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10 Giugno 2025
19:00

Sfinge del galio: l’incredibile insetto che vola come un colibrì

La sfinge del galio somiglia al colibrì, ma è una falena: maestra del volo stazionario e simbolo di adattamento evolutivo.

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La sfinge del galio, nota anche come sfinge colibrì, è un insetto che desta curiosità per la sorprendente somiglianza con il colibrì. Si tratta, in realtà, di una falena appartenente alla famiglia degli Sfingidi. Il suo nome scientifico è Macroglossum stellatarum: il termine "macroglossum", di origine greca, significa letteralmente “lingua grande”, in riferimento alla sua proboscide particolarmente sviluppata. Questa specie è comunemente chiamata anche sfinge del galio, dal nome della pianta (Galium) di cui si nutrono con predilezione i suoi bruchi.

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Perché la sfinge del galio somiglia al colibrì

La somiglianza tra due animali così diversi come un insetto e un uccello può sorprendere, ma ha una spiegazione ben precisa. La lunga proboscide della sfinge del galio richiama il becco del colibrì, poiché entrambi la utilizzano per nutrirsi del nettare dei fiori durante il volo, senza mai posarsi. Le analogie non si fermano qui: entrambe le specie sono di piccole dimensioni, estremamente agili e, in molte culture, considerate simboli di buon auspicio.

Si tratta di un esempio emblematico di convergenza evolutiva, un fenomeno per cui specie molto distanti tra loro, dal punto di vista evolutivo, sviluppano caratteristiche simili come risposta a esigenze ambientali comuni. In questo caso, insetti e uccelli hanno elaborato strategie morfologiche e comportamentali analoghe per nutrirsi in volo. La somiglianza, quindi, non deriva da una parentela evolutiva, ma da una sfida condivisa che ha portato a soluzioni simili. La biologia tende infatti a favorire ciò che funziona, indipendentemente dall’origine evolutiva.

Sfinge colibrì e colibrì condividono la stessa nicchia ecologica, svolgendo un ruolo analogo all’interno degli ecosistemi: quello di impollinatori, con abitudini alimentari sovrapponibili. Un ulteriore esempio di convergenza evolutiva si osserva nei cetacei: pur essendo mammiferi, nel corso del tempo hanno sviluppato un corpo snello e idrodinamico, molto simile a quello dei pesci, specialisti del nuoto.

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Dove è possibile incontrare la sfinge del galio

Se ci si trova in Italia e si nota un piccolo essere che si muove tra i fiori con il tipico volo sospeso di un colibrì, non si tratta di un esemplare di colibrì fuori rotta, ma molto probabilmente della sfinge del galio. Il colibrì, infatti, è un uccello che vive esclusivamente nel continente americano, dal Sud al Nord.

Questa falena, invece, è presente non solo in Italia, ma in gran parte dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa. A dispetto del fatto che appartenga alla famiglia delle falene, non è un insetto notturno: al contrario, è attiva durante il giorno e predilige la luce del sole, assumendo così un comportamento più affine a quello delle farfalle.

Chi si trovi a passeggiare nei pressi di cespugli di lavanda, caprifoglio o gelsomino, tenga lo sguardo attento: potrebbe avere la fortuna di osservare questa piccola meraviglia della natura, sospesa in volo, rapida, precisa e sorprendentemente agile.

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A cosa serve la proboscide della sfinge del galio

La sfinge del galio utilizza la sua proboscide come una sorta di “cannuccia”. Si tratta del suo apparato boccale, tecnicamente definito spirotromba: una struttura allungata, flessibile e retrattile, che consente all’insetto di aspirare il nettare, la sostanza zuccherina prodotta dai fiori. Quando non è in uso, la spirotromba viene arrotolata sotto la testa in modo ordinato.

Questa struttura può raggiungere una lunghezza pari a quella del corpo dell’insetto, ossia tra i 4 e i 6 centimetri. Tale estensione le consente di nutrirsi anche dai fiori più profondi, dove altri insetti impollinatori non riescono ad arrivare.
Una volta introdotta nel fiore, la proboscide permette alla sfinge di valutare – tramite appositi recettori – la concentrazione zuccherina del nettare. Se il contenuto risulta soddisfacente, l’insetto tende a tornare quotidianamente nella stessa area, alla stessa ora, per alimentarsi. Questo comportamento è noto come trap-lining: una strategia alimentare osservata anche in altre specie impollinatrici come api, farfalle e, non a caso, i colibrì.

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Il volo stazionario della sfinge del galio

Il nettare rappresenta una fonte energetica fondamentale per la sfinge colibrì: è, a tutti gli effetti, il “carburante” necessario per sostenere il volo. Questo insetto straordinario è in grado di battere le ali dalle 70 alle 80 volte al secondo. Tale rapidità genera un ronzio molto marcato, simile a quello dei colibrì, che a loro volta sbattono le ali con una frequenza compresa tra i 50 e gli 80 battiti al secondo.

Il volo della sfinge colibrì è reso possibile da un sofisticato meccanismo aerodinamico: le ali, muovendosi così velocemente, creano una sorta di vortice d’aria sulla loro superficie, che spinge l’insetto verso l’alto e gli consente di rimanere sospeso in aria. Questo tipo di volo è noto come volo stazionario (in inglese hovering): l’insetto non si posa sul fiore, ma resta in sospensione, nutrendosi tramite la proboscide allungata.

La sfinge è anche in grado di spostarsi rapidamente da un fiore all’altro con movimenti netti e precisi, mantenendo un'eccellente stabilità durante il volo. Questo equilibrio dinamico è possibile grazie a un sistema sensoriale altamente sviluppato: occhi e antenne forniscono un flusso costante di informazioni che l’insetto elabora per correggere la posizione e la traiettoria in tempo reale.

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La sfinge del galio è pericolosa?

Un dubbio comune, osservando la lunga proboscide della sfinge colibrì, riguarda la sua eventuale pericolosità. È bene chiarire che questo insetto è del tutto innocuo. La spirotromba, cioè la proboscide che utilizza per nutrirsi, non è un pungiglione e non ha alcuna funzione offensiva. La sfinge colibrì, dunque, non rappresenta alcun pericolo né per l’uomo né per gli animali domestici.

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