo due decenni, ma ha anche permesso agli studiosi di osservare e fotografare per la prima volta animali vivi in natura.

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Le prime foto in vita di un maschio (in alto) e una femmina (in basso) confronto. Immagine da Drawert & Litz, 2025

"Per me è qualcosa di speciale aver riscoperto Moema claudiae", ha infatti raccontato in un comunicato Litz. "Ora abbiamo davvero l'opportunità di preservare la specie in natura. Sono ancora più felice perché il professor Wilson Costa (che ha descritto ufficialmente la specie nel 2003, ndr) la dedicò a sua moglie Claudia: ringrazio entrambi per anni di collaborazione e supporto".

L'unico stagno in cui è stato trovato è "soffocato" dall'espansione agricola

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Il pallino giallo è il punto in cui si trova lo stagno effimero. In rosso, invece, le porzioni di foresta sostituite dai campi tra il 2000 e il 2024. Immagine da Drawert & Litz, 2025

Lo stagno in cui è ricomparso Moema claudiae, però, custodiva un'altra sorpresa: insieme a lui vivevano altre sei specie di pesci stagionali. Significa che quel minuscolo frammento di habitat, secondo gli autori, ospita il gruppo geneticamente più diversificato di questi pesci mai documentato al mondo. La zona in cui si trova, un punto d'incontro tra la foresta amazzonica e le pianure dei Llanos de Moxos, è infatti un mosaico ecologico unico. Ed è proprio questa complessità a favorire una biodiversità così ricca e fragile allo stesso tempo.

Fragile, perché il paesaggio che circonda lo stagno effimero sta cambiando a un ritmo impressionante. Negli ultimi 25 anni, la Bolivia ha perso quasi 10 milioni di ettari di foreste, molte delle quali ospitavano stagni, pozze e zone umide essenziali. La deforestazione, alimentata dall'espansione agricola, sta ancora accelerando e mette a rischio un numero crescente di specie che dipendono da questi ambienti tanto effimeri, quanto fondamentali.

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L’unico stagno al mondo attualmente conosciuto in cui sopravvive Moema claudiae. L’habitat è circondando da campi, che negli ultimi 25 anni hanno cancellato quasi 10 milioni di ettari di foreste. Foto di Heinz Arno Drawert e Thomas Otto Litz

Proprio per questo, i due ricercatori insistono: se non si interviene subito, quel piccolo stagno, attualmente l'unico posto nel mondo in cui vive questa specie, potrebbe sparire presto. E con esso potrebbe scomparire per sempre anche uno dei più straordinari "hotspot" mondiali per la diversità dei pesci stagionali.

Una seconda possibilità per salvare un'intera specie

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Il ricercatore e coautore della riscoperta Thomas Litz durante le attività di campo. Foto di Heinz Arno Drawert e Thomas Otto Litz

L'allarme lanciato dagli scienziati è quindi quanto mai urgente: "Se non riusciremo a frenare l'espansione irrazionale della frontiera agricola nelle pianure boliviane, rischiamo di perdere alcuni degli ecosistemi terrestri e acquatici più importanti del pianeta", ha sottolineato Drawert. "E con essi i servizi fondamentali che ci offrono. Non potremo mai parlare di vero benessere sociale ed economico se non preserviamo la funzionalità degli ecosistemi che lo rendono possibile".

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Heinz Drawert nello stagno temporaneo in cui è stato riscoperto Moema claudiae. Foto di Heinz Arno Drawert e Thomas Otto Litz

La ricomparsa di Moema claudiae è quindi una buona notizia, ma è anche un campanello d'allarme. Ci regala una seconda possibilità per poter rimediare agli errori compiuti e salvare così un'intera specie, ma ci mette anche di fronte alla continua e incessante trasformazione dei territori che alimentano la crisi della biodiversità. Un singolo stagno dimenticato tra i campi ci restituisce una specie che credevamo di aver perso, ma bisogna fare di più per evitare di cancellare altri pezzetti unici di biodiversità senza che nemmeno ce ne accorgiamo.

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