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7 Agosto 2025
10:08

Un cacciatore è stato ucciso da un bufalo in Sudafrica mentre lo stava inseguendo

Il 3 agosto, il cacciatore statunitense Asher Watkins, 52 anni, è stato ucciso in Sudafrica da un bufalo di 1,3 tonnellate durante una battuta di caccia al trofeo. L’animale lo ha caricato mentre veniva inseguito, colpendolo a oltre 56 chilometri orari. Il bufalo è rimasto illeso.

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Un cacciatore statunitense è stato ucciso da un bufalo del Capo durante una battuta di caccia in Sudafrica. È successo il 3 agosto e, secondo le prime ricostruzioni, l'uomo è stato caricato dall'animale mentre lo stava inseguendo per ucciderlo. Il bufalo è rimasto illeso.

Il tutto è avvenuto durante una battuta di caccia al trofeo, una pratica legale in Sudafrica che prevede l'uccisione di grandi animali allo scopo di prendere una parte di loro – un trofeo appunto – da mostrare una volta rientrati a casa.

La dinamica dell'incidente in Sudafrica: cacciatore caricato da un bufalo di 1,3 tonnellate

Secondo quanto si apprende dal magazine Metro, la vittima è il 52enne Asher Watkins, morto mentre inseguiva un bufalo africano di ben 1,3 tonnellate. L'uomo lo stava inseguendo quando all'improvviso l'animale lo ha caricato a sua volta raggiungendolo a una velocità di oltre 56 chilometri orari. Il cacciatore è stato letteralmente investito e per lui non c'è stato nulla da fare. Il bufalo invece sembra non aver riportato danni. Si è conclusa nel sangue la battuta di caccia al trofeo all'interno della concessione di Bambisana.

Non era la prima volta che l'uomo partecipava a questo tipo di attività: i suoi profili social sono pieni di foto e video in cui mostra gli animali uccisi o nelle quali imbraccia un fucile. Dai messaggi pubblicati su Facebook emerge l'idea della caccia come di una componente essenziale per la conservazione della fauna selvatica.

Quello che è avvenuto e avviene ogni giorno nelle riserve del continente Africano non ha a che fare con la conservazione ma racconta molto della volontà di egemonia dell'uomo sulla natura.

Cos'è la caccia al trofeo e quali sono gli animali più "ambiti"

Come mostrato nella videoinchiesta di Kodami realizzata sotto copertura all'interno della più grande fiera della caccia d'Europa, esiste un comparto economico apparentemente di nicchia ma estremamente redditizio legato alla caccia al trofeo.

Tour operator specializzati si occupano di portare cacciatori provenienti da ogni parte del mondo, principalmente Europa e Stati Uniti, in Africa. A questi viene sottoposto un vero e proprio "menù" delle prede: per cacciare un bufalo può costare anche 8000 dollari, mentre un leopardo arriva fino a 20.000. A queste cifre si aggiungono i costi per importare nel proprio paese di origine pelli, corna e altre testimonianze dell'uccisione. Una parte fondamentale di questo business. Per questo molte organizzazioni internazionali chiedono di vietare l'importazione dei trofei di caccia in Europa, così da colpire indirettamente la pratica.

Tra gli animali più ambiti dai cacciatori ci sono i Big Five, i cinque grandi animali della savana africana: il leone, il leopardo, l'elefante africano, il rinoceronte bianco e ovviamente il bufalo del Capo.

Chi è il bufalo africano

Il bufalo africano (Syncerus caffer), noto anche come bufalo del Capo, è un grande erbivoro che vive nelle savane e nelle foreste dell’Africa subsahariana, in particolare in Sudafrica dove è molto diffuso. Le interazioni con gli esseri umani sono complesse: da una parte il bufalo africano è un’attrazione importante sia per l'ecoturismo che per il turismo venatorio, dall’altra spesso viene considerato come pericolo per chi vive a ridosso del suo habitat.

Può superare i 700 chilogrammi di peso e ha un carattere notoriamente imprevedibile: anche se si tratta di un erbivoro non ha problemi a difendersi e la sua forza gli garantisce effetti devastanti. Il suo unico predatore, uomo escluso, sono solo i leoni.

Le sue corna larghe e ricurve sono una delle caratteristiche più evidenti e servono sia per la difesa che per il confronto tra maschi. I bufali africani si muovono in branchi numerosi, che offrono protezione contro i predatori e permettono una maggiore efficienza nel cercare acqua e cibo, specialmente durante la stagione secca.

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