
A Santa Maria di Leuca, in Salento, è stato pescato un barracuda di oltre un metro di lunghezza e sette chili di peso. L'animale è stato catturato a circa 17 metri di profondità da Luigi Manco, che ha poi condiviso le foto nel gruppo Facebook Free Dolphin. Un barracuda di quelle dimensioni non è molto comune nei nostri mari, anche se negli ultimi anni questi pesci stanno diventando sempre più diffusi lungo le coste italiane. Ma chi è davvero questo predatore? Ed è davvero così pericoloso come si crede?
Chi è il barracuda

Il nome "barracuda" indica un intero genere di pesci predatori, ovvero Sphyraena, che conta circa 29 specie diffuse soprattutto nei mari tropicali e subtropicali di tutto il mondo. Si tratta di pesci dall'aspetto molto caratteristico, con corpo lungo e affusolato, testa appuntita e mandibole sporgenti dotate di denti simili a zanne. La loro fama di pesci "feroci" deriva soprattutto da queste caratteristiche e dal loro comportamento di caccia veloce, opportunista e spesso molto efficace.
Nella maggior parte dei casi sono predatori solitari, soprattutto da adulti, tuttavia i giovani tendono a formare grandi banchi chiamati anche "vortici di barracuda" che riflettono i raggi del Sole quando i pesci nuotano in cerchio perfettamente sincronizzati. Alcune specie di barracuda vivono stabilmente anche nel Mediterraneo, dove a causa dell'innalzamento della temperatura del mare stanno diventando sempre più comuni e facili da osservare.
I barracuda nel Mediterraneo e in Italia

Sono almeno cinque le specie presenti nel Mar Mediterraneo, ma le più comuni lungo le coste italiane sono soprattutto due: Sphyraena viridensis, chiamato anche barracuda boccagialla, e S. sphyraena, detto anche luccio di mare o barracuda europeo. Sono pesci molto simili tra loro e non facili da distinguere. Il boccagialla può arrivare anche a un metro e mezzo di lunghezza e negli ultimi anni sta espandendo il suo raggio d'azione, complice un Mediterraneo sempre più caldo e ospitale per specie arrivate dall'Atlantico orientale o dal Mar Rosso.
Il barracuda europeo, invece, è un po' più piccolo (intorno al metro di lunghezza) e predilige le coste sabbiose. Entrambe le specie sono oggi relativamente comuni lungo le coste italiane, spesso persino ricercate dagli appassionati di immersione e dai fotografi subacquei. Questi pesci hanno la fama di essere predatori feroci e piuttosto aggressivi, anche nei confronti degli esseri umani, e ricevono perciò spesso parecchia attenzione mediatica. Ma quando c'è di vero sulla presunta pericolosità di questi predatori?
Quanto sono pericolosi i barracuda?

Il barracuda si affida soprattutto alla vista per cacciare. Pesci piccoli e cefalopodi, come i polpi, sono le sue prede preferite, tuttavia tende a essere attratto e a inseguire tutto ciò che riflette la luce e si muove rapidamente. Talvolta è per questo che in alcuni casi arrivano a mordere anche bagnanti a sub, ma avviene più per errore che per reale aggressività. Gioielli o oggetti metallici scintillanti possono infatti confonderli perché ricordano le squame di un pesce, innescando così una reazione improvvisa.
Gli attacchi sono comunque rarissimi e riguardano quasi sempre le specie tropicali di grandi dimensioni, come per esempio il grande barracuda (Sphyraena barracuda), che può superare i 180 cm e che vive soprattutto ai Caraibi. È la specie più grande di tutte, quella maggiormente associata all'immagine e alla fama ingombrante del barracuda. Le specie che vivono nel mediterraneo e lungo le coste italiane, invece, non sono considerate pericolose per gli esseri umani, ma solo uno degli incontri più spettacolari che è possibile fare nei nostri mari.