UN PROGETTO DI
18 Agosto 2025
13:03

“Rimuovere i randagi dalle strade”: in India proteste per la decisione della Corte suprema sui cani liberi

La Corte suprema di Nuova Delhi ha ordinato la rimozione di migliaia di cani liberi che dovranno essere relegati in canili da costruire nell'arco massimo di otto settimane. Sono però sempre di più le persone che stanno scendendo in strada per protestare e proteggere gli animali sebbene i casi di rabbia siano ancora molto diffusi. Persone comuni e attivisti sottolineano che la strada ipotizzata dal tribunale non sia quella giusta e che anzi vada a pesare sulle tasche dei cittadini quando servirebbe un programma rivolto alla serena convivenza.

Immagine

L'India è il paese al mondo con la più alta percentuale di cani liberi. Si stima che siano quasi 60 milioni gli individui che condividono il territorio con gli esseri umani e che non possono essere definiti solo "randagi". Tra di loro, infatti, ci sono cani padronali e anche ferali che nel corso del tempo hanno imparato a condividere lo spazio con oltre un miliardo e mezzo di persone, ovvero il numero di esseri umani che nel 2024 è stato stimato abitare nella regione asiatica.

La convivenza tra le due specie è dunque all'ordine del giorno e molti studi proprio su come si è co evoluto il rapporto tra esseri e umani e cani vengono fatti in India per far sì che si possa conoscere fino in fondo l'etologia del "miglior amico dell'uomo".

Ma ora i cani liberi indiani rischiano di essere allontanati dalle strade e rinchiusi nei canili se verrà messa in atto l'ordinanza stabilita dalla Corte suprema di Nuova Delhi che è intervenuta a causa del succedersi di incontri in cui le persone sono aggredite da alcuni soggetti liberi. Il Tribunale ha infatti ordinato che si proceda alla costruzione di strutture che siano destinate a ospitare 5 mila cani che dovranno essere "rimossi" dalle strade, sottolineando anche che il contatto diretto con relativi comportamenti aggressivi continua a determinare casi di rabbia.

La maggioranza della popolazione indiana però non è d'accordo con quanto è stato deciso. Il rapporto tra indiani e cani è strutturato nel tempo in base a regole di convivenza note e le persone sono a conoscenza dei pericoli che possono insorgere in caso di attacco e che riguardano la salute pubblica. Ciò che gli attivisti, gli animalisti e anche molti cittadini chiedono, infatti, è un lavoro sul campo che preveda operazioni di sterilizzazione, vaccinazione e reimmissione sul territorio e non la costruzione di canili in chi rinchiudere gli animali.

L'India ha il triste primato di essere la Nazione con il più alto tasso di rabbia a livello mondiale. Secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità quasi 20mila persone rischiano ogni anno di morire a causa della malattia che si contrae anche dai cani liberi affetti a loro volta dal virus, mentre fonti governative riportano che 6000 persone all'anno muoiono per questo motivo.

Mentre sulle autorità locali pende l'ultimatum della Corte suprema di dover agire perentoriamente nell'arco massimo di otto settimane, e la sentenza risale all'11 agosto scorso, in strada accanto ai cani liberi a Nuova Delhi ma anche in altre parti del Paese, intanto stanno scendendo i cittadini che non sono d'accordo con quanto è stato deciso.

A Lakhnaū, la capitale dello Stato indiano dell'Uttar Pradesh, ieri si sono ritrovati in migliaia all'Eco Garden, dove si è svolta una manifestazione che ha riunito amanti degli animali, allevatori, ONG, veterinari e attivisti in cui sono avvenuti anche scontri con la polizia. Ciò che i manifestanti hanno voluto mettere in evidenza è proprio quanto i cani appartengono al tessuto sociale indiano e che legalmente l'ordinanza va contro due capisaldi in India che regolano il rapporto tra esseri umani e altre specie: il Prevention of Cruelty to Animals Act del 1960 e l'Animal Birth Control Rules del 2023.

L'ultimo censimento dei cani a Nuova Delhi risale al 2012 oltretutto e si era stimata la presenza di circa  60.000 animali, mentre ora sempre fonti governative affermano che si è arrivati ad almeno 1 milione di individui solo in quest'area. E' un dato di fatto che le aggressioni avvengono, come riportano spesso i media locali, e che le vittime principali sono anziani e bambini ma appunto ciò che chiedono i cittadini e gli attivisti è che si faccia un discorso più logico e meno di pancia. Nell'ultimo anno dal mese di gennaio fino a giugno i casi di attacchi denunciati sono stati più di 35 mila e quelli di rabbia accertati 49. Questi numeri, però, sono definiti "controversi" dalle associazioni di tutela animale e poco chiari, tanto che si chiede proprio di procedere a un censimento corretto prima di prendere qualsiasi decisione che non tiene conto realmente di quali individui vanno allontanati dalle strade e quali no. La questione poi è anche pratica ed economica: come riporta il Guardian, Mini Aravindan, un attivista di Peta India, ha sottolineato: "È impossibile costruire e gestire rifugi sufficienti per centinaia di migliaia di cani e i costi sarebbero enormi".

Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views