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11 Ottobre 2025
9:49

Spara al cane del vicino e lo rende zoppo: 46enne condannato a pagare 5 mila euro di risarcimento

Un 46enne è stato condannato a tre mesi con pena sospesa per aver sparato al cane del vicino, rendendolo zoppo. Ora dovrà pagare 5.000 euro di risarcimento e 4.700 di spese legali. Il fatto risale al 2020, quando a seguito di una visita veterinaria nella zampa del cane fu trovato un pallino di piombo.

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Ha reso zoppo il cane del vicino e per questo è stato condannato a tre mesi per maltrattamento di animali e al pagamento di 5 mila euro di risarcimento, più altri 4.700 euro di spese legali. È il termine del processo aperto nei confronti di un 46enne ritenuto colpevole di aver sparato al cane del vicino provocandogli un danno permanente.

Cosa è successo al cane reso zoppo dal vicino

I fatti risalgono al 2020, quando un uomo di 78 anni ha notato che il suo cane aveva iniziato a zoppicare vistosamente. Una volta dal veterinario però era arrivata l'amara sorpresa. Come riporta Il Dolomiti, il cane nella zampa aveva un pallino di piombo, segno inequivocabile che qualcuno gli aveva sparato.

A seguito delle perizie e delle investigazioni degli inquirenti i sospetti si sono concentrati sul vicino: la sua abitazione infatti affaccia nell'area in cui era abitualmente lasciato il cane e quindi il colpo non sarebbe potuto partire da nessun'altra parte se non dalla casa del 46enne.

Nonostante l'uomo si sia sempre professato innocente i giudici hanno riconosciuto il suo coinvolgimento e lo hanno condannato per maltrattamento di animali, con pena sospesa, alla quale si aggiunge però il risarcimento del danno.

 Maltrattamento e uccisione: come funziona il risarcimento

Il risarcimento di 5 mila euro comminato dai giudici non era scontato. Storicamente infatti, il risarcimento del danno non patrimoniale, legato cioè alla lesione dell'integrità psicofisica o sofferenza interiore, non viene riconosciuto per gli animali.

Ci sono solo due precedenti recenti in Italia. Il primo risale al gennaio 2025, quando il Tribunale di Prato aveva riconosciuto un risarcimento di 30 mila euro alla famiglia di un cane morto mentre si trovava in una pensione. Il secondo invece è del giugno dello stesso anno quando il Tribunale di Fermo ha riconosciuto un maxi risarcimento di 45 mila euro per la morte del cane Keeran.

Come spiega l'avvocato Salvatore Cappai, civilista ed esperto in diritto degli animali, questi esiti non sono mai automatici: "Nel 2008 la Corte di Cassazione a Sezioni Unite, pronunciandosi attraverso alcune tra le sentenze recenti più importanti nella materia del risarcimento del danno, ha considerato la morte di un animale d’affezione come un fastidio risibile, al pari della rottura del tacco di una scarpa da sposa, dell’errato taglio di capelli, di un’attesa stressante in aeroporto, di un disservizio in un ufficio pubblico, del mancato godimento della partita di calcio per televisione determinato da black-out elettrico".

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