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23 Luglio 2025
7:57

Uccisione dell’orsa F36, si riapre il caso: indagati due cacciatori

Due cacciatori andranno a processo per l’uccisione dell’orsa F36, avvenuta nel 2023 in Trentino. Il giudice ha accolto l’opposizione delle associazioni animaliste all’archiviazione.

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Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Trento ha accolto l'opposizione presentata da diverse associazioni animaliste contro l'archiviazione dell'indagine sull'uccisione dell'orsa F36, trovata morta a settembre 2023. Due dei quattro cacciatori inizialmente indagati andranno quindi a processo. La decisione è arrivata dopo una lunga fase di stallo. Inizialmente, la procuratrice di Trento Patrizia Foiera aveva chiesto l'archiviazione per mancanza di prove, ma le associazioni, tramite i propri legali e consulenti tecnici, hanno evidenziato una serie di elementi indiziari che il GIP ha ritenuto sufficienti per proseguire il procedimento.

F36: chi era l'orsa trovata morta nel 2023

F36 era una giovane orsa dotata di radiocollare. Nell'estate del 2023 era stata coinvolta in due episodi classificati come falsi attacchi, situazioni in cui l'animale si avvicina senza contatto diretto, spesso per difesa o per sorpresa. Nonostante la mancanza di aggressività vera e propria, era finita al centro di un'ordinanza di abbattimento voluta dalla Provincia autonoma di Trento, guidata da Maurizio Fugatti. L'ordinanza venne però ritenuta illegittima dal Consiglio di Stato, riconoscendo che non sussistevano motivi sufficienti per procedere con l'uccisione.

Purtroppo, pochi mesi dopo, il 27 settembre 2023, il suo corpo venne ritrovato senza vita nei boschi tra Roncone e la Val di Bondone. L'autopsia accertò che era stata uccisa tre giorni prima, il 24 settembre, con un colpo di fucile. Secondo quanto ricostruito dalla Procura, F36 non rappresentava alcun pericolo nel momento in cui è stata uccisa. Era tracciabile grazie al radiocollare e la sua posizione era pubblica sul sito della Provincia. Eppure, qualcuno ha deciso deliberatamente di eliminarla.

Le reazioni: "Ora sia fatta giustizia per F36"

"La notizia ci rende molto felici – ha commentato Massimo Vitturi, responsabile Animali Selvatici della LAV – finalmente potrà essere fatta giustizia sull'uccisione di F36, vittima anche lei del clima d'odio creato ad arte dalla giunta Fugatti nei confronti degli orsi. Speriamo che serva da deterrente per impedire casi analoghi". Soddisfatta anche LNDC Animal Protection: "F36 era un'orsa libera, condannata da una politica miope e punitiva nei confronti della fauna selvatica", ha infatti la presidente Piera Rosati, presidente di LNDC Animal Protection.

"Ora il processo potrà finalmente restituirle un briciolo di giustizia, anche in memoria di tutti gli animali selvatici uccisi ingiustamente", ha aggiunto. Dello stesso avviso anche l'avvocata Claudia Taccani dell'OIPA Italia: "È fondamentale che venga fatta piena luce su quanto accaduto. L'orso è una specie protetta a livello europeo e lo Stato ha il dovere di prevenirne l’uccisione illegale. La giustizia deve essere esempio e garanzia".

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