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Il 15 agosto scorso un rifugio del Trentino si è rifiutato di accogliere una coppia con un cane anziano di piccola taglia, dicendo ai suoi umani che poteva pure "resta a morire fuori", tanto non sarebbe mai entrato. L'episodio è emerso a seguito di un post pubblicato sui gruppi Facebook di trekking del Trentino, dove si trova il rifugio incriminato.
Secondo il racconto in prima persona di Luca, il personale della struttura si sarebbe rifiutati di fare entrare la sua cagnolina nonostante la grandinata improvvisa l'avesse fortemente provata a causa dell'età, 14 anni. Al momento di allontanarsi l'uomo si sarebbe quindi lamentato con i gestori: "Prima di tornare alla macchina abbiamo voluto puntualizzare che il comportamento ci sembrava inaccettabile per un rifugio di montagna, che dovrebbe essere prima di tutto un punto di protezione e soccorso. La reazione è stata ancora più aggressiva: ‘Te molo en slavadenti‘, ‘ti mollo una sberla'. Un collaboratore del rifugio ha persino tentato di spingerci via mettendomi una mano sulla spalla – gesto subito fermato dal gestore stesso – che poco dopo ha aggiunto: ‘Ti te pol entrar, el can el resta a morir de fora‘, ‘tu puoi entrare, il cane resta a morire fuori‘".
L'episodio ha creato molta polemica sui social e diversi utenti hanno raccontato esperienze analoghe. Tra le voci critiche c'è anche quella di Thomas Colussa, appassionato della montagna che insieme al suo cane Numb è arrivato a toccare la cima del Monte Bianco, conquistando nel 2022 il nuovo record di altitudine mai raggiunto con un cane in Europa.
"Purtroppo queste storie sono all'ordine del giorno – spiega Colussa a Fanpage.it – la maggior parte dei rifugisti non fa storie se si va con il cane in bassa stagione o infrasettimanale, ma quando c'è alta affluenza ti dico di no, punto. Si appoggiano a regole vecchie di 80 anni".
La denuncia: "Dicono che i cani sporcano, ma le regole dei rifugi sono vecchie di 80 anni"
"Il regolamento dei rifugi è abbastanza ombroso – spiega Colussa – nel senso che il CAI (Club Alpino Italiano) gestisce la quasi totalità dei rifugi demanda la decisione ai singoli rifugisti. Quindi non c'è molta chiarezza".
Il risultato è che molti restano davanti alla porta chiusa del rifugio se hanno il cane: "Certi rifugisti non ne vogliono proprio sapere, e usano anche delle scuse che non stanno in piedi. Dicono che i cani sporcano, che fanno i bisogni sullo zaino di qualcuno, e poi che sono tutti allergici ai cani. Una roba pazzesca. Poi però se le persone sporcano o mancano di rispetto allora non c'è problema".
Non tutti però sono uguali, in Trentino e fuori: "Ci sono dei rifugi pet friendly che hanno dedicato delle stanze ai cani. Le soluzioni quindi si possono trovare se si ha voglia di farlo, anche per noi ‘disgraziati' che abbiamo i cani".
Il cane Numb a soli due mesi di età ha subito un trauma che gli ha causato la lesione della terzultima vertebra. Nonostante ciò, Thomas ha deciso comunque di prenderlo con sé, e insieme hanno iniziato un percorso che passo dopo passo li ha portati a scalare le cime del Trentino e non solo. Questa abitudine ha reso Numb un cane molto competente anche in rifugio: "Si mette sotto al tavolo, o sotto la panca, e a volte la gente si accorge della sua presenza solo dopo". E qui si tocca un tasto dolente: "Anche l'educazione del cane fa la differenza", sottolinea.
"Colpa anche di persone troppo spesso inconsapevoli dei rischi per i cani"
Le responsabilità se i cani sono molto spesso mal visti in montagna talvolta è anche delle persone, come spiega Thomas che proprio dall'esperienza con Numb ha creato una scuola di formazione rivolta a chi vuole fare esperienza in natura col proprio compagno animale: "Il fenomeno dei cani in montagna è in grande aumento negli ultimi anni, e purtroppo si vedono anche molti incidenti. Questa estate c'è stata una miriade di operazioni di soccorso, se ho calcolato bene arriveremo alla fine dell'anno a circa 20mila interventi. Di questi, decine coinvolgono i cani. Questo dimostra quanto poco le persone sappiano muoversi in montagna, e di conseguenza ancora meno sono in grado di farlo con il cane".
Il problema è l'educazione: "Molti arrivano in montagna e liberano il cane, anche in rifugio, e questo non va bene, non si deve fare. In questo modo si crea un pregiudizio che danneggia tutti. Inoltre è pericoloso, perché il cane non è in grado di valutare i vari pericoli. Con le conseguenze che vediamo ogni anno".