UN PROGETTO DI
31 Luglio 2025
11:28

Stress, malattie e isolamento: l’EFSA svela cosa subiscono visoni, volpi e cincillà in gabbia

Impossibilitati a muoversi, stressati e affetti da gravi patologie dovute al poco spazio a disposizione. Il parere indipendente dell'Agenzia europea per la Sicurezza Alimentare descrive la condizione in cui si trovano volpi rosse e artiche, cani procioni, visoni e cincillà.

106 condivisioni
Immagine

Animali tenuti in gabbia, in condizioni pessime, per la produzione di pellicce. E' il parere sul benessere di volpi rosse e artiche, cani procioni, visoni e cincillà prodotto dall'Agenzia europea per la Sicurezza Alimentare.

L'EFSA ha dato seguito alla richiesta della Commissione Europea di fornire un report indipendente sulla protezione degli animali allevati per la produzione di pellicce nell'Unione Europea. Le specie sono appunto quelle indicate nel documento ufficiale: visone americano, volpe rossa e volpe artica, procioni e cincillà. LUE aveva richiesto due pubblicazioni distinte: una con un aggiornamento della letteratura sulla biologia di queste specie e la revisione dei sistemi di allevamento e delle pratiche di allevamento più comuni e l'altra con una valutazione del benessere incentrata sulle conseguenze più rilevanti per ciascuna tipologia di animale.

In quali condizioni vivono gli animali da pelliccia

L'Agenzia europea non lascia margine ad alcun dubbio sulle pessime condizioni in cui questi animali aspettano solo la morte: si va dalla limitazione del movimento all'incapacità di mettere in atto alcun comportamento esplorativo. La condizione tipica è quella di animali sotto stimolati o sovra stimolati e gli effetti sulla salute riguardano lesioni dei tessuti molli, stress da manipolazione, disturbi locomotori, stress di gruppo e di isolamento e, in generale, l'impossibilità di riposo e di interazioni intraspecifiche dirette a "comportamenti di conforto".

I relatori hanno sottolineato nel rapporto che per rispondere alle richieste dell'UE  è stata condotta un'ampia ricerca bibliografica e si è proceduto a raccogliere informazioni direttamente dagli allevatori. "In tutte le specie, la limitazione del movimento, l'incapacità di eseguire comportamenti esplorativi o di foraggiamento e la sottostimolazione e sovrastimolazione sensoriale sono state selezionate come le variabili di rischio più rilevanti – è scritto nel documento – condividendo rischi comuni legati alle dimensioni e alla sterilità delle gabbie. Poiché la sottostimolazione sensoriale condivide gli stessi rischi, misure preventive e di mitigazione della limitazione del movimento e dell'incapacità di eseguire comportamenti esplorativi, non viene ripetuta nell'elenco seguente".

Il risultato cui l'Agenzia è arrivata è che nella maggioranza dei casi non si può nemmeno attuare una strategia di prevenzione dunque perché è proprio come sono strutturati gli allevamenti che non consente migliorie: gli animali sono stipati in gabbie di rete metallica e con una superficie di pochi centimetri.

In Europa manca una legge che regola gli allevamenti da pelliccia

In Europa non c'è una legge che regola specificamente l'allevamento da pelliccia. Si fa riferimento, come ricorda l'Associazione Nazionale dei Medici Veterinari, a una Raccomandazione del Consiglio d'Europa che risale al 1999 che non ha però un parere vincolante per gli Stati membri. In Italia l'allevamento di animali da pelliccia in Italia è vietato dal 2022.

Nel dicembre del 2023 la Commissione aveva deciso di non prendere posizione di fronte all’Iniziativa dei Cittadini Europei “Fur Free Europe”, rimandando proprio all'EFSA la richiesta di ulteriori verifiche che adesso sono arrivate.

All'epoca, Joh Vinding, presidente della Fur Free Alliance, aveva dichiarato:"La Commissione europea ha ignorato la voce di 1,5 milioni di cittadini e di molti Stati membri che vogliono il divieto di allevamento e vendita di pellicce nell'UE".

I dati più recenti, come riportato da ANMVI, risalgono al 2023: nell'UE erano attivi 1.088 allevamenti di visoni, volpi e cani procioni attivi, con circa 7,7 milioni di animali allevati. "Fino alla pandemia di COVID-19 e alla chiusura degli allevamenti di visoni da parte dei Paesi Bassi e della Danimarca, l'UE era il principale produttore mondiale di pellicce. La Danimarca era il più grande produttore di visoni al mondo".

Simone Pavesi, Responsabile LAV Area Moda Animal Free, ha così commentato il report dell?EFSA: "La Commissione UE dia immediato seguito alle istanze della Iniziativa dei Cittadini Europei “Fur Free Europe” per porre definitivamente fine ad una industria cruenta, anacronistica, inutile come quella per la produzione di pellicce".

Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views