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26 Settembre 2025
17:38

Un enorme pesce sega è stato trovato spiaggiato in Sudafrica: è uno degli animali più rari e minacciati del pianeta

Un rarissimo pesce sega lungo quasi 3 metri è stato trovato spiaggiato in Sudafrica. Da queste parti non se ne vedeva uno da oltre 25 anni. Questo ritrovamento riaccende quindi le speranze per il futuro della specie. I pesci sega sono infatti tra gli animali più antichi del nostro pianeta, ma anche tra quelli a maggior rischio estinzione.

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Il naturalista dell’East London Museum Kevin Cole insieme al pesce lega lungo quasi tre metri trovato morto in Sudafrica. Foto di Kevin Cole via @SANCORcommunity su X

Il corpo senza vita di un enorme pesce sega è stato recentemente trovato su una spiaggia in Sudafrica, nei pressi della foce del fiume Birha, nella provincia del Capo Orientale. Si tratta di un pesce sega comune (Pristis pristis) lungo quasi tre metri, una delle sole cinque specie ancora viventi di questo affascinante e rarissimo gruppo di elasmobranchi, parenti stretti di squali e razze, e tutte considerate "In pericolo critico" di estinzione nella Lista Rossa IUCN. In Sudafrica, inoltre, non se ne vedeva uno da oltre 26 anni, tanto che gli esperti locali consideravano la specie probabilmente estinta nella regione.

Riuscire a trovarne uno, anche se purtroppo senza vita, significa però che una piccola popolazione potrebbe ancora sopravvivere in qualche angolo nascosto delle coste sudafricane. Il ritrovamento è avvenuto lo scorso 19 settembre, quando un residente ha segnalato la presenza del pesce a Kevin Cole, naturalista dell'East London Museum (lo stesso protagonista della storica riscoperta del celacanto effettuata da Marjorie Courtenay-Latimer nel 1938) che per primo ha identificato e recuperato l'animale.

Il pesce sega, uno degli animali più "strani" del pianeta

Il pesce sega è uno degli animali più "strani" e singolari del pianeta. Il suo rostro lungo e piatto armato di "denti" viene utilizzato per percepire i campi elettrici delle prede, ma anche per difesa e per cacciare. Quando piccoli pesci si raggruppano in banchi, il pesce sega li colpisce con colpi laterali del rostro, stordendoli o infilzandoli, per poi mangiarli. Vive soprattutto sui fondali sabbiosi e nelle acque torbide vicino alle foci dei fiumi nelle regioni tropicali e sud tropicali, nutrendosi anche di crostacei e molluschi che frantuma con denti piatti.

Le analisi effettuate in museo da Cole hanno confermato che si tratta di un maschio, con un "becco" dentato lungo ben 70 centimetri e con 21 "denti" per lato. Dal corpo già in avanzato stato di decomposizione mancavano alcune parti e organi interni, probabilmente a causa di altri animali marini. Alcuni ipotizzano possa trattarsi di una delle due orche – Starboard e Port – che negli ultimi anni hanno preso di mira gli squali nella stessa regione. Ulteriori studi su corpo e ferite serviranno a chiarirlo.

Animali antichi ormai a un passo dall'estinzione

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Tutte e cinque le specie di pessìci sega ancora vivente sono considerate "In pericolo critico" di estinzione

Oggi, in tutto il mondo, sopravvivono solo cinque specie di pesci sega (famiglia Pristidae), un gruppo di pesci cartilaginei molto antico e un tempo decisamente più abbondante in tutto il mondo. Purtroppo, negli ultimi decenni sono tutte e cinque le specie hanno subito un declino drammatico e sono perciò considerate ormai a un passo dall'estinzione. Le principali minacce includono l'alterazione e la perdita degli habitat,, la pesca accidentale nelle reti da pesca e il commercio illegale per le pinne, la medicina tradizionale e la raccolta di rostri e denti.

A tutto ciò si aggiungono l'inquinamento e lo sviluppo molto lento, che rallenta di parecchio la crescita della popolazione. La maturità sessuale avviene infatti intorno ai 10 anni e la femmina (che si può riprodurre anche per partenogenesi) partorisce da 1 a circa 20 piccoli già formati a distanza di diversi anni. Il futuro di questi pesci dall'aspetto preistorico rimane quindi appeso a un filo sottilissimo, tuttavia anche un individuo senza vita trovato spiaggiato può riaccendere le speranze. Vuol dire che sono ancora lì fuori e che forse siamo in tempo per salvarli.

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