
A partire dal 31 dicembre 2026, l'Italia dirà addio a una delle pratiche più cruente e discusse dell’industria delle uova: l'uccisione dei pulcini maschi appena nati negli allevamenti di galline ovaiole. Dal 2027, sarà infatti vietato uccidere i maschi considerati "inutili" perché incapaci di produrre uova e inadatti per la filiera della carne. Ogni anno, solo nel nostro paese, ne vengono soppressi circa 34 milioni, spesso attraverso triturazione o gassificazione entro le prime 24 ore di vita.
L'Italia si allinea ad altri paesi europei, come Francia, Germania e Belgio, grazie al decreto legislativo del 7 dicembre 2023, ora completato dalle linee guida pubblicate in Gazzetta Ufficiale, che rendono finalmente operativo il divieto. Entro la fine del prossimo anno, le aziende che allevano galline ovaiole dovranno quindi dotarsi di sistemi di ovo-sessaggio, una tecnologia che permette di determinare il sesso dell'embrione prima della nascita, evitando così la schiusa dei maschi destinati all'eliminazione.
Cos'è e come funziona l'ovo-sessaggio: il nuovo sistema obbligatorio per stabilire il sesso degli embrioni

Il principio è semplice: identificare il sesso del pulcino entro il 14° giorno di incubazione, quando l’embrione non ha ancora sviluppato la capacità di percepire dolore o stress. Esistono diverse tecniche – ottiche, chimiche e genetiche – già in uso in paesi come Germania e Francia, dove il divieto è realtà da tempo. Queste tecnologie permettono così di i pulcini maschi riducendo quasi completamente la necessità di abbattimenti post-nascita.
Nonostante l'importante traguardo, secondo l'associazione Animal Equality – che nel 2020 aveva lanciato un'importante petizione per fermare la strage di pulcini maschi – rimangono alcune importanti criticità. I pulcini che nasceranno per errore (stimati da 350mila a 1,4 milioni ogni anno) potranno ancora essere uccisi, seppur con un metodo diverso, ovvero l'inalazione di anidride carbonica al posto della triturazione.
Un passo avanti importante per il benessere animale

Secondo il decreto, "il sessaggio in ovo rappresenta un passo importante nella soluzione di quello che è considerato il principale dilemma etico del settore avicolo". Evitare la nascita di animali destinati a sofferenze inutili significa, di fatto, prevenire una vita breve e priva di senso per milioni di esseri senzienti. Le immagini diffuse negli anni dalle associazioni animaliste – con pulcini vivi su nastri trasportatori diretti verso macchinari di macerazione – hanno reso molto evidente la crudeltà di una pratica che non poteva più essere accettata.
Per questo, organizzazioni e associazioni come appunto Animal Equality e LAV hanno accolto con soddisfazione la pubblicazione delle nuove linee guida. "Dopo mesi di sollecito, mobilitazioni su strada e pressioni rivolte al Governo, è arrivato un segnale importante – ha commentato Animal Equality -. È di certo un risultato straordinario, ma il nostro lavoro non si ferma qui. Vigileremo perché la normativa venga applicata seriamente e perché nessun pulcino, nemmeno quelli nati per errore, venga più trattato come scarto".
L'Italia si allinea al resto d'Europa

Con questa misura, il nostro paese si unisce a Francia, Germania, Lussemburgo, Austria e Belgio, dove il divieto è già in vigore o in fase di attuazione. Secondo la LAV, si tratta quindi di un passo avanti storico: "L’uccisione dei pulcini maschi è una delle pratiche più crudeli dell’industria zootecnica. Con il sessaggio in ovo, si risparmieranno sofferenze a decine di milioni di animali ogni anno".
Tuttavia, l'associazione invita a guardare anche oltre: "Ogni animale allevato subisce manipolazioni e privazioni imposte. Il vero cambiamento arriverà solo quando sceglieremo di non finanziare più il loro sfruttamento". Il divieto di abbattimento dei pulcini maschi segna dunque una svolta etica e tecnologica per l'allevamento intensivo, ma anche un invito a riflettere su quanto ancora resta da fare quando si parla di benessere animale e allevamenti intensivi.