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Le balenottere comuni (Balaenoptera physalus) del Mediterraneo immagazzinano nel loro corpo nicotina, farmaci come il paracetamolo, filtri UV, e inquinanti. È il risultato dello studio pubblicato sulla rivista Environmental Science & Technology da Maria Cristina Fossi, docente ordinario di Ecologia ed Ecotossicologia all'Università degli studi di Siena.
Lo studio è stato svolto nell'ambito del progetto Plastic Busters MPAs e delle attività del National Biodiversity Future Center e si basa sulle analisi tramite biopsie di pelle e grasso prelevate da campioni vivi da due popolazioni distinte. Queste rilevazioni confermano la presenza di tracce di prodotti farmaceutici e sostanze chimiche non precedentemente segnalate nelle balene, e secondo i ricercatori l'esposizione alla miscela di contaminanti potrebbe influire sulla salute di questa specie in via di estinzione.
I risultati dello studio
Per la ricerca sono state osservate sia la sottopopolazione mediterranea in Italia, a rischio di estinzione, che la popolazione del Mar di Cortez, in Messico. Entrambe le regioni marine sono hotspot di biodiversità caratterizzati dal forte impatto dell'essere umano sull'ambiente, e quindi ideali per valutare l'esposizione della fauna marina ai contaminanti.
I risultati hanno rivelato profili di esposizione distinti nelle due popolazioni, con le balenottere comuni del Mediterraneo che presentano concentrazioni più elevate di inquinanti come i bifenili policlorurati (PCB), plastificanti, i famosi PFAS. Entrambe le popolazioni invece hanno mostrato tracce di prodotti farmaceutici e sostanze chimiche legate allo stile di vita come ad esempio, paracetamolo, diclofenac, nicotina, filtri UV, e altre ancora.
Questo apre nuovi scenari sullo stato non solo degli animali, ma dell'intero ecosistema: balene e delfini, infatti, sono noti per il loro bioaccumulo di contaminanti chimici ambientali nei loro tessuti adiposi e per questo possono essere considerate sentinelle ambientali degli oceani. "Questi risultati – si legge nello studio – suggeriscono che complesse esposizioni chimiche di origine antropica possono compromettere la salute e la vitalità riproduttiva delle balenottere comuni del Mediterraneo a rischio di estinzione, affermando la loro importanza come specie sentinella globale, che riflette l'integrità dell'ecosistema marino nell'ambito dell'approccio One Health".
Paracetamolo e nicotina tra gli inquinanti del Mediterraneo
Studi precedenti avevano già segnalato elevate concentrazioni di farmaci nelle acque costiere del Mediterraneo, tra cui analgesici come l'ibuprofene. Il paracetamolo è stato precedentemente segnalato tra gli altri prodotti farmaceutici misurati nelle acque superficiali al largo del Mediterraneo occidentale, compreso il Santuario Pelagos, area marina protetta fondamentale per i cetacei.
Nessuno però aveva mai documentato la presenza di queste sostanze negli organismi marini pelagici, comprese le prede delle balenottere come il krill. La xantina allopurinolo, un farmaco antigotta comunemente prescritto in Europa, è nota per persistere negli effluenti degli impianti di trattamento delle acque reflue, ma è stata rilevata per la prima volta nei campioni di pelle di balenottera comune solo in questo studio.
Le attuali conoscenze sulle concentrazioni ambientali di nicotina negli ambienti marini ad oggi però restano limitate, poiché la maggior parte degli studi si è concentrata su sistemi di acqua dolce e contesti di laboratorio per valutare i loro effetti sugli organismi acquatici, in particolare in relazione allo scarico di mozziconi di sigaretta nell'ambiente. Di recente, in laboratorio, è stato dimostrato che la nicotina rilasciata dai mozziconi di sigaretta si bioaccumula in concentrazioni elevate nei pesci (come le trote), il che indica la possibilità di un accumulo nelle reti alimentari marine, rendendo ancora più importante il ruolo delle balene come sentinelle utili a tutto l'ecosistema, compresi noi.