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2 Ottobre 2025
15:54

Quanto dura il letargo delle tartarughe: come funziona e perché ne hanno bisogno

Il letargo delle tartarughe si chiama brumazione e di solito comincia tra ottobre e novembre e finisce fino a marzo o aprile. È un passaggio annuale fondamentale, che permette a questi rettili a sangue freddo di superare le rigidità dell'inverno.

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Anche testuggini e tartarughe, in quanti rettili a sangue freddo, vanno in letargo

Anche testuggini e le tartarughe vanno in letargo, o meglio in uno stato molto simile che nei rettili prende il nome di brumazione. Non è un sonno vero e proprio, ma un rallentamento profondo delle funzioni vitali che permette a questi animali di superare i mesi freddi, quando le temperature diventano davvero troppo rigide per il loro organismo. Tartarughe e altri rettili sono infatti animali ectotermi, "a sangue freddo", e per regolare la propria temperatura corporea e poter "funzionare" hanno bisogno di accumulare calore dall'ambiente.

Durante questo periodo la tartaruga quindi rallenta, smette di nutrirsi, riduce al minimo il metabolismo e resta quasi immobile, nascosta sotto terra, tra le foglie o sul fondo degli specchi d'acqua, nel caso di alcune specie acquatiche. La durata del letargo varia naturalmente in base alla specie, ma anche all'ambiente: si va da poche settimane fino a diversi mesi. Anche le tartarughe che vengono allevate in casa hanno bisogno di rispettare questo ciclo naturale, perché fa parte della loro fisiologia.

Letargo delle tartarughe: durata e scopo

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Durante la brumazione l’organismo va "in pausa", rallenta al minimo il proprio metabolismo e quasi tutti i processi vitali

Il letargo è un passaggio annuale fondamentale nella vita delle tartarughe, sia per quelle di terra che d'acqua dolce. In natura, le tartarughe terrestri – come la testuggine di Hermann – entrano in letargo in autunno, più o meno tra ottobre e novembre, e ci restano fino all'arrivo della primavera, per un periodo che può durare da tre a cinque mesi. Quelle acquatiche, invece, come le testuggini palustri, si rifugiano nei fondali fangosi e vi restano per un periodo simile, respirando in parte attraverso la pelle o con le mucose della cloaca.

Durante la brumazione l'organismo va "in pausa", rallenta al minimo il proprio metabolismo e quasi tutti i processi vitali: il battito cardiaco può ridursi a pochi battiti al minuto, la respirazione diventa quasi impercettibile e la temperatura corporea si allinea a quella esterna. Questo stato consente alle tartarughe di sopravvivere senza cibo in un periodo in cui non sarebbero in grado di muoversi troppo, alimentarsi o digerire.

Perché le tartarughe vanno in letargo

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Le tartarughe vanno in letargo perché in inverno non potrebbero regolare la loro temperatura corporea

Le tartarughe, come gli altri i rettili, sono come detto animali ectotermi. La loro temperatura corporea dipende quindi da quella dell'ambiente e viene regolata attraverso il cosiddetto "basking", ovvero crogiolandosi al Sole. Quando perciò le giornate si raffreddano e i raggi del Sole cominciano a scarseggiare, non riescono più a regolare la temperatura e a mantenere un metabolismo attivo, né a muoversi e a digerire correttamente il cibo. Se restassero sveglie, rischierebbero di indebolirsi troppo o morire.

Il letargo, quindi, non è un'opzione, ma una necessità, soprattutto per quelle specie che vivono in zone del mondo con una forte stagionalità. Questo adattamento evolutivo permette quindi alle tartarughe e alle testuggini di entrare in una sorta di "modalità risparmio energetico" in attesa di tempi migliori, ovvero l'arrivo della primavera. Con il ritorno delle prime calde giornale primaverili, lentamente riprendono le loro attività, a mangiare e a muoversi, in un ciclo annuale che va avanti da milioni di anni.

Come tenere le tartarughe durante il letargo

Anche per chi ospita tartarughe, la natura fa il suo corso. Per gli animali che vivono all'aperto e in giardino, a meno che non si trovino il zone di montagna particolarmente fredde e soggette a forti nevicate, non occorre fare granché. La tartaruga cerca da sola il luogo più adatto, scavando nel terreno o rifugiandosi tra foglie, rocce e vegetazione. È però importante che il suolo sia drenante, non soggetto a ristagni d’acqua e protetto dal gelo più intenso. Per quelle molto giovani (e quindi piccole) spesso è meglio farle trascorre i primi letarghi indoor.

Le tartarughe tenute in casa o in terrario hanno comunque bisogno di andare in letargo. In questi casi può essere necessario preparare una cassa di legno o plastica riempita con terriccio e foglie secche, da tenere in un luogo fresco e buio con temperature comprese tra i 4 e i 10 gradi. È fondamentale controllare periodicamente l'animale, pesandolo prima e durante il letargo per verificare che non perda troppo peso, segno che qualcosa non va.

Anche le tartarughe acquatiche che vivono in laghetti all'aperto, se con sponde e fondali "naturali", vanno lasciate seguire il proprio ciclo naturale, purché l'acqua non geli completamente. In alternativa, possono essere sistemate in vasche più piccole, mantenute a temperature controllate e con un livello d'acqua sufficiente a garantire la loro sopravvivenza. In ogni caso, ogni specie può avere esigenze differenti, anche in base al luogo in cui si trova. È perciò sempre meglio consultare un veterinario esperto in rettili prima di prendere qualsiasi decisione.

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