
Un altro orso bruno marsicano è morto sulle strade d'Abruzzo. È successo nella serata di ieri 20 dicembre, intorno alle 22, lungo la strada statale Sora-Avezzano, all'altezza del chilometro 27, nei pressi dell'uscita Le Rosce. L'animale, un maschio giovane di età compresa tra i 4 e i 6 anni, è stato investito da almeno due veicoli e, con ogni probabilità, è morto sul colpo a causa dei gravi traumi riportati.
Il corpo dell'orso sarà inviato all'Istituto Zooprofilattico di Teramo

Secondo quanto comunicato dal Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, l'intervento è stato attivato dalla Centrale Operativa dei Carabinieri di Tagliacozzo. In assenza di altri veterinari disponibili, è stata coinvolta l'équipe del Parco, che ha raggiunto il luogo dell'incidente dopo circa 45 minuti. Non si tratta infatti di un'area interna al Parco né di una zona contigua, ma di un territorio comunque attraversato, talvolta, dalla fauna selvatica.
La veterinaria del Parco ha potuto soltanto constatare il decesso dell'orso, probabilmente dovuto a un trauma cranico. Il corpo è stato quindi rimosso e trasferito presso la sede del Parco a Pescasseroli, da dove sarà successivamente inviato all'Istituto Zooprofilattico di Teramo. Qui verrà effettuata la necroscopia, cioè l'esame post mortem, necessario per chiarire in modo definitivo le cause della morte e raccogliere eventuali altri elementi utili.
Sulla dinamica dell'incidente stanno ancora indagando i Carabinieri della Compagnia di Tagliacozzo. Fortunatamente non si registrano feriti gravi tra le persone coinvolte, anche se uno dei conducenti avrebbe riportato un trauma a una spalla e si sarebbe recato in ospedale per accertamenti. Le sue condizioni, secondo quanto riferito dallo stesso Parco, non desterebbero particolare preoccupazione.
Il futuro difficile dell'orso più raro del mondo

La morte di questo giovane orso si aggiunge a una lista purtroppo già lunga di investimenti che coinvolgono la fauna selvatica, e in particolare uno degli animali più rari e preziosi d'Italia e d'Europa: era già successo al noto orso Juan Carrito. L'orso bruno marsicano è una sottospecie endemica dell'Appennino centrale: ne restano tra i 50 e i 60 individui in tutto, concentrati soprattutto in Abruzzo. Ogni perdita ha quindi un peso enorme, non solo dal punto di vista emotivo, ma anche biologico e conservazionistico.
Il comunicato del Parco sottolinea come episodi di questo tipo richiamino, ancora una volta, la complessità della convivenza tra animali selvatici, infrastrutture umane – come strade, superstrade e autostrade – e territori abitati. Una convivenza fatta di equilibri fragili, che difficilmente può essere ridotta a soluzioni semplici o immediate. Riduzione della velocità, attraversamenti faunistici, recinzioni e una maggiore attenzione da parte di chi guida sono strumenti importanti, ma richiedono tempo, risorse e una visione di lungo periodo.
Colpisce, infine, il contrasto temporale con una bella notizia arrivata nello stesso giorno: il ritorno in natura di Nina, l'orsetta trovata orfana e allevata dal PNALM con l'obiettivo di restituirle una vita selvatica e un futuro in natura insieme agli altri orsi. Due storie opposte, separate da poche ore, che raccontano bene quanto sia sottile il confine tra la speranza e la perdita quando si parla di conservazione dell'orso marsicano e quanto sia difficile e incerto il futuro dell'orso più raro del mondo.