UN PROGETTO DI
6 Dicembre 2025
10:45

“Tutto l’amore che resta”: un libro a più firme per testimoniare il dolore per il lutto di un animale domestico

Una raccolta di testimonianze, tra cui una delle ultime pubblicazioni di Goffredo Fofi, per raccontare da tutti i punti di vista cosa accade quando muore un cane o un gatto: compagni di vita di cui "ancora si pensa che si tratti di un lutto di serie b" come spiega la curatrice del libro Maria Falvo della Lav.

Intervista a Maria Falvo
Responsabile del prodotti editoriali della LAV
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Un giorno Maria Falvo, responsabile del prodotti editoriali della LAV, ha ricevuto una lettera. Era il periodo più duro che gli esseri umani hanno affrontato nell'ultimo decennio, quando tutto il mondo era confinato in casa a causa della pandemia per la Covid-19. "Una nostra iscritta, la professoressa Anna Albonico, mi aveva inviato il suo diario – ricorda Falvo – relativo agli ultimi 15 giorni di vita della sua gatta Cleopatra, una trovatella nera colpita improvvisamente da una malattia che le dava poche speranze di vita".

Dalla lettura di quelle parole così profonde, piene di dolore per la scomparsa di una parte della famiglia, nasce l'idea di  "Tutto l'amore che resta", un libro edito da Terra Nuova edizioni in cui la Lav ha raccolto le testimonianze di chi vive il dramma della perdita di un compagno a quattro zampe e deve affrontare un percorso di lutto spesso non compreso dalle altre persone. "Per lei scriverlo è stato (quasi) terapeutico – racconta Maria Falvo a Kodami – ovvero l'ha aiutata ad affrontare i giorni difficili di una malattia terminale. Un'esperienza che ha faticato molto a superare e il progetto di questo libro ha dato, se possibile, quasi "un senso" al dolore per la perdita".

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Maria Falvo

Alla stesura del libro hanno partecipato diversi autori e contiene, ad esempio, un intervento di Goffredo Fofi con una delle sue ultime pubblicazioni: un'analisi di come è cambiato nei decenni il rapporto con gli animali.  Il suo scritto, in particolare, termina con questa frase: "Ogni perdita dovrebbe esserci di monito ad amare di più il vivente, e così non è. Si piange solo per ciò che si è avuto vicino, e ogni perdita è irrimediabile, quella di un uomo come quella di un animale. E di una specie".

"La prefazione invece è proprio della professoressa Testoni che insegna psicologia sociale all'Università di Padova e dirige 2 master – sottolinea Maria Falvo – E' considerata la massima esperta su questi temi e sostanzialmente conferma che finora il dolore per la perdita di un animale è stato generalmente considerato di serie b in una visione antropocentrica in cui prima di tutto viene l'umano. In realtà ogni animale è un individuo vivente, non un oggetto o una macchina biologica, e delegittimare il sentimento d'affetto che ci lega anche agli animali significa non riconoscere a pieno la loro unicità, identità e dignità".

In Italia ci sono almeno 18 milioni tra cani e gatti nelle famiglie: persone che si sono già trovate o si troveranno ad affrontare l'esperienza della morte di un animale e della malattia, spesso difficile da gestire non solo in termini di angoscia o paura ma anche in termini di conciliazione con gli impegni lavorativi. "Per questo ho deciso di affrontare anche il tema del diritto al permesso retribuito anche per la cura di un animale familiare – continua la responsabile del prodotti editoriali LAV – Noi nel 2017 riuscimmo a far ottenere un permesso retribuito a una dipendente dell'Università La Sapienza che doveva accudire la sua cagnolina malata e non aveva parenti di prossimità, a parte un papà molto anziano".  Recentemente, poi, l'on. Devis Dori di Europa Verde ha proprio presentato una proposta di Legge che vorrebbe introdurre alcuni giorni di lutto per la morte dell'animale domestico e ore di permesso in caso di malattia.

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Tra gli autori del libro ci sono la psicologa e psicoterapeuta Annamaria Manzoni che spiega quanto sia ancora un tabù parlare della morte e l'assenza di un'educazione a questa esperienza; il medico veterinario e omeopata Stefano Cattinelli che descrive le sue esperienze, sottolineando che esistono cure non invasive e benefici per l'animale per il trattamento del fine vita; la filosofa Manuala Macelloni  che affronta il tema della relazione con il cane e la capacità delle persone di interpretarne la comunicazione e di considerarlo un individuo. Della relazione con il cane parla anche l'istruttore cinofilo Angelo Vaira che introduce la visione buddista del legame tra vita e morte, Lorenza Bianchi della Lav e la psichiatra Cristina Giovagnoni che raccontano lo choc per l'uccisione dei maiali nel rifugio Cuori Liberi a causa dell'emergenza per la Peste suina africana e l'attore
Massimo Wermuller che condivide la sua esperienza e il legame profondo che ha con gli animali.

"Io racconto mie esperienze – continua Falvo – come quando a 9 anni mio nonno mi disse che il cane che io avevo tanto desiderato e con il quale avevo trascorso l'estate, era morto investito: furono giorni di pianti. Il titolo del libro "Tutto l'amore che resta" è stato scelto proprio per indicare i ricordi e gli insegnamenti che gli animali ci trasmettono e che possono attenuare quel senso di vuoto che si prova per la loro perdita".

Esiste anche un lutto all'inverso, infine, come ricorda Maria Falvo: gli animali che rimangono da soli perchè la persona di riferimento è morta. "LAV da anni ha attivo  il progetto ‘Una cuccia per sempre‘ con il quale si prende cura degli animali rimasti soli e/o trova per loro una nuova famiglia. E poi nel libro parlo anche della normativa sulla sepoltura di animali e della possibilità della sepoltura congiunta umano-animale: anche questo è il segnale di una società che inizia a legittimare il profondo legame tra individuo umano e individuo animale, cane/gatto".

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