
Per oltre mezzo secolo nessuno l'aveva più visto. Non c'erano fotografie o registrazioni, né avvistamenti confermati, solo qualche vecchio esemplare conservato nei cassetti di alcuni musei russi. Eppure, in un angolo remoto del deserto del Karakum, tra Turkmenistan e Uzbekistan, un piccolo pipistrello dalle orecchie enormi creduto ormai perso per sempre è tornato a mostrarsi al mondo: si chiama orecchione turkmeno (Plecotus turkmenicus).
La sua ultima osservazione risaliva al 1970. Da allora, nessuna traccia e gli scienziati lo consideravano forse estinto per sempre o comunque scomparso dalle aree in cui un tempo viveva. A ritrovarlo dopo ben 55 anni è stato un gruppo internazionale di ricercatori guidati dal Museum für Naturkunde di Berlino, che in una recente spedizione è riuscito anche finalmente a filmare e fotografare per la prima questo piccolo chirottero. Nonostante la riscoperta, la specie rimane comunque a rischio a causa dell'aumento globale delle temperature.
Un spedizione nel deserto per trovare il pipistrello perduto

Lo scorso ottobre, gli studiosi hanno attraversato le distese sabbiose e i rilievi del Karakum, uno dei deserti più estesi dell'Asia centrale, alla ricerca dei siti storici dove la specie era stata segnalata decenni fa. Il primo incontro è avvenuto in una fessura di un vecchio muro in rovina, dove una giovane femmina si rifugiava dal calore del giorno. Pochi giorni dopo, è stato poi osservato anche un maschio adulto, all'interno di una grotta distante quasi 90 chilometri, vicino al confine uzbeko.
È stato così confermato per la prima volta dal 1970 che la specie è ancora viva e vegeta e i ricercatori ne hanno anche approfittato anche per raccogliere le primissime immagini di questa specie in natura. Gli scienziati hanno scattato diverse foto e registrato video e vocalizzazioni della specie, gli ultrasuoni usati dai chirotteri per orientarsi e cacciare di notte grazie all'ecolocalizzazione. Sono stati anche raccolti campioni biologici per analisi genetiche, che aiuteranno a capire meglio la storia evolutiva di questa specie quasi sconosciuta.
Un pipistrello raro che rischia di scomparire di nuovo

L'orecchione turkmeno, infatti, è stato riconosciuto come specie a sé stante solo a partire dal 2006. Prima di allora, era infatti considerata "solo" una sottospecie del più comune orecchione meridionale o grigio (Plecotus austriacus), una specie molto simile e presente anche qui in Italia. È presente solo in alcuni punti isolati tra Kazakistan, Uzbekistan e Turkmenistan e in nessuna altra parte dell'Asia, anche perché si è adattato a un ambiente desertico estremo, fatto di temperature che oscillano tra il gelo invernale e i quaranta gradi estivi.
Tuttavia, anche se vive in luoghi così isolati e inospitali, la sua sparizione durata oltre mezzo secolo ci fa capire che è tutt'altro che al sicuro dalle attività umane. Questi ambienti, infatti, sono pesantemente minacciati dai cambiamenti climatici, in particolare dall'aumento delle temperature che sta prosciugando le poche aree verdi rimaste nel deserto, riducendo sempre più l'habitat e lo spazio vitale per molte specie endemiche del Karakum, pipistrelli inclusi.
Una nuova opportunità per salvare la biodiversità del deserto

Per questo motivo, il governo del Turkmenistan ha deciso di trasformare la riscoperta del pipistrello in un simbolo della conservazione. È infatti in corso la pianificazione di una nuova grande area protetta di oltre 50.000 ettari, che farà da rifugio non solo ai pipistrelli, ma anche a tanti animali delle steppe fredde, come l'onagro o asino selvatico asiatico (Equus hemionus) e la gazzella gozzuta (Gazella subgutturosa), due specie seriamente minacciate di estinzione.
Questo ritrovamento rappresenta quindi una grossa opportunità di collaborazione scientifica tra Germania, Turkmenistan e Uzbekistan per la conservazione della biodiversità di questa regione. L'obiettivo è ora quello di studiare più a fondo l'ecologia dei pipistrelli dell'Asia centrale, un gruppo ancora poco conosciuto, ma fondamentale per gli ecosistemi desertici. E sono bastati un paio di avvistamenti e pochi secondi di filmato con protagonista un pipistrello creduto perduto per sempre, per riaccendere la speranza dopo 55 anni di silenzio.