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24 Luglio 2025
17:49

Teneva 30 cani rinchiusi in gabbie e in condizioni precarie: “Un caso evidente di animal hoarding”

Trenta cani che vivevano perennemente in gabbia e in condizioni igienico-sanitarie precarie sono stati sequestrati a Bergamo. Salvati grazie alla segnalazione della LAV, ora sono al sicuro. La responsabile è stata denunciata per maltrattamento e detenzione incompatibile con la natura degli animali.

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I cani vivevano perennemente in gabbia e in condizioni igienico–sanitarie precarie. Foto di repertorio

Trenta cani chiusi in gabbie, in condizioni igienico-sanitarie precarie e privi di ogni dignità, sono stati finalmente liberati grazie a un sequestro eseguito dall'ATS e dai Carabinieri Forestali, dopo mesi di segnalazioni e indagini condotte dalla sede LAV di Bergamo. Gli animali si trovavano all’interno di un'abitazione privata su tre piani, con un piccolo giardino, trasformata di fatto in un luogo di detenzione e sofferenza.

Molti di loro vivevano reclusi quasi tutto il tempo in kennel o gabbie, in condizioni drammatiche. La situazione, già di per sé critica, era ulteriormente aggravata dalle difficoltà economiche della donna che li deteneva, incapace di provvedere alle minime cure veterinarie. Il salvataggio, inoltre, riaccende i riflettori su un fenomeno ancora sottovalutato e più diffuso di quanto si possa pensare, ovvero l'animal hoarding, l'accumulo compulsivo di animali.

La denuncia della LAV: animali accumulati oltre ogni possibilità

"Il 25 giugno scorso abbiamo depositato un esposto sperando che la situazione potesse cambiare", ha spiegato Annarita D'Errico, responsabile nazionale degli Sportelli LAV. "Abbiamo appreso che la detentrice stava pensando di spostare i cani, temendo che potessero essere sequestrati. Era evidente che ci trovavamo davanti a un caso di animal hoarding, un disturbo ancora poco riconosciuto, ma che causa gravi sofferenze agli animali coinvolti".

Il termine animal hoarding descrive un comportamento patologico che porta alcune persone ad accumulare animali oltre ogni possibilità di gestione, spesso convinti – in modo distorto – di agire per il loro bene. Una forma di maltrattamento cronico che può passare inosservata per anni, anche quando le segnalazioni ci sono. In questo caso, i volontari LAV hanno raccolto testimonianze, prove fotografiche e documentato l'estrema gravità della situazione.

Cani malati, obesi e non più in grado di camminare

Tra i casi più drammatici, c'era Peppino, affetto da leishmaniosi e immobilizzato da un'anchilosi dovuta alla lunga permanenza in gabbia. Perla, una femmina con un tumore mai curato. Orco, obeso al punto da non riuscire a camminare. E poi Caucaso, un cane con grave displasia articolare; un terrier coperto di lividi; e un maremmano con una disfunzione tiroidea non curata. Dopo la denuncia-querela presentata da LAV presso la Procura di Bergamo per maltrattamento e detenzione incompatibile con la natura degli animali è finalmente arrivato il sequestro.

I trenta cani sono stati tutti trasferiti in strutture adeguate, dove hanno già iniziato un percorso di cura e recupero. Per molti di loro la strada sarà però parecchio lunga, ma almeno non saranno più invisibili, né soli. Potranno infatti ricevere assistenza veterinaria, supporto comportamentale, muoversi liberamente in spazi ampi e – soprattutto – avere una seconda possibilità per vivere una vita davvero degna di essere vissuta.

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