UN PROGETTO DI
1 Giugno 2025
13:00

Uccisero una donna, la perizia sui 5 cani lupo: “Non sono irrecuperabili, valutiamo adozione”

Nel 2020 Mariangela Zaffino è stata uccisa dai 5 cani della figlia, poi assolta. Dopo mesi di trascuratezza in una pensione, i cani sono risultati malati ma non aggressivi. Ora inizieranno un percorso di recupero con l'associazione che ha condotto la prima valutazione comportamentale su di loro.

41 condivisioni
Immagine
I cani di Grugliasco

Il 18 dicembre del 2020, la 74enne Mariangela Zaffino è stata trovata morta nel suo appartamento di Grugliasco, alla periferia ovest di Torino. Con lei si trovavano i cinque Cani Lupi Cecoslovacchi della figlia, Simona Spataro, con la quale la donna conviveva. Proprio gli animali avrebbero provocato le lesioni che hanno condotto Zaffino alla morte, e per questo la figlia – legale intestataria degli animali – ha affrontato il processo per omicidio colposo dal quale il 6 maggio 2022 è stata assolta perché il fatto non sussiste.

Secondo la giudice il Tribunale di Torino la tragedia non era prevedibile e i cani non avevano mai mostrato segni di aggressività. Per Spataro si è quindi concluso l'incubo iniziato con la morte della madre, mentre per i 5 Cani Lupo Cecoslovacchi Ares, Aragorn, Aylen, Apache e Artù, l'inferno era ancora ben lontano dal finire.

A quasi cinque anni di distanza dal giorno dell'incidente mortale, gli animali hanno ricevuto la prima e sino ad ora unica valutazione comportamentale della loro vita solo lo scorso 19 maggio. Lo fa sapere Valentina Gallo, presidente di Coda di Lupo Rescue, associazione che promuove il recupero di cani da razze derivate dal lupo: "I cani dopo il trasferimento nella pensione di Macerata erano tenuti in pessime condizioni: li abbiamo trovati in condizioni immonde e non erano mai stati valutati".

Come stanno i cani di Grugliasco: "Situazione immonda"

La storia di Gallo e dei cinque Cani Lupo Cecoslovacchi si è intrecciata la sera del 18 dicembre 2020, nel giorno della morte di Mariangela Zaffino. "Quella notte siamo stati chiamati come associazione da una familiare della donna per vegliare sul benessere dei cani, e noi ci siamo subito attivati – spiega – Io sono andato sul posto, e li ho portati con Spataro al canile sanitario di Grugliasco, dove abbiamo continuato a visitarli per i successivi 15 giorni, dopodiché è scattato il sequestro e da allora è stato permesso interagire con loro solo all'intestataria e al suo avvocato".

La stessa giudice che aveva dichiarato l'innocenza di Simona Spataro, figlia della vittima, aveva disposto anche che gli animali venissero affidati a una struttura per valutazione ed eventuale recupero comportamentale. Dopo mesi passati sotto osservazione veterinaria quindi i cinque cani sono stati trasferiti nelle Marche, nel centro di Davide Roccetti.

"Non li ha mai rieducati – è l'accusa mossa da Gallo – Durante i nostri sopralluoghi abbiamo avuto modo di accertare che venivano tenuti in box singoli e non uscivano mai, neanche per sgambare. Inoltre, come hanno confermato i referti veterinari successivi, alcuni sono molto malati. L'intestataria per 18 mesi non è andata a Macerata perché era impossibilitata a muoversi a causa di un'operazione e la situazione è precipitata".

Il 19 maggio 2025, quindi, in accordo con Spataro e il suo legale, l'avvocato Dante Libra, Gallo si è recata al centro di Roccetti insieme a quattro tecnici della sua associazione una veterinaria, durante un appuntamento concordato con lo stesso proprietario della struttura. "Abbiamo proceduto alla prima valutazione comportamentale dei cani. Per farlo abbiamo aperto le gabbie una per una. Era una situazione immonda. Oltre al comportamento abbiamo proceduto al prelievo di sangue per i test ematici che hanno confermato i nostri sospetti".

Leishmaniosi, giardia e parassiti: queste sono le condizioni in cui sono stati trovati Ares, Aragorn, Aylen, Apache e Artù. "Aragorn in particolare ha la filaria cardiopolmonare, deve essere urgentemente ricoverato in clinica perché sta veramente male: i parassiti hanno raggiunto il cuore. In generale tutti i cani si affaticano dopo pochi minuti, respirano affannosamente, sono in stato di denutrizione e di debilitazione avanzato".

Oltre ai controlli sanitari è stata eseguita la prima valutazione comportamentale sui cani.

"I cani non sono aggressivi. Danni maggiori li ha fatti la vita in box"

Durante la visita e la valutazione i cani si sono lasciati manipolare: "Sono stati buonissimi, nonostante non fossero usciti dal box per 18 mesi. Per precauzione hanno indossato la museruola durante i prelievi ma si sono avvicinati a noi senza problemi e hanno dimostrato comunque delle ottime capacità di comunicazione sia inter che intraspecifica".

Il gruppo è composto da madre padre e i loro tre figli, sono proprio questi, in considerazione della loro giovane età, ad avere accusato di più il periodo trascorso in box: "Sono stati rinchiusi nella struttura di Macerata dall'età di 11 mesi, loro hanno bisogno di fare un percorso per recuperare le competenze che hanno perso".

Il Tribunale nella sentenza di assoluzione non ha disposto l'allontanamento dell'intestataria dai cani, tuttavia la donna ha scelto di iniziare con loro un percorso di riabilitazione volto a darli in adozione, in modo da rendere più gestibile la loro cura, e disinnescare le dinamiche che hanno portato all'incidente fatale in cui è stata coinvolta Mariangela Zaffino.

Perché i Cani Lupo Cecoslovacchi hanno ucciso la donna: "Fu un incidente, razza non c'entra"

È impossibile stabilire con certezza quali cause precise hanno portato alla morte di Mariangela Zaffino. La donna conosceva bene i cani e viveva con loro all'interno del piccolo appartamento di Grugliasco che condivideva con la figlia. Proprio durante l'assenza di quest'ultima si è scatenata l'aggressione mortale, non provocata da una indole violenta dei cani, ma probabilmente da altre dinamiche ben più complesse che fanno parte dell'etologia di specie, oltre che di razza.

"È impossibile anche per un esperto ipotizzare ad anni di distanza cosa è avvenuto quella sera – spiega Valentina Gallo – Posso dire quello che ho visto questo 19 maggio: cani non diversi da tutti gli altri Cecoslovacchi, con i loro caratteri singoli, ma anche con l'eredità della loro specie e della memoria di razza. Il fatto che fossero in branco chiaramente ha un peso nelle dinamica di quello che è avvenuto. Essendo i 3 cuccioli di 11 mesi, è possibile ipotizzare che siano andati in competizione sulle risorse e la loro gestione, culminata in un tentativo di scalata gerarchica nel quale è rimasta coinvolta la donna".

Per Gallo si tratta quindi di un vero incidente, e non di un'uccisione: "Incidente è anche il termine usato dal magistrato, e io per quello che ho visto lo confermo: non è stato un attacco dovuto all'aggressività o alle problematiche dei cani, né nel singolo né nel gruppo. Sarebbe potuto capitare a chiunque, e con qualsiasi tipo di razza".

Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views