UN PROGETTO DI
20 Agosto 2025
7:48

“Troppo rumore”: il giudice dà ragione alle lamentele di una donna e ora il canile dovrà ridurre il numero dei cani

Latrati e abbai anche di notte e una signora decide di mettere in atto una vera e propria battaglia legale che va avanti dal 2022 a Montagna, in Valtellina, contro il canile gestito dall'Enpa. Ora l'associazione sarà costretta ad allontanare cinque cani: "Questa struttura è molto più di un ricovero: è presidio sociale, inclusione, educazione. Accogliamo scuole, persone con autismo, progetti di reinserimento e collaborazione con centri anziani e cooperative sociali"

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Latrati e abbai durante il giorno e anche di notte. E'questo il motivo per cui una donna, in Valtellina, ha deciso di denunciare il canile gestito dall'Enpa di Montagna, ottenendo ragione da parte del giudice che ora ha imposto all'associazione di procedere a diminuire il numero dei cani ospitati nella struttura.

E' una storia triste quella che arriva dalla provincia di Sondrio che nasce nel 2022 per le lamentele di una signora confinante con l'area dove sorge il canile  gestito dall'associazione che ora sta cercando di raccogliere delle firme attraverso una petizione per far capire alle persone quanto sia difficile dover accettare la decisione del giudice che obbliga i gestori a ridurre il numero dei box, ovvero a dover trasferire altri cani.

Sì, perché l'Enpa ha già provveduto nel tempo a diminuire la presenza dei cani e ora ce ne sono solo 15 ma solo cinque potranno rimanere nel canile secondo quanto stabilito dal magistrato. La risposta dell'associazione è arrivata anche attraverso la pagina ufficiale, in cui i volontari sottolineano che "Le rilevazioni fonometriche hanno dimostrato che i livelli di rumore del rifugio restano ampiamente entro i limiti di legge (circa 46 dB, come una normale conversazione).Eppure, nonostante i dati, è stato imposto un taglio che metterebbe in difficoltà la nostra missione".

L'associazione ha presentato anche una contro proposta: portare il numero dei box a 11, così che il "rumore" causato dall'abbaio dei cani si riduca sotto la media dei 40 decibel che è quanto indicato dal perito di parte per rimanere ben sotto la soglia indicata dalla legge. "E' un provvedimento che appare ancor più ingiusto se si pensa che la legge regionale consente a un privato cittadino di detenere fino a 9 cani in ambito domestico – scrivono dall'Enpa – senza particolari restrizioni e persino in contesti residenziali. Com’è possibile, allora, che una struttura pubblica e regolarmente autorizzata, distante 65 metri dalle abitazioni, sorta nel 1979 (a differenza della vicina che è arrivata a Busteggia solo nel 1994) venga sottoposta a vincoli più pesanti rispetto a un semplice privato?".

La presidente provinciale Sara Plozza ha anche voluto chiarire che i cani subirebbero con il trasferimento un ulteriore trauma: "Questa struttura è molto più di un ricovero: è presidio sociale, inclusione, educazione. Accogliamo scuole, persone con autismo, progetti di reinserimento e collaborazione con centri anziani e cooperative sociali".

Il canile è attivo dal 1979, quando nella zona non era nemmeno ancora stata costruita l'abitazione dove si trova la donna che ha iniziato la battaglia legale da anni nei confronti della struttura che è sorta invece nel 1994. Come se non bastasse poi il magistrato ha imposto il pagamento di una multa pari a 50 euro per ogni giorno che passa fin quando l'Enpa non provvederà a trasferire i cani "in più".

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