UN PROGETTO DI
29 Luglio 2025
17:49

Riscoperto alle Galápagos il minuscolo geco dalle dita a foglia: su Rábida si pensava estinto da 5.000 anni

Riscoperto alle Galápagos il geco dalle dita a foglia di Mares, creduto estinto da ben 5.000 anni su Rábida. La sua ricomparsa sull'isola è soprattutto merito di un progetto di ripristino ambientale iniziato nel 2011, che ha permesso di rimuovere i roditori invasivi e ristabilire le naturali dinamiche ecologiche.

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Sull’isola di Rábida, il geco Phyllodactylus maresi si pensava fosse ormai scomparso da millenni. Foto di Island Conservation

Alle Galápagos, un gruppo di ricercatori ha effettuato una scoperta che ha il sapore di un piccolo "miracolo" per la conservazione della biodiversità dell'arcipelago. Sulla piccola isola di Rábida è stato infatti ritrovato un minuscolo geco che si pensava fosse ormai scomparso da millenni. Si chiama Phyllodactylus maresi, o geco dalle dita a foglia di Mares, e fino a poco tempo fa, per quest'isola, se ne conoscevano solo frammenti ossei fossili risalenti a circa 5.000 anni fa.

Ora, invece, è stato ritrovato vivo e vegeto e a confermarlo è anche uno studio pubblicato sulla rivista PLOS ONE, che documenta ufficialmente la riscoperta di questa specie attraverso l'analisi di alcuni individui trovati durante spedizioni condotte nel 2019 e nel 2021. Lo studio, inoltre, sottolinea anche come questa specifica popolazione sia geneticamente diversa da quelle presenti sulle altre isole vicine, aggiungendo ulteriore valore conservazionistico a questa riscoperta.

Un progetto di ripristino ambientale dietro la "resurrezione" del geco

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Il merito di questa riscoperta va soprattutto a un progetto di ripristino ambientale e di eradicazione dei ratti invasivi. Foto di Island Conservation

La riscoperta di P. maresi a Rábida potrebbe sembrare una delle tante già sentite altre volte, quando specie elusive rimaste nascoste rispuntano improvvisamente. Tuttavia, ci racconta anche di come l'intervento umano, quando basato sulla scienza e ben pianificato, possa rimettere in equilibrio interi ecosistemi. A riportare il piccolo geco alla luce è stato infatti anche merito di un ambizioso progetto di ripristino ambientale condotto dal 2011 da Island Conservation, in collaborazione con il Parque Nacional Galápagos, la Charles Darwin Foundation e The Raptor Center.

L'obiettivo era semplice, ma cruciale: rimuovere i roditori invasivi come i ratti introdotti dagli esseri umani sull'isola di Rábida, che da decenni minacciavano le specie autoctone predando uova, piccoli e alterando le dinamiche ecologiche sull'isola. E soltanto un anno dopo questa prima eradicazione, gli scienziati avevano già cominciato a notare qualcosa di inaspettato. Tra le rocce e i cespugli aridi, era comparso un geco leggermente diverso dagli altri presenti sull'isola, con le inconfondibili "dita a foglia" che gli danno il nome.

La specie, è bene precisarlo, non era considerata del tutto scomparsa dalle Galápagos. Sulle isole vicine, come Santiago, Bartolomé, Mares e Marchena, ci sono altre popolazioni note e ben documentate. Tuttavia, su Rábida, le uniche prove dell'esistenza di questo piccolo rettile erano ossa subfossili risalenti all'Olocene, ovvero tra 5.700-8.540 anni fa. Il geco, evidentemente, non si è quindi mai estinto davvero, ma un volta rimossi i ratti e ripristinato l'ecosistema, ha probabilmente visto un significativo aumento demografico della sua popolazione.

Una popolazione unica e da proteggere

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Le analisi genetiche hanno anche confermato che questa popolazione è significativamente diversa da quelle presenti sulle altre isole. Foto di Island Conservation

Ma prima di gridare al ritorno, servivano ulteriori prove. I ricercatori del museo di zoologia QCAZ dell’Università Cattolica del Ecuador, insieme agli esperti di Island Conservation, Re:wild e del Parque Nacional Galápagos, hanno così raccolto dati morfologici, campioni genetici e analizzato ogni dettaglio. I risultati sono chiari: la popolazione di Rábida appartiene effettivamente alla specie Phyllodactylus maresi, ma presenta caratteristiche genetiche distinte che la rendono un'unità evolutiva significativa (ESU), ovvero unica dal punto di vista conservazionistico.

Per Paula Castaño di Island Conservation, la riscoperta del geco è la prova vivente che "la natura ha un'incredibile capacità di rigenerarsi, se le diamo la possibilità". E infatti le isole, per quanto fragili, possono sorprendere con una rapidità di recupero notevole. Per Omar Torres-Carvajal, curatore dei rettili al museo QCAZ e tra gli autori dello studio, questa scoperta rafforza invece l'importanza della raccolta di campioni scientifici e genetici nelle Galápagos, un arcipelago che continua a celare segreti evolutivi sotto ogni pietra e foglia secca.

Il ritorno a Rábida del geco dalle dita a foglia di Mares non è però solo un successo scientifico o tassonomico, ma un messaggio chiaro: quando si rimuovono le minacce e si ricostruiscono le condizioni ambientali ed ecologiche giuste, anche ciò che sembrava ormai perso può tornare. E questo piccolo rettile notturno, rimasto nascosto per secoli, ci dimostra che, se gliene diamo la possibilità, la natura e gli ecosistemi possono tornare, almeno in parte, a risplendere come facevano prima dell'arrivo degli esseri umani e di tutti le minacce che ci portiamo sempre dietro.

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